Difesa a tre e tridente: ecco come giocherà il nuovo Milan di Gattuso
Dopo l'esonero di Montella la squadra rossonera cambia modulo. Grinta, intensità e un centrocampo differente (ma sempre con tanti vecchi in campo)
L'esonero di Montella e la chiamata al capezzale del Milan di Gennaro Gattuso porteranno in dote una mezza rivoluzione dal punto di vista tattico. Non vedremo più il 3-5-2 che da settembre era stato, seppure con differenti modalità, il modulo adottato dall'Aeroplanino per cercare di valorizzare le caratteristiche dei giocatori arrivati dal ricco mercato estivo.
Gattuso non lo ha mai fatto praticare alle sue squadre in carriera, pur essendo solo all'inizio, ed è difficile che lo sposi in un momento in cui tanti chiedono un cambio di rotta radicale vista la china su cui sta scivolando la stagione rossonera.
La differenza tra il prima e il dopo si vedrà e non sarà solo una questione di testa, intensità, cuore e grinta: bisognerà aspettarsi un Milan disposto in maniera differente e che avrà bisogno di un periodo di rodaggio per metabolizzare le richieste del nuovo allenatore.
Come giocherà il Milan con il 3-4-3
La veste tattica più simile a quella attuale e che Gattuso conosce meglio è il 3-4-3. Lo ha fatto giocare anche alla Primavera rossonera in questi tre mesi superando brillantemente le difficoltà iniziali. Si tratta di un modulo che gli consente di curare in maniera maniacale la fase difensiva e di sfruttare al meglio le caratteristiche di Suso e degli esterni a disposizione.
Si torna indietro avvicinandosi al 4-3-3 della scorsa annata, provando allo stesso tempo a mantenere l'impostazione della difesa a tre preferita da Bonucci e dai centrali che il mercato ha portato a Milanello. Davanti a Donnarumma di sarebbero lo stesso Bonucci, Romagnoli e Zapata (o Musacchio). Quindi Kessiè, sul quale Ringhio ha sempre speso belle parole, insieme a un regista e due esterni: Rodriguez a sinistra e uno a scelta a destra aspettando Conti.
Davanti il punto fermo sarebbe Suso a destra con Bonaventura a sinistra. E una punta a ruotare. Il problema? Intanto che manca il ruolo di Calhanoglu che rischia di essere un acquisto buttato via e poi che anche Gattuso farà fatica a districarsi tra Kalinic, Andrè Silva e Cutrone; tre per una sola maglia non sono un rebus di facile soluzione.
Basta continui cambi di formazione
L'altra certezza è che, complice anche la qualificazione anticipata alla seconda fase dell'Europa League, Gattuso difficilmente sottoporrà la squadra a un continuo turn over di uomini e idee. Nella sua breve esperienza di allenatore si è distinto come tecnico difensivista e che ama scegliere un gruppo su cui puntare e lavorare.
Il Milan ha bisogno di una qualità di gioco superiore, ma anche di certezze. E, soprattutto, di fare punti subito per provare ad accorciare il gap con la zona Champions League che Montella ha lasciato lontanissima. Il calendario non spaventa, il lavoro da fare sì. Gattuso è stato scelto anche per la sua fama di guerriero per il suo rapporto viscerale con i tifosi, gli stessi che ormai sopportavano a fatica il calcio e le parole di Montella.