Italia, Europeo e rimpianto: non sarà testa di serie
Bella e inutile vittoria contro la Norvegia: siamo condannati a un sorteggio difficile (ma Conte ha una buona squadra)
L'Italia chiude con una vittoria il girone che ci porta all'Europeo. Successo bello, meritato e inutile, nel senso che non ci consente di sopravanzare il Belgio nella volata a due che valeva l'ultimo posto nell'urna nobile del sorteggio che a Parigi disegnerà la corsa al titolo. Saremo in seconda fascia, col rischio concreto di pescare un girone di ferro ma anche la certezza che Conte ha costruito un gruppo su basi solide. Non sarà il più ricco di talento di quelli che l'Italia ha avuto nel corso della sua storia, però il carattere non manca.
Il successo contro la Norvegia è arrivato di rincorsa. Puniti da Tettey nell'unica distrazione difensiva, gli azzurri ci hanno provato per oltre un'ora prima di far cadere il muro di Nyland, portiere e migliore in campo per distacco dei suoi. Poi Florenzi e Pellè hanno rivoltato come un calzino la sfida consentendo a Conte di mantenere l'imbattibilità in gare ufficiali e raccogliere la vittoria numero 9 (su 14) della sua avventura.
Decisivo il cambio di modulo: il 4-4-2 funziona
Sarà un caso (o forse no), ma la rimonta è arrivata quando Conte ha abbandona il 3-5-2 per ripeigare sul 4-4-2 offensivo che sta caratterizzando questa fase della sua esperienza azzurra. E' accaduto al minuto 70: fuori Barzagli e dentro Candreva a raggiungere Bertolacci e Giovinco, già subentrati a Montolivo ed Eder, infortunato. Non che prima l'Italia non avesse comandato il gioco, sprecando fin troppe occasioni, ma nell'ultima fase la nazionale ha cambiato passo sfondando sugli esterni e costruendo la rimonta.
Vittoria che permette anche di smorzare i rimpianti per chi non c'è, a partire da un centravanti di statura mondiale capace di finalizzare la manovra nelle serate come quella dell'Olimpico in cui tutto sembra funzionare a meraviglia. Nyland ci ha messo del suo, ma certi errori si pagano caro e in Francia non saranno ammissibili.
Allungata a 50 la striscia senza sconfitte
L'uno-due finale ha anche evitato che si interrompesse a 49 la striscia di partite ufficiali in gironi di qualificazione senza sconfitte. Una serie cominciata dopo il ko nel settembre 2006 in Francia (ct Donadoni) e che proietta l'Italia tra le nazionali più continue dal punto di vista dei risultati dell'ultimo decennio. Numeri che poi non hanno trovato conferma nelle grandi manifestazioni, come i flop mondiali dimostrano, ma che vanno comunque celebrati.
Anche per questo è un peccato non andare all'Europeo da teste di serie come, invece, farà il Belgio che non si è distratto e ha battuto Israele pur dovendo soffrire un'oretta prima di sfondare. Inutile prendersela con il ranking Uefa per nazionali che, a differenza di quello Fifa, non tiene in considerazione le tanto odiate amichevoli. A Parigi dovremo incrociare le dita per evitare una big dalla terza fascia che complicherebbe maledettamente il cammino.
Conte sulla strada di Prandelli
Il primato nel girone (24 punti in 10 partite) e l'assenza di sconfitte mettono Conte sulla scia di Prandelli che nel 2012 sbarcò in Polonia e Ucraina imbattuto e con uno score da urlo: 8 vittorie e 2 pareggi. Solo Cesare ha fatto meglio di Antonio (2,60 contro 2,40 punti di media) e l'Europeo dirà se si tratta di un semplice statistica o se questo gruppo ha dentro di sè i valori e le qualità per arrivare lontano.
Di sicuro la vittoria sulla Norvegia, che si giocava l'ultima chance di evitare i playoff, racconta di un'Italia che per una volta non si è buttata via appena calate le motivazioni. Questo è certamente merito del ct e della sua capacità di allenare la testa dei suoi uomini, forse anche blandirli come ha fatto spiegando che sarà difficile per chi è fuori scalare posizioni e negare agli altri il visto sul passaporto per la Francia.
Conte soddisfatto: "Adesso sette mesi per plasmare la squadra"
"Abbiamo sette mesi per plasmare la squadra, ma anche sapere di avere un gruppo capace di giocare con tre o quattro moduli è qualcosa che fa piacere e in nazionale non pensavo fosse possibile": così un Conte visibilmente soddisfatto dopo aver chiuso la sua fatica. "Mi è piaciuta la mentalità in una partita che contava poco. Mi spiace per la Norvegia, ma dovevamo giocare nella giusta maniera per dare un segnale a tutti".
Ancora catenaccio, invece, sul futuro: "Non penso sia importante adesso dire se resto o no. Il passato recente insegna: Prandelli ha fatto un lavoro eccellente, poi al Mondiale è andato male ed è saltato tutto. Noi allenatori dipendiamo dai risultati ed a me spiace tutto perché dovrebbe essere più importante il lavoro. Io, però, sono contento di essere il ct e di avere un gruppo fantastico di ragazzi".