La rivolta social contro Yves Saint Laurent
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La rivolta social contro Yves Saint Laurent

Alla vigilia dell'8 marzo il brand francese ha lanciato una campagna pubblicitaria degradante e imbarazzante per ogni donna

Gambe aperte scheletriche e strette in calze a rete, schiena riversa in avanti e volto appoggiato su uno sgabello da cui pendono le braccia inermi. E' un manichino inanimato pronto a essere abusato quello proposto come modello femminile da Yves Saint Laurent nell'ultima campagna pubblicitaria choc comparsa in questi giorni per le vie di Parigi.

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Il manifesto realizzato Inez e Vinoodh è riuscito trasversalmente a offendere ogni donna che lo abbia visto. Alla prima immagine segue un secondo poster in cui la top model Fernanda Oliveria viene ritratta, gambe divaricate, mentre mostra un primo piano delle sue intimità all'obiettivo del fotografo. Si tratta di una campagna pubblicitaria che, alla vigilia dell'8 marzo, ha sconcertato l'opinione pubblica francese e quella mondiale.

La rivolta social

Dopo poche ore dalla diffusione di foto che evocano tutto tranne la classe ed eleganza cui pensava YSL in persona, su Twitter si è levata un'ondata di sdegno culminata nell'hashtag #YSLRetireTaPubDegradante. Si tratta di una sorta di petizione social per chiedere il ritiro di una pubblicità tanto, scrivono gli utenti, "degradante"; "umiliante" e "vergognosa".

Tra le decine di commenti si legge: "YSL si sta rigirando nella tomba: la festa della donna è già stata sporcata da questo marchio infame"; "Una donna non è un bastone filiforme né un oggetto sessuale da esibire. Rispettateci" e poi ancora: "Si promuove l'immagine di una donna anoressica, umiliata e sottomessa".

I precedenti

Lo scorso venerdì sono arrivate le prime lamentele all'ARPP, l'autority francese per la regolamentazione della pubblicità che, tramite il suo direttore, Stéphane Martin, ha commentato: "Venerdì è arrivata una prima segnalazione; poi ne sono state depositate una quindicina. Il giudice esaminerà l'ammissibilità di queste lamentele, interpellerà Yves Saint Laurent ed eventualmente coloro che si sono occupati di diffondere questa pubblicità".

I vertici del brand non hanno voluto rilasciare dichiarazioni anche se non è la prima volta che YSL finisce nella bufera per campagne pubblicitarie discutibili. Era già successo in Gran Bretagna per la presenza di modelle troppo magre firmate Yves Saint Laurent sulla cover diElle UK e lo stesso era capitato a Gucci la cui pubblicità per la linea cruiseera stata ritirata in Inghilterra perchè complice di veicolare un ideale femminile sbagliato e malato.

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Barbara Massaro