Jurassic World, dinosauri e pop corn: 5 cose da sapere
Il quarto capitolo della saga non raggiunge la forza d'impatto dell'originale ma ne rimane in scia. Azione, meraviglia visiva, humour e tensione quanto basta: l'intrattenimento c'è
"Spaventerà i bambini?". "I bambini? Farà venire gli incubi ai genitori".
Il nuovo bestione che anima Jurassic World, parco a tema e titolo del quarto capitolo della saga dei dinosauri, vuole essere "più grande, più spaventoso, più fico". Insomma, un autentico pericolo. Dall'11 giugno al cinema, l'Indominus Rex è la nuova terrificante creatura pensata dagli sceneggiatori Derek Connolly e Colin Trevorrow, che del film è anche regista.
Su questo nuovo nato da laboratorio da subito guizzano sottili e trepidanti attese. Lo spettatore è gradualmente accompagnato verso il caos imminente e prevedibile, mentre pian piano entra - e ne rimane ammaliato - a Isla Nublar, un'isola interamente dedicata ad attrazioni giurassiche, un'esplosione di verde, tecnologie avanzate, dinosauri di ogni razza e taglia: Mosasauri, Tirannosauro, Velociraptor, Triceratopi... Tutto è equilibrato e sotto controllo, tutto è magnificamente sorprendente, tutto è... sull'orlo della distruzione.
Tra scene di tensione e azione degnamente coinvolgenti, effetti visivi che supportano i momenti più elettrizzanti, non mancano gradevoli stille di ironia e un sottotesto poco profondo ma quanto basta appagante. Il romanticismo? C'è pure quello, ma per fortuna è solo un segno ben calibrato su tela. Nel 2015 i dinosauri sanno ancora dar una morsa all'intrattenimento. Jurassic World si inserisce con giustezza sulla scia tracciata nel 1993 da Jurassic Park. Non può toccare l'ingegnosità e la forza d'impatto dell'originale, ma è divertimento da poc corn e qualche gridolino finale soddisfatto. Steven Spielberg, che ha scelto personalmente Trevorrow per la regia restandosene questa volta in produzione, annuisce.
Ecco 5 cose da sapere su Jurassic World:
1) Com'è nato Jurassic World
Nel 1993 Steven Spielberg con Jurassic Park ha creato un'incredibile miscela di scienza, horror e umorismo che ha segnato la storia del cinema. Basato sull'omonimo libro di Michael Crichton, aprì la porta ai sequel Il mondo perduto - Jurassic Park (1997) e Jurassic Park III (2001).
Da allora Spielberg ha ricevuto tanti imput per un nuovo film giurassico. Racconta: "Un sacco di persone che incontravo per caso e che non ha avevo mai visto prima me lo ricordava domandando solamente: 'Quando esce il prossimo Jurassic Park?'. Ed erano sempre di più, quindi ho cominciato a pensarci".
L'incoraggiamento di molti fan ha cominciato a far venire delle idee a Spielberg, che ha iniziato a fissare degli incontri con degli scrittori che stimava per cercare di capire come avrebbe potuto prendere vita un parco ideato più di due decenni prima: "Jurassic World è quasi come vedere Jurassic Park diventare vero. In Jurassic World volevamo realizzare questo sogno: avere un parco a tema veramente funzionante dedicato al miracolo di creare dinosauri dal Dna. Questa è la realizzazione del sogno di Michael Crichton, che è poi diventato il sogno di John Hammond (creatore del Jurassic Park, ndr). E questo speriamo diventi il sogno che il pubblico ha sempre voluto vedere".
Una volta che si è materializzata l'idea giusta, il passo successivo era trovare il regista giusto. Spielberg e i produttori Frank Marshall e Patrick Crowley hanno individuato l'erede in Colin Trevorrow, trentottenne pioniere del cortometraggio online. Il primo film di Trevorrow, Safety Not Guaranteed (2012), ha vinto un Independent Spirit Award e ha catturato l'occhio di Spielberg e Marshall, avvinti dalla sua prospettiva fresca e decisa.
2) Un'intera isola di "attrazioni". Il nuovo pericolo
"Non vogliamo un altro film dove le persone scappano via dai dinosauri e urlano; questo è già stato fatto e anche molto bene", ha detto Trevorrow. "Pensavo che quello che il pubblico vuole, e so cosa vuole Steven, è prendere questo brillante concetto di base e vedere dove si può arrivare con esso – espanderlo, aprirlo, mentre si riporta il pubblico in un luogo già familiare".
Ecco così che si torna a Isla Nublar, isola al largo della Costa Rica, che ancora una volta è stata rappresentata dai paesaggi verdeggianti delle Hawaii. Jurassic World è un parco a tema internazionale che rapisce lo sguardo. Una meraviglia che combina le intuizioni della scienza al comfort e a una natura mozzafiato. I dinosauri ovviamente sono l'attrattiva. I bambini cavalcano dei mini Mriceratopi nello zoo tattile, il pubblica esulta quando il Mosasauro acquatico salta fuori da una piscina agguantando uno squalo bianco, nella Valle della Girosfera i visitatori girovagano tra branchi di giganti gentili a bordo di girosfere...
Ma il parco ha dei costi di gestione esorbitanti e la curiosità umana è avida e inappagabile. Serve un'attrazione più grande, con più denti. Ecco l'Indominus Rex, il primo dinosauro geneticamente modificato. Nasce dal genoma di un T. Rex più "ingredienti" segreti e inconfessabili. La sua taglia? Una lunghezza di 15 metri da adulta. Il suo istinto? Nel suo recinto con muri alti oltre 12 metri aveva un fratello, ma se l'è mangiato. Le sue caratteristiche? Ignote e pericolose. Presto capiremo che ha un'intelligenza e una capacità di strategia elevatissime, abilità di mimetizzazione, una ferocia incontrollabile. "Sta cercando il suo posto nella catena alimentare e forse sarà meglio che non lo trovi".
3) Bryce Dallas Howard e Chris Pratt: c'è chimica
Claire è la genetista e donna in carriera che supervisiona ogni angolo di Jurassic World. La interpreta la figlia d'arte Bryce Dallas Howard (suo padre è l'attore e regista Ron Howard, sua madre l'attrice Cheryl Alley) ed è un'autentica rivelazione. Nonostante quel suo caschetto rosso da segretaria, è magnetica, nel suo cieco fervore scientifico, nell'inadeguatezza da zia, nella goffaggine comica da pseudo-eroina. È anche protagonista di una memorabile corsa notturna sui tacchi. Sua sorella le affida i due nipoti, il sedicenne scontroso Zach (Nick Robinson) e l'undicenne entusiasta Gray (Ty Simpkins della serie Insidious): quale luogo migliore del Jurassic World per trascorrere dei giorni spensierati?
Gli eccezionali animali del parco sono creati dal Dr. Henry Wu (B.D. Wong di Jurassic Park), un genetista che un tempo lavorava per InGen, la società che stava dietro al primo parco di Hammond, e ora lavora per il milionario benefattore di Jurassic World, Simon Masrani (Irrfan Khan di Vita di Pi). È proprio il Dr. Wu ad aver spinto oltre i limiti della scienza etica e ad aver creato I-Rex. I suoi esperimenti oscuri, tra l'altro, lasciano le porte aperte a possibili sequel. Coinvolgono anche i disegni loschi di Vic Hoskins (Vincent D'Onofrio) del team InGen, personaggio che sembra un pesce fuor d'acqua col resto della narrazione.
Quando I-Rex fugge e il caos e la morte prendono il sopravvento, sembra che l'unico che possa evitare una strage sia Owen Grady, che ha creato un'interazione coi Velociraptor. Gli dà muscoli e aria da belloccio trascurato Chris Pratt, che conferma quanto di buono mostrato in Guardiani della galassia. Ora è meno guascone ma comunque gradevolmente brontolone. È l'unico, insieme al collega Barry (Omar Sy di Quasi amici), a considerare i dinosauri degli essere viventi e non dei giocattoli. Tra Pratt e Howard la chimica è scoppiettante sul filo delle scaramucce e dell'insondabile intesa.
4) I riferimenti a Jurassic Park
Jurassic World è la meta a cui ha portato Jurassic Park. Non possono ovviamente mancare riferimenti più o meno espliciti al film del 1993.
Lowery (Jake Johnson), ingegnere tecnico luogotenente di Claire, indossa una maglietta consumata del Jurassic Park che ha acquistato a una cifra folle su eBay. La cosa è tutt'altro che gradita a Claire, che trova di cattivo gusto ricordare un fallimento che ha causato la morte di tante persone.
I due fratelli Zach e Gray, soli nella giungla, si imbattono nella grande porta che apre al vecchio parco: un viaggio nei ricordi... Qui ritroviamo anche la Jeep Wrangler Sahara del 1992.
L'ultimo omaggio è sul finale. Nel duello tra bestioni entra in scena il "caro" T-Rex di Jurassic Park: il Tirannosauro ha vissuto 22 anni sull'isola Isla Nublar, è stato ricatturato e liberato nel suo nuovo spazio recintato.
Il collante principale tra ieri e oggi è decisamente il Dr. Wu, che ventidue anni fa aveva scoperto il processo per rivitalizzare i dinosauri dal Dna trovato nelle zanzare intrappolate nell'ambra. Ora invece si muove nei regni inesplorati della manipolazione genetica.
5) Effetti visivi e l'omaggio a Stan Winston
Jurassic Park si distinse per gli effetti visivi potenti. Jurassic World, primo film della saga Jurassic realizzato in 3D e Imax, si affida ancora alla società americana Industrial Light & Magic (ILM), divisione della Lucasfilm. Una delle scene più adrenaliniche a cui ha dato vita? Le fauci spalancate che I-Rex lancia sui due nipoti in fuga (e verso il pubblico in sala), nei pressi della cascata. La fuga dei volatili dalla voliera sfondata sembra invece una simpatica citazione de Gli Uccelli di Hitchcock.
Per creare un mondo abitato senza soluzione di continuità sia da dinosauri che da esseri umani, il team ha lavorato a stretto contatto con Trevorrow e il direttore della fotografia John Schwartzman durante tutta la produzione. Insieme hanno preparato delle inquadrature che potessero ospitare i dinosauri in tutta la loro grandezza (alcuni sono alti 6 metri e lunghi 14).
Sono state realizzate anche maquette realistiche e a grandezza reale per alcuni Velociraptor.
Anche se i progressi tecnologici e della CGI hanno rimpiazzato la necessità di animatroni durante le riprese, Trevorrow ha voluto includerne uno per omaggiare l'arte di Stan Winston, mago degli effetti speciali morto nel 2008 che ha ricreato tanti mostri e creature cinematografiche con la tecnica dell'animatronica (robot che riproducono i personaggi). Proprio grazie al suo lavoro a Jurassic Park Winston vinse un Oscar ai migliori effetti speciali.
Per la scena di condivisione tra uomo e dinosauro, quando Owen e Claire cercano i nipoti e si imbattono in un apatosauro morente, Trevorrow ha voluto un animatrone che avrebbe aiutato gli attori a sentire l'intensità del momento in maniera più autentica.