"Mondiale Qatar 2022 in inverno? Ok ma stagione ferma a lungo"
Parla Grosso, numero 2 del FIFPro: "Soluzione che è il male minore, ma sia chiaro che prima e dopo ci dovranno essere periodi di riposo adeguati"
Non un annuncio ufficiale, ma la conferma da una fonte diretta come il segretario generale della Fifa, Jerome Valcke, che il Mondiale del 2022 assegnato al Qatar si giocherà in inverno rompendo così la tradizione estiva. "Non si terranno in giugno-luglio, ma probabilmente tra il 15 novembre e il 15 gennaio al piu' tardi'' ha detto Valcke alla radio francese France Info; l'annuncio non prima del dicembre 2014, ma le parole del numero due della Fifa fanno chiarezza su quali siano le intenzioni di Blatter dopo mesi di polemiche e indiscrezioni. Mondiale in inverno per contrastare le temperature impossibili dell'estate di Doha (superiori ai 50°) con buona pace dell'Uefa e delle stagioni di campionati nazionali e Champions League, costrette certamente a fermarsi per far spazio alle nazioni.
Una soluzione che farà discutere e che viene definita "il male minore vista la situazione che si è creata con l'assegnazione a un paese come il Qatar della rassegna" secondo Leonardo Grosso, vice presidente della FIFPro, sindacato mondiale dei calciatori professionisti. Ecco il suo parere raccolto in un colloquio con Panorama.it:
Dottor Grosso, le parole della Fifa sembrano togliere ogni dubbio sulle date. E' d'accordo con la scelta di giocare d'inverno?
"Credo che, vista la situazione che si è creata, giocare in inverno sia il male minore. D'estate è impossibile ed è stato chiaro fin da subito così come è chiaro che questa scelta creerà una montagna di problemi a tutte le componenti del calcio mondiale, a partire dalle stagioni che dovranno essere interrotte per un periodo lungo".
Si gioca d'inverno sperando che le temperature siano compatibili con la pratica dello sport...
"In realtà anche in inverno in Qatar non è che faccia fresco... Mettiamola così: se non si può tornare indietro dal fatto di aver assegnato il Mondiale a un paese come il Qatar allora è meglio l'inverno che l'estate. Però sia chiaro che ci dovrà essere anche attenzione sugli orari".
Quella che è mancata con il Brasile, ad esempio?
"La prossima estate si giocherà ad orari incredibili e con timi di clima molto difficili. Per i calciatori sarà un problema. Noi ci preoccupiamo per la loro salute e continuiamo a sperare nell'apertura di un tavolo con Fifa e organizzatori per discutere delle condizioni climatiche estreme che saranno affrontate".
Coltiva speranze che qualcosa possa cambiare?
"Diciamo che troviamo molte resistenze e anche la proposta delle interruzioni del gioco non è ancora passata".
I time out sono la soluzione al problema in Brasile?
"Non la soluzione ma il minimo sindacale per garantire un minimo di condizioni per giocare. E' stato sperimentato ma va istituzionalizzato anche se poi ci sarà chi si lamenta dicendo che snatura il gioco del calcio. Ma perché? Fermarsi per un paio di minuti ha per caso creato dei problemi?".
Torniamo al Qatar 2022: si potrebbe giocare tra metà novembre e metà o fine dicembre. E poi?
"E poi nessuno pensi di rimandare indietro i giocatori per mandarli subito in campo nei campionati europei per riprendere campionati e coppe. Bisogna essere chiari: servirà un periodo di riposo che significa, unito a quello di preparazione per le nazionali, un blocco della stagione di 2-3 mesi almeno. E questa sosta in molti paesi si aggiungerà a quella che già esiste per le condizioni climatiche".
Il Mondiale assegnato al Qatar continua a non piacere?
"La doppia assegnazione in un colpo solo è stata un'anomalia. La giustificazione è che il Qatar partiva da zero e necessitava di più tempo, ma ora serve massima trasparenza nella realizzazione del progetto anche perché arriverà dopo il Mondiale brasiliano, già critico per le condizioni ambientali, e quello in Russia del 2018. qualche volta sarebbe meglio che le ragioni finanziarie finissero in secondo piano rispetto a quelle sportive e di tutela della salute".
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