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I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra

I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra

Panorama ha visitato Watches and Wonders, Salone dell’alta orologeria di Ginevra. in queste pagine, i migliori segnatempo delle nuove collezioni presentate dalle maison.

Il Salone dell’Alta Orologeria di Ginevra – o Watches and Wonders che si dica – ormai non è più una scintillante bomboniera appannaggio di operatori, stampa e addetti ai lavori, ma una vetrina dell’arte del segnatempo a disposizione di tutti. Quest’anno sono state tre le giornate a disposizione del pubblico per fruire delle patinate atmosfere del Palaexpo ginevrino, arrivato ad accogliere 54 marchi essendo ormai l’unico appuntamento fieristico internazionale di settore dopo il doloroso tramonto di Baselworld.

L’evento ha premuto l’acceleratore sul piano dell’inclusività, consentendo addirittura agli appassionati d’iscriversi alle presentazioni in piccoli gruppi, al fine di osservare i protagonisti dell’universo delle lancette, non solo attraverso le vetrine, ma senza barriere e al proprio polso. Per non parlare del programma «In The City» finalizzato a promuovere la rassegna fuori dalle mura espositive, illuminando Ginevra ed eleggendola a capitale di un patrimonio dell’umanità, quale l’orologio.

Tornando ai numeri, sono stati oltre 49 mila i visitatori unici (+14 per cento rispetto al 2023), tra cui 5.700 rivenditori e 1.500 giornalisti. A livello di business, più di 10 mila gli appuntamenti con i rivenditori (+25 per cento rispetto al 2023), per un aumento significativo degli ordini da parte dei clienti finali.

I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
A. Lange & Söhne, Datograph Perpetual Tourbillon Honeygold «Lumen»» (50 pezzi). 620.000 euro.
I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
Rolex Oyster Perpetual Date GMT-Master II, in acciaio Oystersteel. 11.200 euro.
I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
Roger Dubuis, Excalibur Orbis in Machina Central Monotourbillon, oro rosa (88 pezzi). 246.000 euro.
I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
Patek Philippe, Ora Universale, ref. 5330G-001, in oro bianco, da 40 mm. 77.220 euro euro.
I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
Eberhard & Co., 1887 Chronographe Edition Limitée, in acciaio (250 pezzi) a 6.960 euro.
I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
Cyrus, Etheral collection, Twin Orbital Tourbillon, in oro rosa e titanio (18 pezzi). 335.000 no tax.
I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
Panerai, Submersible QuarantaQuattro Luna Rossa Ti-Ceramitech, da 44 mm. 16.900 euro.
I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
TAG Heuer Monaco Split-Seconds Chronograph in titanio grado 5 e zaffiro. 135.000 euro.
I migliori orologi di lusso presentati al Salone di Ginevra
Grand Seiko, Evolution 9 Hi-Beat manuale, in Brilliant Hard Titanium. 11.700 euro.

Insomma, dopo un inizio 2024 non entusiasmante, Ginevra sembra spingere verso una crescita più equilibrata e aderente all’effettiva consistenza del mercato, rispetto agli scorsi anni connotati da una viziosa euforia che ha portato a dati negativi. La conferma è della Fédération de l’Industrie Horlogère Suisse: a partire da febbraio le vendite sono andate male. A marzo la flessione delle esportazioni ha raggiunto il 16,1 per cento, con il medio-alto di gamma a -38,2 per cento e i segnatempo di fascia alta a -9,9: da gennaio a marzo, il turnover per le aziende elvetiche è diminuito del 6,3 per cento, a poco più di sei miliardi di franchi svizzeri. Dunque, le maison si augurano che, con il mese di aprile, si avvii un’inversione di tendenza.

Quanto all’aria che si respirava al Palaexpo, sono emerse tre indicazioni primarie: produzione e distribuzione seguiranno il mantra «no stock» lungo tutta la filiera commerciale; priorità a collezioni o modelli «icona» da parte dei brand, da considerare come apripista sull’intero catalogo e funzionali all’inserimento tra le alternative di scelta per il consumatore finale; focus sulla misura unisex, fra i 38 e i 40/41 mm di diametro, considerata una forbice molto ridotta tra diametri maschili e femminili, anche se non sono mancate varianti dimensionali inferiori ai 30 mm. In tutto questo, alcune maison hanno voluto «puntualizzare» di essere in grado di misurarsi con straordinarie prodezze che, evidentemente, anche se pezzi più o meno unici, o dalla ridottissima tiratura, non hanno faticato a imporsi al centro della scena.

Citiamo in primis, evidentemente, il The Berkley Grand Complication di Vacheron Constantin, il segnatempo più complicato del mondo, in oro bianco da 90,8 mm di diametro e 50,55 mm di altezza – 11 anni di lavoro -, in grado di proporre 63 complicazioni, distribuite su 2.877 componenti, 245 rubini e 31 lancette. Tornando a modelli indossabili sul polso, ecco, tra gli altri, lo Jaeger-LeCoultre Duometre Heliotourbillon Perpetual in oro rosa (tourbillon triassiale), il Patek Philippe Ora Universale in oro bianco con data indicizzata sull’ora locale (Prima Mondiale), l’IWC Portoghese Eternal Calendar, in platino (tiene conto anche del «salto» dei tre anni bisestili ogni 400 anni). Poi ci sono: l’Hublot Big Bang MP-11 14-Day Power Reserve in vetro zaffiro blu (sette bariletti accoppiati in serie), l’Hermès Arceau Duc Attele (24 esemplari, tourbillon triassiale e ripetizione minuti), l’A. Lange & Söhne, Datograph Perpetual Tourbillon Honeygold «Lumen», in oro miele (50 pezzi, celebrazione dei 25 anni dal lancio dello straordinario movimento cronografico manuale Datograph).

Impossibile non citare il Roger Dubuis, Excalibur Orbis in Machina Central Monotourbillon in oro rosa (88 pezzi) e il Cyrus Etheral Collection, Twin Orbital Tourbillon, in oro rosa e titanio (18 pezzi), con espressione digitale dell’ora, opera del genio tecnico di Jean-François Mojon. Non è mancato, poi, un bel parterre di sofisticati meccanismi manuali, tra cui segnaliamo il calibro 9SA4 montato sul Grand Seiko Evolution 9 in Brilliant Hard Titanium (36 mila alternanze/ora, scappamento a doppio impulso e precisione di +5/-3 secondi al giorno), il calibro ED 280 (ruota a colonne) che equipaggia l’Eberhard & Co. 1887 Chronographe Edition Limitée (250 pezzi) e il calibro PF780, anima del nuovo Toric Petite Seconde, realizzato in oro rosa a 18 carati. Tra i segnatempo iconici è stata notevole l’offerta: citiamo il Rolex Oyster Perpetual Date GMT-Master II, in acciaio Oystersteel, per la prima volta con anello graduato della lunetta in Cerachrom grigio/nero e tocchi di verde sul quadrante, e il TAG Heuer Monaco Split-Seconds Chronograph in titanio grado 5, ultraleggero con estetica vintage adattata in ambito scheletrato, e vetro zaffiro su quadrante e fondello.

Sul fronte tecnologico, ecco il Panerai Submersible QuarantaQuattro Luna Rossa Ti-Ceramitech (la Casa è main sponsor della sfida italiana all’America’s Cup, che comincerà il prossimo 28 agosto), in titanio ceramizzato per ossidazione elettrolitica al plasma, altamente performante. Infine, lo Chanel J12 Couture Workshop Automaton dotato del nuovo Calibro 6 di manifattura, sul cui quadrante Coco Chanel è intenta a rifinire sartorialmente un abito nel suo atelier di rue Cambon a Parigi, muovendo, a richiesta (pulsante all’8), il corpo e la testa, il braccio con le forbici e il manichino in senso verticale. E, come non fare un salto da Cartier in rue de la Paix, dove scoprire, nell’ambito della linea Privé, il Tortue Cronografo Monopulsante in oro giallo e in platino, da 43,7 mm x 34,8 mm, disponibile in 200 pezzi per ognuna delle versioni, animato dal calibro manuale 1928 MC, di sopraffina esecuzione tecnico-estetica. La forma sensuale del Tortue fu lanciata dalla maison nel periodo dell’Art Nouveau, nel 1912, dopo i successi del Santos e del Tonneau, e nel 1928, venne proposto proprio il cronografo monopulsante. Tempi pionieristici in cui prese forma il senso vero dell’eleganza.

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