Auguri Madonna, diva per sempre
Madonna in concerto nel 1990 (Getty Images)
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Auguri Madonna, diva per sempre

Tre i numeri da ricordare: 65, 40 e 35. Ovvero gli anni che il 16 agosto compirà Lady Ciccone, quelli della sua gloriosa carriera ufficialmente iniziata nel 1983 e la cifra in dollari che possedeva al suo arrivo a New York. Quando partendo da zero «senza YouTube, senza The Voice, senza American Idol nè Instagram o TikTok» ha conquistato il mondo. Ora non resta che aspettare il suo atteso Celebration Tour.

La trama è quella della sua vita, la protagonista è lei e l’ambientazione è il mondo. Sono queste le uniche tre certezze del progetto più ambizioso della carriera di Madonna: raccontare in due ore e mezzo di pellicola 40 anni da performer e 65 di vita (il compleanno cade il 16 agosto). Sta scrivendo la sceneggiatura Lady Ciccone, «obbligata» per una volta nella sua esistenza a guardare indietro e non avanti, a riavvolgere il nastro di una rivoluzione, la sua, che ha cambiato per sempre le regole della cultura pop. Partendo da zero, anzi da 35, come ha svelato in un post social diventato storia: «Senza YouTube, senza The Voice, senza American Idol, senza la Disney. Solo 35 dollari in tasca e un sogno. Ah, senza nemmeno Instagram, Twitter e TikTok…». Si racconta che al suo arrivo nella Grande Mela dal natio Michigan abbia chiesto a un tassista di condurla dove tutto succede, al centro del mondo. E che lui l’abbia accompagnata in Times Square.

1979: un'ancora sconosciuta Madonna a New York durante una lezione di danza (Getty Images)

Oltre la mitologia postuma e la narrazione miracolistica della nascita di un’icona, c’è però la realtà. Ossia che Louise Veronica Ciccone è diventata quello che è anche perché ispirata da un preciso contesto, la sua scuola d’arte e di vita: quello dei dance club notturni di New York di fine anni Settanta e inizio Ottanta: luoghi di tendenza, moda, incontri,controcultura e stravaganza, nati sull’onda del boom dello Studio 54, con l’ambizione di esserne l’esatto opposto.

Madonna trascorreva lì tutte le notti per capire, imparare, imitare. Era sempre al Mudd Club di Lower Manhattan dove Blondie e i Talking Heads si esibivano davanti ad Alan Ginsberg e alla stilista Betsey Johnson, legata al mondo di Andy Warhol e dei Velvet Underground di Lou Reed; non si perdeva un evento al Club 57, nell’East Village, frequentato da Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, ed era una habituée del The Fun House, tra la decima e l’undicesima Avenue, il paradiso della musica elettronica ed alternativa dove il deejay star, Jellybean Benitez dal Bronx (per alcuni mesi il suo fidanzato), intratteneva la folla con performance di 10, 12 ore.

Insomma, non è stato un caso fortuito se l’ex batterista di una sconosciuta band newyorkese, i Breakfast Club, e poi cantante rock di un altrettanto anonimo gruppo di Manhattan, gli Emmy, è diventata la popstar più influente di sempre. Chi pensa che tutto sia iniziato con il videoclip di Like a Virgin sulla gondola lungo i canali di Venezia, si sbaglia: prima della Madonna superstar c’è stata un’altra Madonna, quella che si esibiva come ballerina e corista per Patrick Hernandez, l’autore del bestseller «disco» Born to Be Alive. Il resto è storia, la storia di una trionfale passeggiata sull’onda del successo senza confini, tra inflessibile etica del lavoro, determinazione assoluta, intuizioni geniali ed ego smisurato. Quando un’artista può sfoggiare un portfolio di 50 canzoni che gran parte della popolazione terrestre è in grado di riconoscere dopo pochi secondi, si è già ben oltre il mero fattore musicale.

Il brand Madonna ha invaso tutto gli ambiti, ha sparigliato il mondo della moda, ha reso normale essere sessualmente esplicita, ha sdoganato il kinky sex ben prima delle «50 sfumature di grigio», ha messo in scena provocazioni e trasgressioni inedite per una donna dell’industria pop mainstream, ha ingaggiato battaglie senza esclusioni di colpi nel nome della libertà d’espressione. Non è religiosa Madonna, lo si evince dalle rare interviste che rilascia, ma una dimensione spirituale fatta di riti e credenze è presente nella sua vita. Lo ha dichiarato qualche volta ed è emerso in maniera evidente nei brani di uno dei suoi dischi cult, Ray Of Light, uscito un anno e mezzo dopo la nascita della figlia Lourdes.

Con un patrimonio personale di 580 milioni di dollari (la stima è di Forbes) e oltre 300 milioni di album venduti, non ha più nulla da dimostrare Madonna, adesso può solo celebrarsi con un biopic tutto da inventare e il Celebration Tour, quello che è stato posticipato per permetterle di riprendersi da una seria infezione batterica. Ora sta molto meglio e per farlo sapere al mondo ha pubblicato un video su Instagram in cui danza sulle note di una sua vecchia canzone, Lucky Star, quella che apriva il primo album, uscito in sordina 40 anni fa, il 27 luglio del 1983. Quando nessuno, tranne lei, aveva capito che da quel disco in poi nulla sarebbe stato come prima.

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Gianni Poglio