Italiani usa famosi
(Ansa)
Lifestyle

Gli italiani più famosi negli Usa

Tolti i Maneskin, rimangono stereotipi, vecchie “glorie” e qualche errore

Dici “Italia”, nel mondo, e pensi alla cucina, oltreché all’arte, alla moda e ai motori. Tutti campi nei quali la creatività del Belpaese la fa da padrona. Soprattutto negli Stati Uniti, dove il “mito” del design” italiano resiste e fa sì che tra i volti noti degli italiani Oltreoceano non manchi mai quello di Giorgio Armani. D’altro “re Giorgio” conquistò la copertina del Time esattamente 42 anni fa. Ma attenzione, perché le sorprese non mancano: se Gucci, Ferragamo e soprattutto Ermenegildo Zegna sono nomi noti, il sinonimo di “scarpe italiane” per gli americani è Sergio Rossi.

Il food, comunque, resta un campo nel quale l’Italia (e gli italiani) sono più popolari. Non a caso, dalla costa est al “lontano” west, dalla Florida alla California, non manca la presenza di pizzerie e gelaterie famose, rigorosamente con brand italiano. Eppure non sono esattamente quelle più note anche in madrepatria, anzi può capitare che – al di là della classica Nutella di Ferrero, giusto per fare un esempio – la catena di gelaterie e cioccolaterie più famosa e amata negli Usa sia Ghirardelli. A San Francisco, per esempio, una tappa pressoché obbligata è proprio l’ex Pioneer WoolenBuilging, oggi diventato la mini-cittadella che ospita la gelateria omonima, insieme a negozi di vario tipo, compresa una caffetteria dove si può trovare anche un caffè espresso italiano. Dal 1893, quando Domenico Ghirardelli aprì lo store, oggi il marchio ha conquistato tutti gli Usa: lo si trova in moltissimi punti vendita nei vari Stati Usa ed è sinonimo di cioccolato italiano, mentre lui – il fondatore – decise già nel 1894 di lasciare le redini dell’impero ai figli tornando nella sua Italia.

Anche la musica conquista le attenzioni del mondo a stelle e strisce. È il caso dei Måneskin. Un vero fenomeno, soprattutto tra i più giovani che li identificano come prodotto Made in Italy, a dispetto del nome in lingua danese. Capita, quindi, non solo che tra i teenagers se ne parli a scuola, ma che i loro brani siano conosciuti anche tra i 30-40enni della media borghesia. Oppure si sentono girando per le città, soprattutto quelle più grandi, come colonna sonora in occasione di eventi di strada. Ci sono però altri nomi che, curiosamente, si sono conquistati una loro fama anche in generi per nulla “italici”, come la musica country. Basta provare a entrare in uno dei numerosissimi locali dedicati alla line dance, che è impossibile non ascoltare Bacco Perbacco di Zucchero, uno dei brani più amati da ballare “in linea” con tanto di cappello da cowboy o cowgirl in testa e boots ai piedi. Certo, Laura Pausini e Andrea Bocelli sono noti, ma soprattutto se si cambia genere. La prima è un mustspecie in ristoranti messicani, perché il nome della “Laura nazionale” spopola tra la comunità ispanica. Il secondo rimane uno degli italiani più popolari tra gli over 50/60/70, che identificano la musica italiana con quella lirica e classica in genere.

Ma uno degli Italiansmostpopularnella stessa fascia d’età arriva dal mondo del cinema ed è l’intramontabileSofia Loren (ma scritto “Sophia”). Qualcuno, invece, associa all’Italia Papa Francesco, pur riconoscendo che non è italiano. Stesso “inciampo” anche per chi, alla domanda su chi siano gli italiani più famosi, risponde ricordando un altro Pontefice come Giovanni Paolo II.

E lo sport? Dimentichiamoci l’aura di notorietà che avvolge Yannik Sinner in Patria: negli Usa il suo nome compare solo nei servizi tv di ESPN (il canale sportivo americano) in occasione dei tornei ATP. In generale, però, il tennis non è certo lo sport più seguito in terra americana. Come neppure il calcio (o meglio, il soccer). Nel pieno dei Campionati europei che catalizzano l’attenzione nel Vecchio Continente, negli Stati Uniti i calciatori italiani sono sconosciuti, come la maggior parte di quelli europei. Unica eccezione tra questi ultimi sonoRonaldo (scambiato per italiano!) e Messi, grazie alle sponsorizzazioni di articoli sportivi o alla loro presenza come testimonial di catene di ristorazione come gli Hard Rock Cafè. L’unico calciatore nostrano che gli americani citano è Gigi Buffon: in realtà nessuno lo conosce davvero bene, ma viene ricordato per il trionfo ai Mondiali 2006 e come nome “ricorrente” nelle poche notizie sul calcio che arrivano negli Usa. Nulla a che vedere, comunque, rispetto alla popolarità di star del basket a stelle e strisce come Michael Jordan.

Tutt’altro discorso per quanto riguarda i motori. In questo caso l’italianità parla solo e soltanto “rosso” con il brandFerrari. Nessuno italiano, infatti, figura nella top ten dei piloti noti in America (né con la Formula 1, né con la moto GP, nonostante anche la Ducati sia ben nota). Un’eccezione è rappresentata da Vittorio Ghirelli. Classe 1994, il 30enne di origini pugliesi è da tempo che si è conquistato una nicchia di seguaci, grazie ai successi nella formula NASCAR, molto popolare negli Usa, anchese le sue vittorie arrivano dal campionato europeo della specialità.A conoscerlo sono soprattutto i ragazzi, mentre tra i meno giovani bisogna tornare ai tempi di Mario Andretti, originario di Montona (oggi Croazia), naturalizzato statunitense e scomparso nel 2018.

E la politica? Nonostante negli Usa questo sia l’anno delle presidenziali, la premier Giorgia Meloni ha attirato l’attenzione anche della gente comune in America. “Voi avete la prima presidente donna, noi non ancora”, commentano in molti. C’è chi sottolinea la sua collocazione a destra, tanto che agli italiani che vivono negli Usa viene chiesto se il suo essere una leader della far right preoccupa o che in Italia la situazione è cambiata da quando Meloni è alla guida dal Paese. Insomma, una “cartolina” forse da aggiornare, ma sicuramente ben distante da ciò che nell’immaginario italiano si esporta in America.

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Eleonora Lorusso

Nata a Milano, laureata in Lettere Moderne all’università Cattolica con la specializzazione in Teoria e Tecnica dell’Informazione, è giornalista professionista dal 2001. Ha lavorato con Mediaset, Rai, emittenti radiofoniche come Radio 101 e RTL 102,5, magazine Mondadori tra i quali Panorama dal 2011. Specializzata in esteri e geopolitica, scrive per la rivista di affari internazionali Atlantis, per il quotidiano La Ragione e conduce il Festival internazionale della Geopolitica europea dal 2019. Dal 2022 vive negli USA.

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