Guardiola e il tocco magico perso: 510 milioni per (non) vincere la Champions
Il tecnico catalano a digiuno dal 2011 pur avendo guidato Barcellona, Bayern Monaco e Manchester City. Con mercati spesso faraonici
Pep Guardiola ha perso il tocco magico in Champions League. E' vero che l'eliminazione per mano del Monaco rappresenta la prima volta in carriera fuori dai giochi già negli ottavi di finale, e in assoluto prima delle semifinali, però il digiuno di vittorie del tecnico numero uno nella manifestazione più importante comincia a diventare lungo e significativo. Guardiola non alza al cielo la Champions League dal 28 maggio 2011, stadio di Wembley, al termine della finale con il Macnhester United sulla panchina del Barcellona.
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Poi più nulla: sempre e solo semifinali con il Barca, nel triennio alla guida del Bayern Monaco e adesso l'addio precoce con il Manchester City che aveva tutte le carte per andare avanti e puntare alla finale di Cardiff del prossimo 3 giugno. Uno smacco per il tecnico che a inizio carriera trattava la Champions come il giardino di casa: vittoria subito nel 2009 con il Barcellona, semifinali perse contro l'Inter di Mourinho nel 2010 e altro trionfo nel 2011.
Barcellona, Bayern Monaco e Manchester City meglio senza di lui
Il paradosso è che i club con cui ha fallito nelle ultime sei stagioni hanno fatto meglio prima o subito dopo di lui. Il Barca lasciato nel 2013, ad esempio, ha vissuto una fase travagliata con Martino ma poi è tornato conquistatore grazie a Luis Enrique nella notte di Berlino del 2015. Il Bayern Monaco ereditato da Pep aveva appena vissuto la stagione perfetta con Jupp Heynckes e quello di oggi con Ancelotti è ancora in corsa su tutti i fronti.
Lo stesso Manchester City un anno fa - in panchina l'argentino Pellegrini - si arrese solo in semifinale al Real Madrid poi campione d'Europa, punito da un autogol di Fernandinho in una eliminatoria molto equilibrata. Insomma, l'effetto-Pep non c'è stato. Anzi.
In sei stagioni speso oltre mezzo miliardo di euro
L'aggravante per gli inglesi è che nell'ultima estate hanno messo a disposizione del nuovo allenatore un mercato sontuoso. Il Manchester City ha speso oltre 200 milioni di euro (fonte Transfermarkt)per portare nella Premier League i vari Sanè (50), Gundogan (27), Gabriel Jesus (32), Nolito (18), Bravo (18) e per prendere Stones (55). Una vera rivoluzione che non ha pagato sul campo, così come non sta pagando l'investimento sul tecnico che ha uno stipendio da quasi 20 milioni.
Non sempre è stato così dal 2011 a oggi. Altre campagne rafforzamento sotto la guida di Guardiola sono state meno dispendiose ma il conto è comunque salato per i suoi club: 509 milioni di euro. Solo in parte compensati dalle uscite. Anche il Bayern Monaco 2015-2016 non lesinò sforzi (Vidal e Douglas Costa) senza ottenere il risultato desiderato. Ora Pep potrà riprovarci, ma il dubbio che abbia perso il tocco magico comincia a venire.