Midnight economy, viaggio nelle città sempre aperte
A New York e Hong Kong l'«always open» è la regola, in Italia lo diventerà. Perché nelle metropoli, tra notte e giorno, non c'è quasi più differenza
Una giostra tra gli attrezzi per allenare bicipiti, dorsali e addominali o una bollente parentesi di benessere tra i vapori di una sauna; un appuntamento romantico davanti a un risotto con crema di scampi e gamberetti o la mega spesa al supermercato, mentre i bambini sonnecchiano sereni all’asilo nido. Sembra il racconto di un giorno qualunque, è un elenco di attività accessibili a qualsiasi ora della notte. Senza gerarchie obbligate o sguardi preoccupati all’orologio per paura di non farcela: alcune saracinesche non si abbassano mai o al massimo scandiscono l’arrivo dell’alba.
Succede, per ora a macchia di leopardo, nelle principali città italiane, con Roma e Milano in testa, ma la tendenza va rinforzandosi ed espandendosi lungo la Penisola sulla scia delle grandi capitali straniere, dove tra la luce e la sua assenza non si fa più differenza. Generando una «midnight economy», un’economia sonnambula foraggiata dagli innamorati delle ore piccole o da chi si sveglia con il buio; da chi lavora con un altro fuso orario o fino a troppo tardi e non rinuncia a riti e svaghi di una vita ordinaria. In Italia, il calcolo è della Federazione italiana pubblici esercizi, in un anno questo fervore sotto i neon arriva a generare 70 miliardi di euro; pochini, in confronto a Londra che da sola produce 66 miliardi di sterline, circa 76 miliardi di euro. Un segno che i margini di crescita, assieme ai terreni di sperimentazione, non vanno in letargo.
Il contagio dell’«always open»
Lo dimostra il numero di luglio e agosto della rivista Monocle, che al contagio dell’«always open», alla nuova insonnia diffusa e agli indirizzi per capitalizzarla a dovere, ha dedicato decine di pagine. Non solo ristoranti gourmet con chef caffeinomani o locali per adepti di drink e clubbing, ma mercati di frutta, verdura e fiori freschi spalancati «h24» (il Jean-Brillant di Montreal), piscine postmeridiane très chic (la Pontoise a Parigi), librerie no stop (Eslite Bookstore a Taiwan).
Il paradigma non è costruire avanguardie che sappiano d’eccezione, oasi sganciate dai solidi ritmi urbani, ma riprodurre molto dopo il tramonto ciò che è prassi di mattina e pomeriggio. Persino nei trasporti, nella tessitura di regole e sanzioni: a Londra, al momento di venerdì e sabato, da pochi giorni alcune linee della metropolitana sono attive 24 ore su 24; paradisi del divertimento come Amsterdam, ma anche centri più narcolettici come Zurigo e Tolosa, hanno eletto sindaci della notte, incaricati di vegliare sulla quiete degli ortodossi del cuscino e altrettanto di garantire i diritti di chi intende allenarsi, acconciarsi per una videoconferenza con Shanghai, godersi un film o uno show di cabaret all’ora delle tenebre.
E in Italia?
Nessuna investitura così ufficiale a oggi nel nostro Paese, sebbene fosse nei programmi di alcuni candidati alla guida di Torino, Roma e Bologna, ma un cruciale puntello normativo: il decreto «Salva Italia», che nel 2012 ha liberalizzato gli orari di apertura dei negozi. O dato la facoltà di non chiuderli: ne hanno approfittato soprattutto ipermercati come i Carrefour e negozietti di generi alimentari di quartiere su tutto il territorio, ma lentamente l’onda si va allargando ai servizi. Dalle biblioteche alle aule studio per gli studenti (con le università capitoline La Sapienza e Luiss in prima fila), alle palestre: la catena Fit Star ha sedi a Milano e a Prato, in Toscana; il franchising Fit Express conta club da Latina a Napoli e Novara. Lasciano scolpire perennemente i muscoli, come la Anytime Fitness di Roma, membro di un network con 3.300 indirizzi in tutto il mondo, Nuova Zelanda e India incluse. Sempre nella capitale c’è la spa Moon Roma del Trilussa Palace Hotel, che non spegne mai il benessere, anzi lo cadenza con costanti effetti luminosi e proiezioni. Restano accesi fino alle 4:30 i fornelli di «La Base», ristorante a un passo dal Colosseo che alterna evergreen della cucina locale come i bucatini all’amatriciana a delizie più soft (vista l’ora, per pietà del metabolismo) come insalate o straccetti.
Genitori nottambuli
Sarebbe però un errore pensare che questa rivoluzione, questa fronda del popolo by night, sia prerogativa di fannulloni cultori della veglia perché immuni alla sveglia, di nemici giurati della pancetta o manager in carriera con l’agenda diurna che straripa impegni: «Si rivolgono a noi genitori che non vogliono rinunciare a un’uscita con gli amici, a tenersi in forma o a fare la spesa come si deve. Anche se finiscono di lavorare tardissimo oppure hanno impieghi con orari non tradizionali» racconta Anna Podestà, titolare della milanese Scuola Dadà: nido e materna dove i bambini possono rimanere dalle 18:30 alle 9:30 del mattino successivo. Tariffa: 90 euro al massimo; nel pacchetto: cena con ingredienti biologici, pannolini no limits, videochiamata su Skype con mamma o papà per la buonanotte in diretta, aggiornamenti via WhatsApp sul sonno quieto o disturbato del piccolo. Un servizio importato in provincia: «Ci contattano da molti paesi vicini, per noi giorno o notte non fanno differenza. Su richiesta, rimaniamo aperti senza problemi» spiega Fabrizio Casavecchia, proprietario dell’asilo «Le Tate» di Fiano Romano, che fornisce anche baby sitter qualificate a domicilio.
Sono tutti segnali di un cambiamento di costume in corso, di un fermento trasversale che, altrove, ha dato prove di tenuta: è già compiuto nelle cinque capitali raccontate nelle prossime schede, con un elenco d’indirizzi per sperimentarlo in prima persona. Perché la notte, lo insegnano una letteratura sterminata e i vari frammenti di quest’economia al decollo, è sempre giovane. Ancora di più, nei suoi nuovi luoghi fuori orario.
Londra tiratardi
Vista mozzafiato dal quarantesimo piano e piatti di gran gusto con o senza contorno di champagne a qualsiasi ora: la sala e la cucina del ristorante Duck & Waffle (duckandwaffle.com) non chiudono mai. Come Library (lib-rary.com), raffinato hotel a Covent Garden con gigantesca selezione di romanzi e periodici per lettori abbonati alla veglia. È un club privato, che però ammette ingressi giornalieri ai suoi eventi per tiratardi, dalle proiezioni di film alle presentazioni dei testi di autori emergenti. I bambini possono invece vivere le emozioni del celebre film con Ben Stiller con una notte al museo. Quello di Storia naturale (nhm.ac.uk) organizza esplorazioni dal tramonto all’alba: in mezzo, si dorme tra ominidi e dinosauri. Nel frattempo, gli adulti si abbandonano alle note del Ronnie Scott’s (ronniescotts.co.uk), storico jazz club di Soho con live in calendario dall’1 in poi, inclusi dj set ben frequentati o spettacoli di blues che fanno la gioia di un pubblico hipster. Per scoprire nuovi talenti della comicità, luogo e momento giusto coincidono con un late show qualunque del Comedy Store (thecomedystore.co.uk). Microfoni aperti da mezzanotte in poi: ridere, si sa, tiene desti.
Berlino insonne
Per sopportare i ritmi della capitale più sveglia e alternativa d’Europa, bisogna essere sempre in forma. Perciò la catena di palestre FitX (fitx.de), con una sede anche a 3 minuti a piedi dalla centralissima Alexanderplatz, non ferma mai i tapis-roulant. Ed è un’ottima base o una conclusione estrema per un tour de force notturno: cena leggera ma gustosa da Cookies Cream (cookiescream.com), ristorante vegetariano di gran tendenza nascosto in un vicolo tra i cassonetti, non lontano dalla Porta di Brandeburgo. Gli ospiti vip, che lo affollano oltre la mezzanotte, impazziscono per il contrasto. Da lì, tre strade: restare sullo chic con un drink da The Liberate (theliberate.com), speakeasy incensato dal New York Times come l’incrocio perfetto tra il glamour e un cocktail;aspettare l’arrivo del sole da Prince Charles (princecharlesberlin.com), club super hip con il bancone incastrato dentro una ex piscina: qui i party si prolungano fino alle 8 del mattino; tuffarsi nella techno più estrema servita da ://About blank (aboutblank.li), in un ex gigantesco edificio industriale. Unica regola: mai chiedersi che ore sono. Di norma la musica va avanti fino al pomeriggio o alla sera successiva.
New York no stop
Nella Grande Mela le aperture senza sosta sono storia vecchia. Per dire, la 247Wash (247wash.com) è una lavanderia di Brooklyn con ritiro e consegna a domicilio a qualsiasi ora: funziona da due lustri; un ristorante «always open» come Veselka (veselka.com), fondamentale snodo antimeridiano nell’East Village, esiste dal 1954. Per non parlare del leggendario Blue Note (bluenote.net), con 35 anni di titani della musica ad avvicendarsi sul suo palco nel Greenwich Village, spesso dopo le 23 e oltre. Le novità, allora, diventano le contaminazioni tra abitudini diurne e notturne. Ecco il Beauty bar (thebeautybar.com): si comincia con Martini e manicure, si resta per i party fino alle 4; per un bagno turco, un massaggio o un trattamento per il viso c’è invece la Jeuvenex spa (juvenexspanyc.com), dietro l’Empire State Building. Non chiude mai, è gettonatissima da attori e ballerini di Broadway che inseguono il relax dopo le fatiche sul palco. Chi preferisce ristorarsi con la cultura, non può perdere gli appuntamenti di «Art after dark» del Guggenheim museum (guggenheim.org): visite tardive con dj set. Attenzione però, i biglietti si acquistano solo on line e si esauriscono più rapidamente di un tramonto.
Los Angeles by night
Nella capitale mondiale del cinema ha senso concedersi una proiezione notturna: il Vista Theatre (vintagecinemas.com) le organizza spesso nella sua grande sala risalente agli Anni Venti. Per spegnere l’appetito prima o dopo il film, ci sono le sontuose bistecche di Pacific Dining Car (pacificdiningcar.com), bandiera di un’eleganza vecchia scuola sempre accesa sia nella sede di Downtown che a Santa Monica. Lungo Sunset Boulevard, a West Hollywood, è invece facile riconoscere il pittoresco Carney’s (carneytrain.com): un vagone ferroviario con la fama di servire i migliori hamburger e hot dog della città, venerdì a sabato fino alle tre. Una volta o l’altra gli cedono tutti, inclusi i frequentatori della Break Room 86 (breakroom86.com), bar per nostalgici sonnambuli con jukebox e atmosfera Anni Ottanta. Come nelle principali città degli Usa, le catene Walgreens, Cvs e 7-Eleven non abbassano mai le saracinesche e vendono qualsiasi cosa, dal cibo alle medicine, dai prodotti di cartoleria ai cosmetici. A tenere d’occhio bambini e anziani quando gli adulti latitano, provvede invece la Heart Night Services (heartnightservices.com): compagnia domestica qualificata, per 30 dollari l’ora, per chi è troppo piccolo o grande per vivere di notte.
Hong Kong h24
Nel centro più insonne dell’Asia, non ci sono semplici indirizzi in feeling con il buio, ma interi quartieri votati alle ore piccole. Il Temple street night market, giudicato come imperdibile dal magazine Time(dettagli su su discoverhongkong.com), alterna negozietti di abiti locali e tessuti pregiati a chincaglieria d’ogni tipo, prodotti originali di grandi brand e clamorosi falsi, artisti mirabili che si esibiscono per una mancia modesta e cibo di qualità variabile. In sintesi, il massimo concentrato di folklore per metro quadro. A dispetto dell’insegna, niente eccessi erotici ma stile a bizzeffe nella XXX Gallery (xxxgallery.hk), affollata fino a tardissimo tra mostre, proiezioni ed eventi assortiti. È l’icona per eccellenza della scena underground, mentre l’Eyebar (elite-concepts.com/EYB) guarda tutti dall’alto in basso, dal trentesimo piano: i cocktail sono superbi, la vista sullo skyline cittadino ubriaco di luci di più. Placata la sete, resta da sistemare lo stomaco. I migliori dim sum sono quelli di San Hing: non ha un sito web, ma è un’istituzione. Lo conferma la calca di locali ed expat in fila paziente parecchio prima dell’apertura, fissata per le 3 in punto. Di notte, s’intende.