mary poppins 60 anni anniversario walt disney
(Silver Screen Collection/Hulton Archive/Getty Images)
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Mary Poppins: Compie 60 anni il film sulla tata più magica del mondo

Praticamente perfetta sotto ogni aspetto. O forse estremamente umana. Da libro a lungometraggio di successo voluto da Walt Disney con protagonista Julie Andrews e Dick Van Dyke, la bambinaia che vola sui tetti di Londra è divenuto un vero e proprio fenomeno culturale

Supercalifragilistichespiralidoso. Un termine che racchiude in sé l'essenza della magia e della fantasia, diventando sin dal 1964 un simbolo di meraviglia e leggerezza, esattamente come il film che lo ha reso celebre. "Mary Poppins" non è solo una pellicola, ma un fenomeno culturale che ha attraversato le generazioni, lasciando un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo di tutto il mondo.

A distanza di 60 anni, il fascino di questa tata magica continua a risuonare, richiamando alla mente non solo i suoi insegnamenti e le sue avventure, ma anche le indimenticabili performance degli attori che hanno contribuito a rendere il film un capolavoro.

Per Julie Andrews, "Mary Poppins" rappresentò il debutto cinematografico, un ruolo che avrebbe segnato l’inizio di una straordinaria carriera. All'epoca già celebre sui palcoscenici di Broadway, dove aveva incantato il pubblico con interpretazioni in musical come "My Fair Lady" e "Camelot", la Andrews fu scelta da Walt Disney per incarnare la magica bambinaia. Nonostante fosse incinta al momento dell'offerta, Disney decise di aspettare affinché l’attrice potesse dedicarsi pienamente al ruolo. Il risultato fu un’interpretazione che non solo le valse l'Oscar come Miglior attrice protagonista, ma la consacrò come una delle figure più amate del cinema. Con il suo volto dolce, la voce cristallina e una presenza scenica carismatica, Julie Andrews ha donato a Mary Poppins un’aura di incanto e autorità che rimane ineguagliata, rendendo il personaggio un’icona della storia cinematografica.

Uno degli aspetti più memorabili di "Mary Poppins" è senza dubbio la performance di Dick Van Dyke nel ruolo di Bert, lo spazzacamino dal cuore d’oro e dal sorriso contagioso. La sua energia inesauribile e il suo talento nel ballo e nel canto hanno contribuito a rendere le scene musicali del film tra le più amate di sempre. Sorprendentemente, anche oggi, all’età di 98 anni, Van Dyke continua a incarnare lo spirito del suo personaggio, esibendosi in brevi passi di danza durante le apparizioni pubbliche e dimostrando una vitalità che sembra sfidare il tempo. Van Dyke ha mantenuto un legame speciale con "Mary Poppins" nel corso della sua lunga carriera. Non solo ha continuato a celebrare il film, ma ha anche fatto un cameo nel sequel del 2018, "Il ritorno di Mary Poppins", in cui ha interpretato il ruolo del figlio del signor Dawes, il direttore della banca. Anche in quell’occasione, ha regalato al pubblico un assaggio delle sue abilità di ballerino, dimostrando che l’età non ha diminuito il suo talento. La sua dedizione al ruolo e la sua passione per il personaggio di Bert lo hanno reso una vera e propria leggenda, amata da generazioni di spettatori."Mary Poppins" è un film che ha superato i confini del tempo e dello spazio, diventando un simbolo riconosciuto a livello globale. La sua influenza si estende ben oltre il mondo del cinema, permeando la cultura popolare, la musica, il teatro e persino il linguaggio quotidiano. Frasi come "basta un poco di zucchero e la pillola va giù" o "supercalifragilistichespiralidoso" sono entrate a far parte del lessico comune, evocando immediatamente l'immagine della tata perfetta, che con un tocco di magia sa trasformare la monotonia in un’avventura straordinaria.

Il personaggio di Mary Poppins, nato dalla penna di P. L. Travers, è diventato un’icona di indipendenza, gentilezza e forza, un modello di femminilità che, pur incarnando la dolcezza e la cura, non rinuncia alla sua autonomia e al suo potere. Questo aspetto è particolarmente evidente nella rappresentazione cinematografica, dove Mary Poppins emerge come una figura autorevole ma affettuosa, capace di risolvere situazioni complesse con un misto di disciplina e fantasia.

"Mary Poppins" si presenta come una fiaba leggera, ricca di colore e musica, ma nasconde in sé una profondità che va ben oltre l'intrattenimento. Ambientato nella Londra edoardiana, il film riflette un periodo di grandi trasformazioni sociali ed economiche. Il signor Banks, padre dei piccoli Jane e Michael, incarna il modello dell’uomo d'affari rigido e autoritario, il cui mondo è governato da regole ferree e doveri intransigenti. La sua ossessione per l’ordine e la produttività rappresenta la pressione della società capitalista dell’epoca, dove il valore delle persone era spesso misurato dalla loro efficienza economica. Mary Poppins, con la sua magia e il suo approccio non convenzionale, sfida queste norme, mostrando ai Banks che il vero valore della vita risiede nelle relazioni umane e nel saper apprezzare le piccole cose. La sequenza finale, in cui la famiglia Banks vola un aquilone insieme, è un potente simbolo di questa trasformazione. Solo lasciando andare le rigidità e accogliendo la leggerezza e l’amore si può veramente vivere. Questo messaggio, trasmesso attraverso una narrazione semplice ma toccante, continua a risuonare, dimostrando la capacità del film di trascendere il tempo e parlare a generazioni diverse. Mary Poppins, con il suo approccio anticonformista e la sua magia, sovverte quindi questo ordine stabilito, mostrando ai Banks che il vero valore della vita risiede nelle relazioni umane e nella capacità di godere delle piccole cose e che solo lasciando andare le proprie rigidità e accettando la leggerezza che si può veramente vivere.

In parallelo alla trama principale, il film introduce anche temi legati ai movimenti sociali dell’epoca, in particolare il suffragismo. La madre dei bambini, Winifred Banks, è una suffragetta, impegnata nella lotta per il diritto di voto alle donne. La sua partecipazione al movimento è rappresentata in modo leggero, con la canzone "Suffragette, a noi", ma porta con sé un messaggio importante: la lotta per l’uguaglianza e i diritti civili è una componente essenziale del progresso sociale.
Il film, pur mantenendo un tono allegro e familiare, non manca di toccare questi temi con una profondità che va ben oltre l’intrattenimento. L’evoluzione dei personaggi, in particolare quella del signor Banks, rappresenta un’aspirazione universale: il desiderio di bilanciare dovere e affetti, di riconoscere il valore intrinseco della gentilezza e della compassione in un mondo spesso dominato dal cinismo e dalla rigidità.

"Mary Poppins" continua a essere un faro di magia e saggezza, un film che, sessant’anni dopo, non ha perso nulla del suo potere di incantare e ispirare. La sua eredità è evidente non solo nel continuo successo delle sue repliche cinematografiche, ma anche nel sequel del 2018, "Il ritorno di Mary Poppins", che ha riacceso l’entusiasmo per questo straordinario personaggio.
Tuttavia, l’aspetto più significativo del film resta la sua capacità di trasmettere valori universali attraverso una narrazione semplice e affascinante. In un mondo che spesso sembra dimenticare l'importanza della gentilezza e della fantasia, "Mary Poppins" ci ricorda che la vera magia risiede nella capacità di vedere il mondo con occhi nuovi, di apprezzare le piccole gioie della vita e di volare alto con un aquilone, spinti dal vento dell’amore e della speranza.

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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