Milan: presi Biglia e Bonucci. Estate record, ma non è da scudetto
Zittito chi non credeva in Fassone e nei cinesi. Montella ha una rosa al top, ma Juve e Napoli restano un passo avanti
Il Milan ha preso Bonucci e Biglia in un pomeriggio, spendendo altri 60 milioni di euro dopo gli oltre 150 già investiti sul mercato per rifare mezza squadra. Un doppio colpo che competa il progetto di Fassone e Mirabelli aggiungendo leadership, esperienza e classe a un gruppo con tante scommesse su giovani talenti che devono confermare le promesse.
Un'entrata choc sul mercato da parte dei cinesi dopo i mesi del closing infinito e delle incertezze. Nessuno si sarebbe mai immaginato un impatto simile del nuovo Milan e il significato simbolico della trattativa-lampo con la Juventus per Bonucci va ben oltre quello tecnico che pure ha una portata notevole.
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E' vero che Bonucci era in rotta con Allegri e con l'ambiente bianconero e che questo ha favorito la volontà del Milan, però non può sfuggire che si tratta della prima volta in cui Marotta e Paratici hanno venduto un big in Italia. E non un giocatore qualsiasi, ma quello che per la tifoseria rappresentava l'anello di congiunzione tra passato, presente e futuro. Un'estate fa raccontavamo della potenza di un club capace di andarsi a prendere il meglio da Napoli (Higuain) e Roma (Pjanic) senza nemmeno discutere. Oggi c'è chi ha trattato la Juventus allo stesso modo.
La scommessa di Fassone e dei cinesi
Dietro lo shopping compulsivo (ma organizzato) di Fassone e Mirabelli c'è ovviamente un piano economico chiaro. Il modo in cui Yonghong Li ha preso il Milan ha ridotto la finestra temporale per creare una squadra in grado di rientrare nel giro della Champions League aiutando il club a ritrovare ricavi e appeal di un tempo.
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Fassone si è trovato a fare tutto in un'estate e ha avuto l'appoggio della proprietà che ha già messo sul tavolo un altro aumento di capitale da 60 milioni di euro. Che poi siano soldi prestati è un tema che tornerà d'attualità tra qualche mese, ma ridiscuterne con un top team ai vertici della Serie A potrebbe essere meno complicato per i manager rossoneri.
C'è poi l'ultima chance di operare a mani libere senza i paletti del fair play finanziario. Il Milan sarà sotto la lente di ingrandimento della Uefa l'anno prossimo e sa di essere fuori da tutti i parametri, tanto valeva investire adesso per aprire un ciclo. Ad ottobre tornerà a discutere l'accordo transitivo per la nuova proprietà ottenendo così un periodo di sforamenti, ma mai avrebbe avuto il permesso di fare quello che sta facendo. Dunque il rischio e la scommessa sono calcolati.
Milan forte ma non da scudetto
La rosa a disposizione di Montella, che sarà completata anche da un attaccante di primo livello, è fortissima. Quanto forte? Diciamo che a mercato ancora aperto supera sulla carta Inter e Roma e si piazza alle spalle di Juventus e Napoli. Non davanti e non in corsa per lo scudetto, anche se la suggestione che ci possa essere un salto triplo è forte e sta prendendo i tifosi che non vedono l'ora di tornare a riempire San Siro.
C'è però qualcosa che sul mercato non si può comprare ed è il tempo. Montella dovrà mettere insieme un giocattolo diverso da quello della passata stagione per 9 o 10 uomini ed è un'impresa titanica. Fassone gli ha consegnato l'ossatura entro metà luglio come promesso, ma il cammino sarà lungo.
La Juventus, pur avendo perso Bonucci e Dani Alves, rimane superiore per qualità complessiva e per abitudine a vincere: aver cambiato così tanto rinnoverà anche lo stimolo dei bianconeri. Il Napoli delle conferme in blocco ha due anni di lavoro alle spalle e la certezza di cosa può dare con il gioco di Sarri. Sono davanti al Milan, dire il contrario significa fare il male di una squadra che ha bisogno di un carico di entusiasmo senza farsi schiacciare da aspettative e responsabilità. Oggi parte dietro, domani chissà...