Gattuso, addio al Milan che sta cambiando pelle
Per il tecnico dimissioni dopo l'incontro con Gazidis che sta costruendo un club ridimensionato nelle ambizioni. Un futuro che preoccupa
La rivoluzione di Gazidis colpisce anche Rino Gattuso al termine della stagione record dal 2012 con un quinto posto non sufficiente, però, per tornare in Champions League. Il Milan della prossima stagione cambierà allenatore e le strade di tecnico e club si separano con una formula consensuale (dimissioni) che nasconde a fatica quanto sta accadendo dentro la società.
Gattuso lascia i colori rossoneri non per i risultati e nemmeno perché mandato via dalla dirigenza. La sua è la presa d'atto della mancanza di coincidenze nella visione di quello che dovrà essere il Milan del futuro, stretto tra l'esigenza di rimettere in linea di galleggiamento i conti e la volontà di restituirlo in fretta al posto che merita nel panorama del calcio italiano ed europeo.
Rino pensava a un Milan da rinforzare con qualche scelta mirata sul mercato, l'inserimento di giocatori funzionali a un miglioramento che potesse consentire di ritentare subito la scalata alla Champions League; calciatori anche esperti da inserire nel telaio giovane di questa stagione. Il nuovo corso di Gazidis va dall'altra parte e la scelta della proprietà Elliott è chiara.
Il nuovo Milan sarà ancora più giovane e dovrà valorizzare i propri investimenti per poi venderli. Nella testa del manager arrivato dall'Arsenal si tratta di un modo per renderlo finanziariamente sostenibile (oggi perde 70-80 milioni all'anno) e, magari, anche con un progetto sportivo interessante.
Il timore di un ridimensionamento
Sono lontani i tempi in cui l'arrivo del fondo che ha rilevato il Milan dal cinese Li faceva immaginare uno scenario differente. L'addio di Gattuso, insieme a quello di Leonardo anche lui in uscita con i dubbi legati a Maldini gettano un'ombra su dna di una società che fa parte dell'elite europea.
Cosa sarà il prossimo Milan? L'idea Campos dalla Francia sta perdendo forza per problemi di rapporti con un uomo che è consulente e ds, ma è comunque indicativa della strategia decisa. Uno come lui, col suo modo di operare fatto di ragazzi lanciati e rivenduti. La paura dei tifosi è che in un club dalla storia straordinaria come quello rossonero possa essere sinonimo di ridimensionamento in un momento in cui la concorrenza sta puntando forte per agganciare il treno delle multinazionali del calcio europeo.
Un cambiamento di dna che spaventa e che è sintetizzato dalla scelta di Gattuso, Leonardo e (forse) Maldini di scendere dalla nave a meno di un anno - per i dirigenti - dall'insediamento e con un futuro incerto nel quale è compresa anche la discussione aperta con la Uefa sulle violazioni del Fair Play Finanziario e quelle che dovranno essere sanzioni e percorso di rientro.
La scelta di Gattuso: rinuncia al contratto
In questo quadro c'è la scelta controcorrente di Gattuso che ha deciso di uscire dalla sua avventura al Milan, durata diciotto mesi, rinunciando a un contratto fino al 2021. E' possibile che Rino trovi in fretta un'altra panchina su cui lavorare, ma si tratta in ogni caso di un atto d'amore verso il suo club e del resto lo stesso tecnico aveva più volte detto che il legame con i rossoneri non sarebbe mai stata una questione di soldi.
Gattuso si è sentito spesso lasciato solo in questa stagione. I contrasti con Leonardo sono stati evidenti fin dall'inizio anche perché lui non era l'allenatore scelto dal dirigente. Un malessere a tratti espresso anche pubblicamente pur tra mille smentite e precisazioni.
Il precipitare dei risultati dopo il derby che è costato la qualificazione alla Champions League lo ha messo anche nel mirino dei tifosi con attacchi spesso gratuiti e insultanti. Una componente della pressione che ha fatto pensare a Rino come non sarebbe stato possibile fare meglio con un progetto sulla carta pensato per altro e con il rischio concreto di restare il capro espiatorio di un eventuale fallimento.