Inter e Milan: ecco perché l'Europa League conviene
Introiti che possono sfiorare i 25 milioni di euro tra premi, market pool e incassi al botteghino: cosa si guadagna partecipando alla 'coppetta' di consolazione
Quanto vale davvero l'Europa League? Inter e Milan fanno bene ad inseguirla da qui alla fine della stagione, oppure è un esercizio inutile e costoso, che alla fine porterà meno frutti di quanto sperano Galliani e Thohir. La domanda gira tra i tifosi delle due squadre, impegnati in un lungo derby che coinvolge anche le altre pretendenti alla quinta e alla sesta posizione in classifica di questo campionato, dando per scontato il quarto posto della Fiorentina. Vale davvero la pena partecipare all'Europa League, oppure è solo una perdita di tempo e una spesa eccessiva per allestire rose più lunghe e competitive?
La risposta è semplice. Basta guardare i conti delle ultime due stagioni per rispondere che partecipare all'Europa League conviene e farlo seriamento può in gran parte compensare i mancati introiti della Champions League che tradizionalmente garantisce una media di 30-35 milioni di euro (arrivando ai quarti) più gli incassi da botteghino. L'Europa League può spingersi fino a 25 milioni di euro. Piatto ricco, insomma, impossibile da trascurare in periodi di bilanci a rischio.
Il conto è presto fatto. L'edizione 2013-2014 distribuisce premi che possono arrivare fino a 9,9 milioni di euro per il club che la vince conquistando 6 vittorie 6 su 6 nel girone di qualificazione. Ipotesi estrema, ma il grosso del jakpot arriva con la fase ad eliminazione diretta: 400.000 euro per il primo posto nel gironcino, 200.000 per la qualificazione ai sedicesimi, 350.000 per gli ottavi, 450.000 per i quarti e 1.000.000 per le semifinali. Poi c'è la finale che regala 5.000.000 di euro a chi alza il trofeo e 2.500.000 come premio di consolazione a chi perde. A questo vanno aggiunti i bonus per vittoria e pareggio nel girone (200mila e 100mila), il gettone di ingresso nella competizione da 1,3 milioni di euro e qualche spiccio anche per chi ha fatto i preliminari e i playoff.
Non è tutto, perchè a questo punto bisogna aggiungere il market pool, divisione dei proventi da diritti televisivi che con i club italiani è particolarmente ricco essendo il nostro mercato televisivo munifico con l'Uefa. Il calcolo dipende dal piazzamento nel campionato, dal cammino nell'Europa League e dal numero di squadre dello stesso paese che vanno avanti o si fermano. Per dare un'idea, la Lazio nella stagione 2012-2013 (eliminata ai quarti di finale) ha ricevuto dall'Uefa un assegno da 5.960.976 euro. Le altre si sono accontentate di cifre inferiori: Napoli 4,6 milioni, Inter 3,7 e Udinese 2,4. Attenti, però, perchè l'Europa League sta crescendo come fatturato complessivo e premi e market pool si stanno alzando. Quelli 2014-2015 saranno, dunque, più ricchi.
Restano poi gli incassi da botteghino. Anche ipotizzando di non riempire San Siro per le sfide dei gironi o dei sedicesimi di finale contro avversari di scarso appeal (ma si possono immaginare operazioni di marketing e fidelizzazione), dagli ottavi in poi la competizione decolla. Qualche esempio? Tra Swansea e Porto il Napoli ha incassato 1,2 milioni di euro portando al San Paolo 85.000 spettatori, mentre la Juve ha fatto meglio: 2,6 milioni di incasso tra Fiorentina e Trabzonspor con una proiezione da quasi 6 milioni in caso di completamento del percorso casalingo.
In fondo a tutto c'è, poi, la possibilità in caso di vittoria di andarsi a giocare la Supercoppa Europea contro i vincitori della Champions League. Quanto vale? Tra i 2,5 e i 3,5 milioni di euro oltre a sponsor e visibilità. Basta così? Non proprio. In gioco c'è un pass per la Champions della stagione successiva (e non è detto che in Italia sia scontato arrivare tra i primi tre) in caso di successo, oltre ai bonus che ogni club ha contrattato con i propri sponsor che certamente non amano stare fuori dal circo europeo. Fare l'Europa League, dunque, conviene. Meglio farla arrivando quindi, evitando la trappola del secondo preliminare che costringerebbe Inter e Milan a disdire la tournée americana da 3,5 milioni di euro oltre a complicare la preparazione. Per questo bisogna correre. Altro che snobbare la 'piccola coppa'...
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