Camille Cottin al Festival di Cannes 2021
(Ansa/EPA/Sebastien Nogier)
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Ricomincio da me: intervista a Camille Cottin, mamma tra set e famiglia

Protagonista della commedia tra figli e aspirazioni personali dal 28 dicembre al cinema, l’attrice francese di fama internazionale si racconta, da House of Gucci all’imminente film su Chiami il mio agente!: «Il successo è stato inatteso ma una gioia: mi ha aperto a collaborazioni entusiasmanti. Lady Gaga? Era così concentrata sul set»

Spietata, chic e fragile, nei panni di Andréa Martel in Chiami il mio agente! (Dix pour cent) Camille Cottin lavora dietro le quinte per il successo dei suoi attori. Ma ora il successo ha travolto lei. Dopo quattro stagioni, streaming e streaming su Netflix, adattamenti della serie tv in altre lingue, anche in italiano (Call my agent – Italia), Camille Cottin è una delle attrici francesi più richieste sulla scena internazionale.

L’abbiamo appena vista al cinema al servizio di Kenneth Branagh nel giallo Assassinio a Veneziae ancor prima con Ridley Scott in House of Gucci(2021), accanto ad Adam Driver e Lady Gaga. Ora torna in Francia come assoluta protagonista di una calda e vivace commedia famigliare, Ricomincio da me (titolo originale: Toni, en famille), dal 28 dicembre nelle sale italiane distribuita da Wanted Cinema. Diretta da Nathan Ambrosioni, regista ventiquattrenne francese di belle speranze alla sua opera seconda, Camille interpreta Toni, una super mamma dolcemente in affanno: ex cantante famosa, ha cinque figli e vive ogni giorno da equilibrista tra ragazzi da raccattare a scuola, sessioni ai fornelli, serate musicali a microfono e voce. Con leggiadria indaffarata si muove tra i continui impegni quasi senza soluzione di continuità, iniziando però a coltivare un’aspirazione tutta sua: ricominciare a studiare. Riprendere in mano la sua vita, per se stessa.

Camille Cottin nel film "Ricomincio da me" (Foto: Wanted Cinema)

Ambrosioni ha scritto Ricomincio da me avendo in mente solo lei, Camille Cottin, che ammirava già ai tempi di Connasse (2013-2015), serie di brevi sketch che vi consigliamo di recuperare: girati con una telecamera nascosta, vedono Camille dare il meglio di sé nell'archetipo della donna parigina snob e arrogante, filmata ora in metro, ora in campeggio o in boutique, davanti a persone ignare che sia un’attrice. Esilarante!

45 anni, allure al contempo delicata e volitiva, abbiamo incontrato Camille Cottin per parlare di Ricomincio da me. Con il suo francese che ogni tanto osava aprirsi all’italiano. Ecco l’intervista.

Recentemente ha lavorato con registi veterani e di fama internazionale come Ridley Scott e Kenneth Branagh, ora con un regista molto giovane al suo secondo film. Perché si è fidata di Nathan Ambrosioni? Si è sentita lusingata che abbia scritto il film pensando a lei?
«È molto toccante ricevere una sceneggiatura con qualcuno che ti dice “l’ho scritta pensando a te”, una persona che non conosci: è come un atto d’amore. Avevo molta voglia di lavorare con lui per tantissimi motivi: la sua età, il produttore che lavora con lui, il soggetto, i dialoghi, la scrittura, la generale profondità del progetto. Tutto mi ha spinta a lavorare con lui».

Toni è una super mamma che fatica a trovare spazio per se stessa. Finché, a un certo punto, quando i primi due figli iniziano a spiccare il volo, decide anche lei di prendere in mano la sua vita. Le ha lasciato qualcosa questa eroina comune? L’ha ispirata?
«Ho amato molto la sua dolcezza materna. Ho trovato una fonte di ispirazione nel fatto che la sua non è un’educazione improntata all’autorità. Il modello educativo che ho ricevuto io, invece, soprattutto dal lato materno, è legato a un senso di costrizione e autorità, quindi io stessa tendo a riprodurre questo prototipo. Mi è piaciuta invece la sua dolcezza, l’idea di far comunque passare i principi che le stanno a cuore e i valori che ritiene necessario trasmettere, poi naturalmente quando non ne può più non ne può più. È anche vero che Toni non può permettersi di guardare ogni singolo dettaglio nel crescere i suoi figli, avendone cinque, così lascia ai ragazzi lo spazio per diventare più responsabili, per interrogare se stessi in maniera diversa. Credo sia interessante questa idea di lasciare lo spazio per evolversi».

Camille Cottin nel film "Ricomincio da me" (Foto: Wanted Cinema)

Anche lei è madre di due figli, Léon Gabriel di 14 anni e Anna Paloma di 8. Si sente più simile ad Andréa Martel, il personaggio cardine della serie tv di successo Dix pour cent, determinata e votata al lavoro a costo di sacrificare le relazioni private, o più simile a Toni, madre dedicata ai suoi figli, empatica e presente? Si è mai sentita ingabbiata nel ruolo di madre?
«Sono a metà tra Andréa e Toni» sorride Camille. «E no, non mi sono mai sentita ingabbiata. Quando mi confronto con le mie amiche che come me lavorano e hanno figli, e non mi riferisco solo a donne che fanno le attrici, ricorrono sempre gli stessi problemi: quando si dedica tempo alla famiglia ci si sente in colpa perché si sta tralasciando la carriera, quando si sta lavorando tanto ci si preoccupa e ci si sente in colpa perché non si è abbastanza presenti. È un incessante andirivieni che mi sembra essere un classico della condizione femminile».

Nei panni di Toni fa la cantante… Che rapporto ha con la musica? Com’è stato il suo incontro con Lady Gaga sul set di House of Gucci?
«Avrei tanto voluto chiedere a Lady Gaga di cantarmi Shallow ma era molto concentrata e non è stato possibile, non volevo disturbarla. È un’artista che mi piace moltissimo, anche mia figlia la ascolta molto. Quanto a me, adoro cantare».

Ha cantato lei nel film?
«Sì».

Una delle scene più belle di Ricomincio da me è proprio quando cantate tutti e sei a squarciagola in auto Pas qu'un peu, la hit che ha portato al successo Toni da giovane. Com’è stato girare quella sequenza?
«È stato molto bello e spassoso. Mi sono calata nella parte di una donna che ha interpretato una canzone che è stata cantata da tutti, di grande successo, e non ha più tanta voglia di ricantarla, però allo stesso tempo i ragazzi si stanno divertendo molto e si chiede come comportarsi. Secondo me al centro di quella scena è soprattutto la gioia dei figli, l’allegria che esprimono i ragazzi che si stanno riappropriando di quella canzone».

Camille Cottin nel film "Ricomincio da me" (Foto: Wanted Cinema)

Dallo spot con Brad Pitt girato da Wes Anderson agli sketch di Connasse fino alla serie tv Dix pour cent, il successo per lei è lievitato. Per la Toni di Ricomincio da me la fama era qualcosa di non voluto. Lei l’ha cercato? Come si sente adesso?
«Ho sempre sempre voluto essere attrice, sin da quando ero una bambina piccolissima. La mia comprensione di questo mestiere si è molto evoluta e continuerà ad evolversi, è in cambiamento costante. Il successo che è venuto dopo Dix pour cent è stato inaspettato ma io ne sono molto felice perché ha aperto il campo delle possibilità di nuove collaborazioni che mi entusiasmano».

Nella primavera del 2024 dovrebbero iniziare le riprese del film tratto da Dix pour cent, giusto? È emozionata di riprendere il ruolo di Andréa?
«Spero, il progetto è in lavorazione. Sì, sono molto emozionata».

Durante uno dei corsi che frequenta Toni in Ricomincio da me, una consulente la disarma chiedendole come si vede tra dieci anni. Lei come si vede tra dieci anni?
«Uh, che domanda! Mmh… mi vedo la stessa di oggi».

Con tanti film in più?
«Con tanti film in più», ripete in italiano in un sorriso.

Anche di registi italiani?
«Ah sì, mi piacerebbe! Ci sono grandi registi italiani: Matteo Garrone, Marco Bellocchio, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino. Adoro anche Ferzan Özpetek, anche se non è italiano. Tra dieci anni spero di continuare a fare quello che faccio oggi e magari che ci rivedremo qui per una nuova intervista».

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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