Inside Out
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Inside Out, il film perfetto di Disney Pixar: 5 motivi per vederlo

Colorato, divertente e ritmato, è un viaggio nella mente umana ricco di acume

Inside Outè un film da vedere e rivedere. Ingegnoso, divertente, talvolta struggente, ritmato e - mai parola è stata più azzeccata - emozionante. Con incassi attorno ai 750 milioni di dollari nel mondo, è uno dei colpi migliori assestati dalla Disney-Pixar. Non è certo un caso che alla regia ci sia lo statunitense Pete Docter, già sceneggiatore di Toy Story - Il mondo dei giocattoli e WALL•E e premio Oscar al miglior film d'animazione per il dolcissimo UP. Una nuova nomination all'Academy Award è assicurata. Chissà che non giunga anche una nuova statuetta. Ad aiutarlo come co-regista Ronnie Del Carmen.

Inside Out è nelle sale italiane dal 16 settembre. Ecco 5 motivi per vederlo:

1) Le emozioni in una sintesi magistrale

Inside Out ci porta nella testa dell'undicenne Riley. Nel quartier generale, a governare le reazioni della bambina c'è un affiatato e buffo quintetto di emozioni antropomorfe: la leader è Gioia, solare, con corpo da fata; accanto a lei ci sono Tristezza, blu, bassa e tondetta, occhialoni e maglione a collo alto, sempre giù di morale; Paura, che tiene in guardia Riley, è viola e magrissimo e pronto a drammatizzare su tutto; Rabbia è tarchiatello e ovviamente rosso, in camicia e cravatta; Disgusto è verde e stilosa. Sono solo cinque le emozioni immaginate dalla Pixar alla guida dell'umanità eppure sono una sintesi perfetta. 
In fase di preparazione "ci siamo divertiti a leggere Freud e Jung... pur non essendo letture leggere. La verità è che nessuno sa come l'uomo veramente funzioni, e per questo ci sono tante teorie e filosofie, spesso in conflitto. La nostra è una versione un po' più pop di Jung", ha detto Docter a Roma per presentare il cartoon. Non è stato facile decidere quali emozioni rendere protagoniste: "Avevamo provato orgoglio, speranza, 'schadenfreude' (piacere procurato dalla sfortuna degli altri, ndr) ma ci siamo concentrati su cinque. Sono un po' i nostri sette nani".

2) Brillante viaggio nella mente umana tra déjà-vu e... déjà-vu

Quando la vita di Riley viene sconvolta da un trasferimento della famiglia, dal tranquillo e nevoso Minnesota a San Francisco, Gioia inizia a perdere terreno nei confronti di Tristezza. Trascinandosi mestamente e di soppiatto, Tristezza contamina i gioiosi "ricordi base" della bambina. Le cose si complicano quando entrambe vengono risucchiate fuori dal centro di controllo e Riley è lasciata in mano a Rabbia, Paura e Disgusto. Gioia e Tristezza devono fare un labirintico viaggio all'interno della mente umana per tornare al quartier generale. Ed ecco che arriva il bello. Docter, che è anche autore del soggetto e co-sceneggiatore, illustra l'oscuro spazio cerebrale con esemplificazioni e immagini ingegnose, intelligenti e spassose. Ci sono le isole della personalità di Riley: l'isola della famiglia, dell'onestà, dell'amicizia, dell'hockey, la stupidera (magnifica)... 
La Memoria a Lungo Termine è un insieme di contenitori di coloratissimi e sferici ricordi. Qui gli smemoratori eliminano i ricordi che ritengono meno importanti, come i nomi dei presidenti americani appresi alle elementari o la maggior parte dei brani imparati a suonare al pianoforte (ma viene salvata e mandata spesso in refrain una fastidiosa sigla pubblicitaria). Ecco poi Immagilandia, il Pensiero Astratto, la Discarica dei ricordi, il Treno dei pensieri e la Cineproduzione di sogni, uno dei momenti più esilaranti. Non manca il Subconscio, "dove portano i piantagrane" e "dove tengono le paure più profonde". E poi i sogni a occhi aperti, i déjà-vu e, certo, ancora i déjà-vu...
Una geografia mentale di brillante e spiritoso acume, destinata forse ad ammaliare gli adulti ancor più che i bambini.

3) Sceneggiatura divertente e toccante

Gioia prova a scuotere Tristezza dalla sua costante negatività spronandola a ricordare un film buffo. "Oh sì", replica lei, "ricordi quel film buffo in cui muore il cane?". Tristezza è così: simpatica nella sua grama verità. "Piangere mi tranquillizza, mi fissa sui problemi della vita". 
La sceneggiatura di Inside Out è un rincorrersi di battute divertenti. Disgusto sceglie per Riley l'abbigliamento migliore per il suo primo giorno di scuola: "Quando avrò finito Riley sarà così bella che le altre ragazze guardandosi allo specchio vomiteranno". 
Non mancano anche momenti commoventi, come il sacrificio ultimo di Bing Bong, l'amico immaginario composto di zucchero filato. 
"La parte principale del film è nata da mia figlia Elie, che aveva dato la voce a Ellie, la bambina di Up", ha raccontato Docter. "Un personaggio estroverso e allegro che le assomigliava molto, almeno finché ha compiuto 11 anni ed è diventata riservata, un po' chiusa in se stessa. Mi continuavo a chiedere cosa le frullasse per la mente, e ho ripensato al fatto che tutti abbiamo attraversato quella fase".

4) La riscoperta del valore della tristezza

Per quanto l'aspirazione di tutti sia la felicità, la strada più sicura verso il benessere è una tavolozza ricca di emozioni e sfumature diverse. Anche Tristezza ha il suo indiscutibile valore. Quante opere d'arte non avremmo oggi se non ci fosse stata Tristezza a ispirarle. Inside Out ci dice anche questo. Che tutte le emozioni sono fondamentali. Anche quelle che ci fanno piangere.
"Tutti vogliono essere felici, e da genitori vorremmo che lo fossero anche i nostri figli, ma purtroppo non è sempre così", ha detto Docter. "Ci sono anche le delusioni, il senso di perdita, i problemi. Le altre emozioni esistono per aiutarci ad affrontare la complessità della vita, che il film prova a esplorare".

5) Un'avventura caramellata di colori

A un primo impatto i disegni di Inside Out non sono per nulla accattivanti, anzi, alquanto piatti, in linea con la tendenza recente del mercato del cartoon che cerca i grandi incassi. Ma è la storia e cosa i personaggi rappresentano a farcelo presto dimenticare. Nella loro semplicità diventano ideali per un complesso così intricato come la mente umana. È facile restare completamente avvinti da un'avventura caramellata di colori, che non ha mai cali di ritmo. 
Inside Out è preceduto dal corto Lava, sull'amore (cantato) tra due vulcani. Cartoon poco riuscito, ha nella voce di Malika Ayane la cosa migliore.

Inside Out, immagini del film

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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