Inter-Milan, derby di Pasqua: ecco cosa ha detto a Pioli e Montella
Le critiche al tecnico nerazzurro, il cuore dei rossoneri e un pareggio (2-2) che piace solo al Milan
Il derby di Milano giocato alla vigilia di Pasqua si è concluso con un pareggio (2-2) che ripete il risultato dell'andata e premia la rimonta del Milan, così come a novembre era stato Perisic a strappare il pari all'ultimo respiro. Risultato che serve soprattutto ai rossoneri, mentre i nerazzurri rimangono fuori dalla zona Europa League dopo essersi illusi di poter effettuare il sorpasso.
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La partita entra nella storia del calcio italiano per diversi motivi. Non solo ha segnato il debutto della nuova dirigenza rossonera a San Siro, ma ha stabilito anche il record di incasso (4,2 milioni di euro per 78.328 spettatori) all time ed è stato il primo giocato all'ora di pranzo per facilitare il mercato televisivo asiatico.
Cosa ha detto il derby dell'Inter
La vittoria sfumata all'ultimo istante è una doccia gelata per le speranze interiste di entrare in Europa League, obiettivo che la proprietà ritiene oblbigatorio. I segnali sono negativi e la sfida con il Milan aggrava una crisi che ora è anche nei numeri: 2 punti nelle ultime 4 partite.
Le scelte di Pioli - Il tecnico dell'Inter ha sbagliato l'ennesimo grande match della stagione. Di fatto ha vinto solo con la Lazio bucando poi contro tutte le altre. Le possibilità di permanenza continuano a scendere anche perché la gestione della ripresa, con la squadra passiva e i cambi di alcuni dei migliori, non sono stati premiati da risultato e rendimento.
Calo mentale e fisico - La squadra è in difficoltà soprattutto mentale. Solo così si spiegano i crolli nella ripresa contro Samp e Milan e l'approccio orribile di Crotone. Il ritiro anticipato e le parole di Ausilio non sono bastate a riattacare la spina. E nel derby si è vista anche una difficoltà fisica fin qui celata.
Rottura prolungata - La realtà numerica dice che l'Inter è in rottura prolungata. E' vero che la media post-De Boer rimane alta (2,00 a partita), ma nelle ultime 7 sono arrivati solo 8 punti e di questo passo l'Europa è un miraggio.
Handanovic indifeso - L'Inter non chiude una partita imbattuta dal 19 febbraio a Bologna. Poi ha incassato 13 reti in 7 partite e nelle ultime 4 è sempre stata perforata due volte. Segno che sono saltati gli equilibri, visto che Handanovic fa il suo e non ci sono particolari assenze in difesa.
Suning e l'urgenza delle scelte - La sintesi è che il derby, insieme all'orribile primavera nerazzurra, avvicina il momento delle scelte definitive. La prima sarà sulla necessità di puntare su un tecnico diverso da Pioli e la bilancia pende sempre più verso il sì.
Cosa ha detto il derby del Milan
Montella resta aggrappato alla sesta posizione che vale il preliminare di Europa League. Il suo Milan si conferma una squadra che non molla mai e il finale di stagione promette scintille anche perché il calendario è più favorevole di quello delle dirette concorrenti.
Carattere senza fine - Con il pareggio del derby sono 17 i punti recuperati dal Milan negli ultimi minuti o con rimonte da doppio svantaggio. Impossibile pensare che si tratti solo di fortuna: Montella ha costruito una squadra che non molla mai.
Le scelte di Montella - Contro l'Inter i rossoneri hanno finito con in campo tutti gli attaccanti e gli esterni: un azzardo che ha pagato perché ha spostato tatticamente e psicologicamente una sfida che Pioli stava controllando. Montella è sereno e si vede nelle sue scelte.
La nuova proprietà - Il clima di serenità è determinato anche dalla definitiva schiarita sul fronte societario. La cessione a Yonghong Li facilita il compito perché da qui in poi si potrà anche cominciare a progettare il futuro. Servivano risposte, ora è il tempo che arrivino.
Qualità dalla panchina - Zapata eroe di giornata, Sosa che ormai è un titolare, Mati Fernandez che ha sostituito degnamente Pasalic e Locatelli (il quale è subentrato e ha contribuito al pareggio), Ocampos e Lapadula: il livello non è altissimo, ma Montella sa di avere una rosa che è ancora interamente sul pezzo e non ha staccato la spina. Nemmeno nei suoi uomini meno impegnati.