Italiano, i 10 errori più frequenti
Nella settimana che celebra l'italiano, quarta lingua più studiata al mondo, ecco gli strafalcioni più ricorrenti
Un po' o un pò? Apostrofo o accento? La virgola quando va messa? Districarsi tra le regole dell'italiano non sempre è impresa semplice, anche e soprattutto per chi nel Belpaese ci è nato, come dimostrano gli strafalcioni di molti personaggi noti, dagli sportivi (Tomba divenne oggetto di parodia nel pieno del suo successo come sciatore, mentre Totti ha firmato un libro di barzellette) ai politici (famosa è ormai l'imitazione di Crozza-Razzi).
Ecco allora che, nella settimana che celebra la lingua italiana nel mondo e che termina il 25 ottobre, qualcuno ha pensato bene di mettere insieme gli errori più comuni nella lingua di Dante, dalla grammatica vera e propria all'ortografia. Errori che spesso si commettono senza neppure accorgersi e che invece gli stranieri notano, loro così affascinati dall'"italico idioma" da averlo reso la quarta lingua straniera più studiata al mondo, secondo quanto emerso pochi mesi fa in occasione di una giornata di studio organizzata da Icon, il consorzio di 19 università italiane con sede a Pisa, che ha organizzato la prima laurea di italianistica su Internet, rivolta sopratutto agli stranieri. Se prima della lingua di Manzoni (o Montale, tanto per citare un italiano che vinse il premio Nobel per la lettura, nel 1975), viene l'inglese, vero passpartout per il mondo, più studiate dell'italiano ci sono infatti soltanto il francese e lo spagnolo, mentre cinese, giapponese e tedesco hanno (almeno per ora) meno appeal.
Ma quali sono appunto gli errori più ricorrenti in italiano?
L'apostrofo
Secondo un'indagine di Libreriamoci, il 73% degli italiani "cade" sull'apostrofo: non sa quando metterlo e spesso si confonde con l'accento. Va detto che l'apostrofo va usato con i vocaboli femminili (ad esempio un'amica, ma non nel caso del maschile, che sarà dunque un amico). Un altro caso in cui necessita l'apostrofo è quello del troncamento, come per un po' in questo caso perché si tratta della parola poco.
Qual è
Chi non ha mai sbagliato nello scrivere qual è? Stando ai dati (63% commette un errore nello scriverlo) molto pochi!
Il congiuntivo, questo sconosciuto
Croce e delizia di molti studenti, ma anche di gente comune, compresi manager, amministratori pubblici, presentatori tv, ecc. Il congiuntivo sembra essere uno scoglio difficile da superare per il 61% degli intervistati. Inutile scomodare il noto titolo del film (e relativo libro) Io speriamo che me la cavo, dove invece la frase corretta sarebbe "Speriamo che io me la cavi".
Questione di "r"
Tra gli strafalcioni più frequenti c'è l'uso errato nella scrittura della lettera r, in parole nella cui pronuncia si sente poco. E' il caso, ad esempio, di proprio: in molti (55%) scrivono propio, sbagliando ovviamente.
Entusiasta o entusiasto?
Sbagliare tra forma maschile o femminile in alcuni vocaboli, come in questo caso, è molto frequente. Anche se ci si riferisce ad un soggetto maschile, l'aggettivo sarà declinato al femminile, entusiasta. Ciò non vale, però, se si tratta di un plurale: quello maschile si dirà entusiasti, quello femminile entusiaste
E o ed? A o ad?
Altro dubbio amletico (47%) è quello relativo all'uso delle congiunzioni o delle preposizioni, in particolare quelle che vogliono (oppure no) la d eufonica. La regola è che la d vada aggiunta quando la parola che segue inizi con una vocale, a maggiore con una vocale uguale ("Sono felice ed emozionata")
La punteggiatura
Per molti italiani (43%) l'uso di virgole, punti e virgole o due punti è così sconosciuto che persino Totò in un film ridicolizzò l'uso completamente casuale delle punteggiatura nello scrivere. C'è chi abbonda nel ricorso alle virgole, chi invece non ne fa alcun uso, ma la sua funzione è fondamentale per cadenzare una frase. Bisogna però stare attenti a non metterla mai a dividere soggetto e verbo!
Gli o le?
Tornando alla scelta tra maschile e femminile, c'è un altro caso molto frequente di errore (38%): la scelta tra gli o le come pronome. Nella maggior parte dei casi si sbaglia nell'utilizzare gli quando ci si riferisce ad un soggetto femminile ("Gli ho detto che è molto simpatica").
Soggetto e verbo
Fin qui la lista del sito che celebra la lingua italiana e i libri, ma l'elenco sarebbe molto lungo. Ci permettiamo di aggiungere un altro paio di errori molto diffusi, sia nel linguaggio orale che in quello scritto, che si tratti di una chiaccherata tra amici o di un servizio giornalistico (!): soggetto e verbo devono essere sempre coniugati, senza farsi trarre in inganno dal senso della frase. L'esempio più classico è quello delle percentuali: "Il 10% degli italiani pensano...". Naturalmente la frase corretta è "Il 10% degli italiani pensa.." dal momento che il soggetto ("Il 10%") è singolare!
Quando si usa a "i"?
Infine, tra i dubbi che attanagliano gli italiani c'è quello relativo all'uso della i in molte parole come scienza o nei plurali di camicie o ciliegie. In questo caso, ormai la risposta più rapida (e sicura) viene fornita dal correttore automatico del computer o dalle enciclopedie online!