«Io sono Chico», e mio papà è un genio
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«Io sono Chico», e mio papà è un genio

È uscito il libro del cagnolino diventato in pochi mesi un vero idolo su instagram

Nella routine del buon risveglio di quasi settecentomila persone, oltre al caffè e alla scelta dell’outfit più adatto alla giornata, non può mancare il saluto di un esserino peloso e del tutto speciale dai riccioli biondi: il Maltipoo ormai star dei social Chico.

I social sono pieni di profili di simpatici animaletti di ogni tipo, ma Chico (o meglio @Iosonochico__) è riuscito a spiccare soprattutto per l’originale personalità che gli ha saputo regalare il suo “papà”, un ragazzo capace di ridare pieno decoro al termine “Content creator”.

Ma com’è iniziato tutto?

Francesco Taverna è un ragazzo appena trentenne che lavora nella musica, scrive e canta le proprie canzoni, finché arriva il Covid. E il Covid cambia tutto. Ferma tutto.

In quel periodo la sua compagna, la “mamma” di Chico (personaggio di cui intenzionalmente non viene svelato quasi nulla) decide di adottare un cane. Francesco all’inizio è titubante, ma come accade praticamente a chiunque pronunci la frase “andiamo solo a vedere” - senza neanche avere in mente nessuna razza in particolare … Dopo 3 secondi, Francesco si ritrova con in braccio Chico, capendo immediatamente che sarebbero diventati inseparabili!

Qualunque persona abbia un animale domestico (che lo voglia ammettere pubblicamente o meno), ci dialoga in maniera più o meno intensa, parliamo candidamente con loro, e sappiamo che a loro modo, ci rispondono.

Ma a Francesco, una sera, mentre sconfortato dal primo periodo post Covid è intento a preparare un risotto, Chico parla davvero!

Non si sa bene cos’abbia combinato quel batuffolo di 40 cm (o come direbbero i suoi fans, alto un chicoci), ma nella testa del suo papà, lui gli parla; e in modo ironico, per non rompere la magia della serata, Francesco decide di realizzare un video dove inizia a raccontare le storie di questo cagnolino, metà maltese e metà barboncino, che riscuote subito un grande successo.

È nato tutto da lì.

“La mia vita, soprattutto in quel periodo, era ridotta ai minimi termini, e vivere in casa con Chico, mi ha fatto riapprezzare le cose semplici che puoi fare, e credo sia questo il successo delle sue storie” - racconta Francesco con un entusiasmo fresco e contagioso – “Chico racconta di cose semplici, alla portata di tutti, cose che mi accadono realmente, guardandole con lo stupore di un bambino, riuscendo ad arrivare a tutti, in maniera trasversale”.

“Mi piace l’idea che Chico sia l’eroe delle avventure semplici, visto che di chi arriva sempre primo ne parlano tutti. Sembra che solo chi eccella abbia una grande storia da raccontare. Invece a volte le grandi storie sono anche dietro chi arriva ultimo a una corsa”.

Con ciò non si giustificano gli ultimi a restare tali, ma la narrazione delle storie di Chico è un insegnamento a trasformare l’imprevisto in un’opportunità, in una risata, a guardare la vita con più leggerezza, anche nelle giornate più storte!

E a rendere tutto più leggero, ci pensa la sua terminologia, che gioca con un insieme di vocaboli scherzosamente storpiati, come lo farebbero i nonni con l’inglese o i bambini con dei nomi nuovi. Parole entrate ormai di fatto nel lessico di tutti i suoi followers (ops “Frollowers”). E così, a suon di “cicolata”, “crocodrillo”, “Cicimi”, “piru piru”e “Mostro Franco”, Chico si è conquistato l’affetto di centinaia di migliaia di seguaci, andando a trovare i bambini nel reparto pediatria dell’INT e ricevendo ufficialmente la maglia numero 01 del Sassuolo, consegnatagli direttamente da Mimmo Berardi.

Ma il vero segreto del successo di Chico (oltre - a come direbbe lui - al fisico atletico e alle treccine bionde che non ha il permesso di fare) è la pura genialità e la sottile ironia di Francesco, capace di raccontare storie quotidiane con una comicità pulita e un’intelligenza umoristica alla Woody Allen.

Senza farsi mancare ottime doti d video maker. E dietro, c’è tantissimo lavoro.

“Mi piace veramente un sacco, fare quello che faccio. Ovviamente poi c’è la parte più impegnativa: puoi stare anche otto/dieci ore per montare un video di un minuto, e a volte, fare una storia di senso compiuto, o compattare quattro ore di riprese in meno di due minuti, non è facile, avresti bisogno di molto più tempo e spazio”.

Appunto per questo è nato il loro primo libro, “Ciao, io sono Chico”, uscito il 24 ottobre scorso e già primo in classifica su Amazon!

“Un libro che racconta le storie che hai vissuto quando, per goderti appieno il momento, non sei riuscito a tirare fuori il telefonino, o non avevi la videocamera dietro per poter riprendere; ma racconta anche di quelle avventure a cui serve uno spazio più grade di quello di una storia o di un reel. La carta è un territorio infinito, che lascia ampio spazio alla fantasia. Ho sempre pensato che le grandi storie, le grandi canzoni, i grandi romanzi, lascino sempre un’apertura in cui tu puoi sentirti protagonista, dove puoi immaginare i volti degli interpreti o dipingere col pensiero i paesaggi che ti stanno descrivendo.

Chico ti può parlare dello spazio, un suo sogno. Ma io non potrei renderti un sogno di Chico attraverso un video, non potrei farti immaginare Chico che viaggia nello spazio, non è realizzabile.

Quindi per me è il poter raccontare tutto quello che non posso riprendere, è il poter raccontare storie dalle ambientazioni infinite, dagli avvenimenti e dagli accadimenti illimitati.

Tutta la passione di Francesco nel raccontarti il suo lavoro, tutto l’entusiasmo sano che vive in prima persona con le proprie storie e che vuole trasmetterti con i suoi video, ti rapisce in pieno, o, per dirla alla Chico, ti arriva proprio come un matto missile!

E grazie al tuo papà, all’affetto di tutti i tuoi “frollowers” e alle mille avventure raccontate nel tuo primo libro, noi, Chico, ti auguriamo di cuore, di conquistare presto anche lo “Spasssio”e le tue stelline.

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Alessandra Giussani