Juventus e Roma: corrida, polemiche e un lungo duello
Il fattore-Rocchi, la rabbia di Garcia e Allegri che ha rischiato tutto. Ecco perché la sfida dello Stadium sarà ricordata...
Una corrida, autentica. Con due vincitori e non solo uno, perché il gol con cui Bonucci ha spinto la Juve oltre le colonne d'Ercole del primo incrocio scudetto della stagione modifica la classifica, ma non l'impressione di un equilibrio impressionante che resta negli occhi. Ha vinto la Juventus, però la Roma c'è e lotterà fino alla fine. Anzi, a tratti per personalità e coraggio la squadra di Garcia ha dato la sensazione di aver quasi azzerato il gap con i campioni d'Italia. Poi ha perso e, soprattutto, di questa partita si parlerà solo per i fischi di Rocchi e le decisioni che hanno contribuito a far pendere la bilancia dalla parte di Allegri. Se Roma e la Roma saranno in grado, però, di metabolizzare polemiche e delusioni il processo di maturazione sarà completo. Sarebbe un peccato assistere a settimane di caccia al complotto e veder consumare tonnellate di energie fisiche e nervose.
Il fattore-Rocchi e il ritorno del passato
Inutile girarci intorno. I centimetri (fuori dall'area) del gomito di Maicon e dell'ingombro al fianco della testa del brasiliano, i millimetri del piede di Pogba a cavallo della stessa linea sulla scivolata sconsiderata di Pjanic e le discussioni sulla posizione (attiva? passiva?) di Vidal ci accompagneranno per settimane, forse mesi. Troppo facile e banale paragonarli ai centimetri di Viola e Boniperti, al fuorigioco di Turone e a mille altre storie di campo e non solo. Facile e fuorviante, perchè alla fine la Roma esce da Torino consapevole di essere alla pari della Juventus e, soprattutto, di avere tutto per mettersi alle spalle tutto. Al contrario, la Juve che ha vinto sbaglierebbe nel non considerare l'episodicità che ha condizionato in maniera evidente la sfida di Torino.
Allegri e la Juve che non t'aspetti
Con Antonio Conte la Juventus aggrediva queste partite lasciando il segno. Allegri ci ha provato, ma il risultato non è stato lo stesso. Ha rischiato lanciando Pirlo, che aveva zero minuti nelle gambe, e ne ha ricavato una partita a metà. Ha ritardato fino all'ultimo il cambio di Vidal (la cui esclusione è legata anche a questioni disciplinari essendo stato protagonista di una serata movimentata in discoteca con tanto di rissa sfiorata: sarà multato), ha avuto la tentazione di ribaltare tutto quando si è fatto male Caceres inserendo Pereyra e passando alla difesa a quattro, salvo poi rimangiarselo nell'arco di pochi secondi quando ha trovato il pareggio all'ultimo respiro del primo tempo. Poi è stato bravo a far giocare la squadra su ritmi un po' più bassi nella ripresa, ma nel complesso i suoi sono parsi a tratti nervosi, quasi consapevoli di aver di fronte un avversario mai trovato da quando Conte gli ha reinsegnato la strada della vittoria.
Gli highlights del match
Garcia e le tante Roma
Quale squadra può permettersi oggi di giocare a Torino contro la Juventus senza Castan, Astori, De Rossi e Strootman (e non solo)? Forse una sola, la Roma di Garcia. La sconfitta non la ridimensiona, anzi. E' vero che non ha espresso il calcio bello e continuo che ci ha abituati a vedere, però ha l'alibi di una gara durissima dal punto di vista fisico e nella quale, in fondo, non aveva il ruolo della favorita chiamata a condurre il gioco. Quindi esame superato, nonostante la sconfitta, e consapevolezza acquisita insieme alla conferma di avere in Gervinho un giocatore che in Italia è merce rarissima e, dunque, preziosa. Lui e Iturbe (ah, chissà se la Juve lo ha rimpianto), hanno accelerazioni capaci di spaccare in due le partite. Semmai mezzo punto in meno va alla difesa, rimaneggiata, che a tratti ha ballato contro Tevez e le incursioni dei centrocampisti, facendo si trovare scoperta alle spalle. Le assenze qui hanno pesato. La gestione della sconfitta farà la differenza e racconterà quanto è davvero grande la squadra di Garcia.
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