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Francia campione: il trionfo di Deschamps e del calcio all'italiana

Transalpini sul tetto del mondo per la seconda volta dopo il 1998. I meriti del ct e un torneo vinto giocando in contropiede

La Francia ha vinto il Mondiale di Russia 2018 battendo in finale la Croazia per 4-2. I transalpini salgono sul tetto del mondo per la seconda volta nella loro storia a vent'anni esatti di distanza dal trionfo di Parigi nell'edizione casalinga del 1998. 

Un successo che premia una squadra dall'età media giovane (25 anni e 8 mesi) e ricca di talenti anche se nella finale c'è stata molta Croazia, sfortunata negli episodi e crollata anche atleticamente nel secondo tempo.

Deschamps, ct spesso criticato per il gioco di una nazionale molto 'italiana' e cinica, entra nella storia. E' il terzo uomo capace di vincere il Mondiale sia da calciatore (era capitano nel '98) che da allenatore dopo Zagallo e Beckenbauer.

Deschamps nella leggenda

L'architetto principale della meravigliosa impresa francese è certamente Didier Deschamps. A Mosca è entrato in un ristrettissimo gruppo di fenomeni, uomini capaci di conquistare il Mondiale prima da calciatori e poi da allenatori: solo Zagallo (Brasile 1958 e 1962 in campo e 1970 in panchina) e Beckenbauer (Germania 1974 e 1990) ci erano riusciti.

In Italia, oltre che da giocatore, lo abbiamo conosciuto come allenatore della Juventus in serie B e avrebbe meritato maggior comprensione e riscontro per il suo lavoro. Oggi raccoglie i frutti della semina con la Francia, ma sarebbe ingiusto non ricordare di essere stato accompagnato da critiche per il suo gioco e inseguito dal fantasma di Zidane un minuto dopo l'addio alla panchina del Real Madrid. Ombre cancellate sul campo.

La Francia più italiana di sempre

Critiche anche fondate, in realtà, perché la Francia ha vinto il suo secondo Mondiale giocandolo all'italiana. Una metamorfosi nata dopo la delusione dell'Europeo perso in casa in finale e resa possibile dalle caratteristiche di un gruppo giovane (età media 25,8 anni), ricco di freschezza e talenti.

Nell'atto conclusivo con la Croazia i francesi hanno tenuto palla per il 39% del tempo. In semifinale con il Belgio per il 40%. In entrambe le occasioni hanno colpito con freddezza e cinismo approfittando di episodi ed errori altrui. Lo fanno solo le grandi squadre, quindi complimenti. A patto di non sentire più critiche smodate al nostro modo di intendere il calcio.

Il ventennio francese

Il Mondiale di Russia ha anche sancito il ventennio francese. Dal 1998 nessuno ha disputato più finali iridate (3) e nessuno ci ha aggiunto un Europeo vinto e uno perso  nell'ultima sfida.

Piaccia o no, la Francia è la padrona del calcio europeo e mondiale di questa frazione di storia del calcio. Ha imparato dai propri errori e lavorato per decenni sulla valorizzazione delle proprie virtù.

Sarà favorita anche all'Europeo del 2020 (dove aspettiamo  l'Italia) e protagonista al Mondiale del Qatar dove molti degli eroi di Mosca saranno nel pieno della maturità e Mbappe, per citare il simbolo, avrà 24 anni e basta. Beati loro. La fortuna c'entra solo parlando della vittoria con la Croazia. Il resto è frutto di lavoro e programmazione.

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La gioia di Macron in tribuna allo stadio Luzniki di Mosca - 15 luglio 2018

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Giovanni Capuano