Heart of a dog, Laurie Anderson e la dedica al magnifico spirito di Lou Reed
A Venezia l'artista americana porta un film ricco di suggestioni tra filosofia, ricordi e poesia
A cosa servono i giorni? A svegliarci. A cosa servono le notti? A sprofondare nel tempo.
Heart of a dog è una riflessione sul tempo, sulla morte, sull'amore. Filosofia si intreccia a ricordi, le parole di Wittgenstein e Kierkegaard aprono a esplorazioni, mentre storie e storie si susseguono. Il punto di vista è spesso quello di Lollabelle, il cane di Laurie Anderson, sessantottene sicura di sé e solare che porta a Venezia in concorso un film ricco di suggestioni e temi esistenziali. Attraverso le certezze e le piccole sfide dell'amato rat terrier indaghiamo il mondo, la libertà e le paure.
Il lungometraggio scorre come un flusso di coscienza in cui si alternano disegni animati, scritte bianche su fondo nero, filmati in super 8 dell'infanzia della Anderson, fotografie, ritagli di un recente passato, scene recitate e immagini in movimento rarefatte o sfocate. Applaudito dalla stampa, è una delle belle esperienze da ricordare di questa Mostra del cinema.
"Sono felice di essere a questo film festival, uno dei migliori al mondo. Sono grata a chi mi ha invitata", dice la regista con il sorriso lieve e sereno di chi affronta la vita come si beve un bicchiere d'acqua. "Heart of a dogè un film sull'amore. Ho cercato di incoraggiare lo spettatore a guardare il film attraverso gli occhi del narratore: a volte attraverso quelli di un cane, altre attraverso le telecamere di sorveglianza, altre dall'alto... Non c'è un eroe, dovete usare l'immaginazione per vedere i personaggi che vengono descritti, come una commedia sentita alla radio".
Heart of a dog è la tappa ideale di un'artista caleidoscopica e intensa che negli anni ha abbracciato musica, arte, teatro, performance multimediali, poesia. Nei 75 minuti di visione partiamo da New York con Lollabelle, passiamo attraverso l'11 settembre e il clima di sorveglianza che ha suscitato, torniamo all'Illinois dell'infanzia di Laurie, conosciamo le ultime parole di sua madre in punto di morte, siamo ancora con Lollabelle e la vediamo suonare il pianoforte e imparare la scultura, poi siamo nuovamente in Midwest sul lago ghiacciato dove Laurie ha visto sprofondare i suoi fratelli minori per salvarli a nuoto, quindi viaggiamo tra considerazioni sui sogni e sulla sindrome della morte improvvisa del lattante. Ovunque, anche se non viene mai citato se non alla fine, risuona l'eco di Lou Reed, il marito morto nel 2013, due anni dopo Lollabelle.
"Lo spirito di Lou è molto presente nel film", racconta Laurie Anderson. "Con lui abbiamo discusso molto della forza e di come si possa mettere energia nelle cose semplici. Spero di aver messo la sua energia in questo film". E ancora: "Lui è parte integrante di queste storie e in una scena ha anche recitato per me il ruolo del dottore in un ospedale".
Heart of a dog si chiude con la dedica "al magnifico spirito di Lou" e con la canzone Turning Time Around di Reed.
Lo scopo della morte è la liberazione dell'amore.