Kate Middleton, tra topless e nudo integrale: le indagini continuano
Non si placano le voci sulle possibili foto della duchessa di Cambridge senza slip. E intanto gli investigatori si gettano alla caccia di un possibile fotografo inglese - La condanna di Closer IL NUDO INTEGRALE
Chi ha scattato le foto di Kate Middelton in topless? E poi: esistono degli scatti della duchessa completamente nuda? Secondo il Sun si fa sempre più insistente l’ipotesi che il "cecchino" sia un suddito di sua maestà di stanza in Francia, infiltratosi con astuzia nella tenuta di Chateau d’Autet grazie all’aiuto di complice all’interno.
Sulla base di questa spifferata (arrivata a quanto pare da un noto paparazzo transalpino), gli investigatori hanno deciso di interrogare a tappeto il personale di servizio della villa, con l’evidente intento di capire se ci sia stato effettivamente il supporto di qualche inserviente.
Le indagini, d’altra parte, stanno proseguendo in modo serrato. Una fonte anonima ha dichiarato ai tabloid: "Ormai è ufficiale: la scena del crimine è limitata al castello e ai suoi dintorni. I detective dovranno ora capire come il fotografo sia riuscito a entrare e chi lo abbia avvertito della presenza della coppia reale”.
Il risultato è che nella magione di proprietà del visconte Linley si è scatenata una caccia all’indizio degna del miglior CSI. Dopo aver studiato a fondo le 13 foto pubblicate da Closer, gli inquirenti hanno infatti cercato di isolare il punto esatto in cui si sarebbe appostato il ‘falco’: l’obiettivo, stando al Sun, sarebbe addirittura quello di rinvenire “tracce di DNA”.
In mezzo a questo trambusto, pare alleggerirsi ulteriormente la posizione della fotoreporter Valerie Suau, inizialmente accusata di essere l'unica responsabile della paparazzata.
Nel frattempo sale l’attesa per capire se la sparata del magazine danese Se og Hor, che prometteva per oggi uno speciale contenente immagini di Kate completamente nuda, sia vera o meno. Sprezzante del pericolo, l’editore della rivista ha tuonato al Daily Mail che "la corona britannica non può decidere cosa dobbiamo pubblicare. Quello è il mio lavoro".