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Inter-Sassuolo, la vittoria di San Siro contro il razzismo

Uno stadio vuoto è una sconfitta per il calcio, ma l'Inter è riuscita a ribaltare mandando un messaggio di rottura col passato

Uno stadio con i cancelli chiusi per razzismo è sempre una sconfitta per il calcio. Ma la grande eredità di San Siro pieno di bambini per Inter-Sassuolo, a chiudere quasi definitivamente la pagina da rosso vergogna dei cori razzisti a Koulibaly, non è solo nell'immagine dei volti sorridenti dei piccolini ma nel gesto di rottura che il club ha voluto fare per uscire dall'angolo in cui l'avevano chiuso gli ululati di troppi.

Non fare ricorso, tenere duro malgrado le critiche degli innocenti (tanti) costretti a restare fuori malgrado tutto, inventarsi una campagna capace di ribaltare il significato di quegli odiosi buu in un messaggio positivo, veicolarlo ovunque rendendolo un brand. Un piccolo, grande, capolavoro che segna un punto di non ritorno.

Non è stato solo maquillage perché l'Inter ci ha messo la faccia a tutti i livelli, a partire da quella di Steven Zhang che ha voltuo firmare in prima persona la campagna e si è goduto San Siro come mai aveva fatto prima nella sua storia milanese. Il monito a violenti e razzisti è stato chiaro, univoco e diretto: non c'è posto per voi e non ci sarà in futuro perché l'Inter non accetta di coprire alcun comportamento al di fuori delle regole.

Ci sono e ci saranno altre sedi per discutere le normative sulla sospensione delle partite e su stadi e settori chiusi. E' compito della Federazione e della politica bonificare gli stadi dai comportamenti non accettabili. Le società possono e devono cominciare facendo pulizia a casa propria. L'Inter ha pagato il suo debito (finirà con la curva chiusa in Coppa Italia) e ne è uscita vincente a livello di immagine. Un esempio anche per gli altri.

ANSA / MATTEO BAZZI
La immagini di Inter-Sassuolo con San Siro pieno di bambini contro il razzismo

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Giovanni Capuano