Parlano i giovani: «Sanremo? È solo musica, le polemiche le lasciamo a voi, adulti»
Racconto di un viaggio in treno verso la città dei fiori nei giorni della rassegna canora che tutti dicono sia stata dedicata proprio a loro
Ascoltare i giovani durante un viaggio in treno che da Genova porta a Sanremo, mette in luce un’Italia che viaggia a due velocità anche durante il Festival della canzone italiana: quella degli adulti, super critici e sempre alla ricerca di problemi da risolvere, e quella dei giovani che dalla musica si aspettano solamente svago e spensieratezza.
La voce di Giacomo è forte e chiara e i suoi occhi da adolescente esprimono la bellezza e l’ingenuità di chi ha voglia di crederci ancora. “Le critiche sugli artisti non mi interessano. Seguo Sanremo perché mi piace la musica, quindi sono su questo treno per andare a divertirmi in questa quinta e ultima serata e non ho voglia di avere rotture di balle. Di problemi da risolvere nel mondo ce ne sono anche troppi e le critiche agli artisti non aiutano a migliorare la situazione, servono solo a rovinare l’atmosfera del Festival. Se da una parte Amadeus ci coinvolge e capisce i nostri gusti musicali, dall’altra le lamentele non ci lasciano tranquilli. Sarebbe bello se il mondo degli adulti ci lasciasse in pace e se i più grandi evitassero di menarsela almeno in questi giorni. Noi non vogliamo rotture di balle”.
Accanto al sedile dove è seduto Giacomo, c’è Mattia. “Sono del 2007 e con i miei amici tifo per Geolier. Anche se sono di Brescia, capisco il dialetto napoletano e non perché seguo le serie su Netflix, ma perché mi piace la musicalità della lingua napoletana. Certo, dopo quello che è successo ieri sera quando Geolier è stato fischiato all’Ariston non so se vincerà. E mi dispiace per lui, per i fischi che ha subito. In fondo ha solo 23 anni”. Mattia è chiaro nel suo messaggio, viaggia con tre amici per andare a Sanremo e seguire per strada l’ultima serata. Ci tiene a sentire sulla pelle quell’aria di leggerezza che solo la musica riesce a dare. Nello stesso vagone ci sono altri giovani che sonnecchiano, ma quando si parla del Festival si riaccende il fuoco della vitalità.
“Mi chiamo Federico e stamattina invece di andare a scuola, ho preferito raggiungere mia nonna a Sanremo. Mi piace guardare la gente che si diverte. Ho 16 anni e nella vita voglio fare il pulitore di vetri acrobatico e per farlo devo fare un corso molto costoso con un mio amico che ha un’azienda di pulizie acrobatiche. Sono nuovi lavori. Mio padre non sa niente di me, non lo sento quasi mai. Vivo da solo con mia sorella. Mia madre sa che oggi sono a Sanremo per tifare LA SAD. Loro sono dei provocatori, un po’ come me”.
Alle spalle di Federico è seduto Umberto. Lui è di Lecce e di anni ne ha 35. Suona la chitarra, ama il rock e per arrivare nella città dei Fiori ci ha messo 12 ore. “Sembra strano, ma tutti sono convinti che i vincitori siano tra Angelina, Geolier e Annalisa. Ma a me pare che vincerà Irama. Lui è forte sul televoto. Ci coinvolge. Mi chiedo se davvero Amadeus non ci sará il prossimo anno. Dicono che la conduzione della kermesse potrebbe essere affidata a una donna. Spero di rivedere Amadeus con una parrucca in testa, ma sempre alla conduzione del Festival anche nel 2025”. E mentre tutto scorre e il treno arriva finalmente a Sanremo, la piccola Emi, di 12 anni sta per scendere insieme a suo padre. “C’è quasi solo maranza, oppure ci sono dei vecchi che, non si sa come, ma cantano ancora. Io però ci tengo a stare a Sanremo per scoprire cos’altro succede in questo mondo. E mio padre mi accompagna volentieri. Siamo sintonizzati e per questo ci tiene ad accontentarmi”.
I cantanti sono tanti, anche troppi e non è facile ricordare 30 canzoni associandole a 30 volti. Però, i giovani ci tengono a capire che cos’è Sanremo e quando si parla male dei loro artisti, immediatamente li proteggono. E’ quello che è successo per l’uragano Geolier che, a soli 23 anni, si è posizionato primo durante la quarta serata delle cover. Peccato, però, che l’Ariston gli abbia fischiato contro. Ma è chiaro che chi continua a seguire il Festival di Sanremo lo fa con spirito di leggerezza, svago e senza avere “rotture di balle”.