Il patron del motocross
Giuseppe Luongo ha trasformato la sua passione per la moto in un business mondiale
Grazie a lui il motocross è considerato lo sport off-road numero uno al mondo e al terzo posto nei motori dopo la Formula 1 e il MotoGP. Giuseppe Luongo (che non è parente di chi scrive), nato 55 anni fa a Latronico, (Potenza), è il fondatore dal 2001, in Portogallo, di Youthstream, la compagnia che gestisce in esclusiva i diritti tv, di promozione e marketing del Motocross world championship. Oggi dalla società dipendono 1.550 addetti. E la manifestazione raggiunge 16 Paesi con una copertura televisiva e mediatica planetaria: 1,3 miliardi di spettatori. Insomma, ogni volta che in qualsiasi parte del mondo si vede il motocross in televisione, c’è dietro la sua mano.
Questa storia di successo imprenditoriale nasce da una passione giovanile. A 15 anni Luongo riceve in regalo dalla sorella Maria una piccola moto da cross, e l’anno dopo inizia a partecipare a gare regionali e segue da appassionato le competizioni in tutta Europa.
Nel 1982, osservando il livello delle sfide del mondiale all’estero, Luongo immagina un evento italiano con tutti i grandi campioni internazionali, in grado d’attrarre un pubblico importante e anche i media. Il sogno si realizza nell’agosto del 1983, a Ponte a Egola (Pisa), quando il presidente del locale moto club gli dà retta. Oltre 15 mila spettatori seguono quella che fu definita dalla stampa di settore «la più grande gara di motocross organizzata in Italia fino a quel momento». Nel 1986 la Federazione motociclistica italiana gli affida l’organizzazione dei campionati nazionali e dei mondiali di Motocross.
«Per far crescere questo sport era però necessaria la televisione, e così riuscì a firmare un contratto con la Rai». Luongo vive all’estero da anni, ora in Svizzera. Quando ha ripreso in mano la gestione del mondiale (dopo averne ceduto i diritti alla Dorna, promotore del MotoGP) il motocross era fatto di soli amatori. L’intuizione vincente, già nel 2004, fu quella di andare nei mercati emergenti degli altri continenti. Scelta vincente quando arrivò la crisi nel 2008. Oggi più del 50 per cento degli interessi e del fatturato mondiale è fuori Europa. L’Italia rappresenta solo il 5 per cento del mercato della Youthstream.