Milan flop contro la Lazio: tutti gli errori di Montella
La sconfitta dell'Olimpico mette a nudo il ritardo nella costruzione della squadra. Servono un nuovo modulo e chiarezza nelle scelte
Il crollo dell'Olimpico contro la Lazio (un durissimo 4-1) non solo interrompe la striscia di vittorie di inizio stagione del Milan ma apre le prime crepe nelle certezze e nell'entusiasmo di squadra e ambiente.
La sconfitta contro i biancocelesti è stata netta e la prestazione a tratti inquietante. Non è bastato un buon inizio. La velocità di Immobile e gli inserimenti di Luis Alberto e Milinkovic Savic hanno sottolineato tutti i paradossi di una squadra costruita con un mercato da oltre 200 milioni di euro ma non ancora completa.
L'immagine di Bonucci preso d'infilata dagli attaccanti laziali e i quattro gol incassati in un quarto d'ora tra la fine del primo tempo e l'inizio della ripresa rischiano di lasciare uno strascico ben oltre i punti persi sul campo di una diretta avversaria nella corsa alla Champions League.
Ecco perché urge una severa analisi delle ragioni del crollo e un intervento rapido così da permettere al Milan di rendere per le proprie potenzialità. Che, come detto in estate a mercato aperto, non sono ancora di una stagione da scudetto ma che devono necessariamente non prevedere figuracce come quelle dell'Olimpico.
Donnarumma battuto quattro volte dalla Lazio - 10 settembre 2017ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Tutti gli errori di Montella
Montella e il leader dello spogliatoio Bonucci hanno evocato come ragione principale del ko un approccio sbagliato alla partita. Questione di fame che si è tradotta in intensità riversata sul prato dell'Olimpico. E' certamente una chiave di lettura, ma questo non consola visto che si trattava del primo vero test sul valore della squadra ed è impossibile pensare che siano mancate le motivazioni a un gruppo che deve dimostrare tutto.
Ritardo nel dare identità alla squadra - A incidere è stata, però, più di tutto la superiorità tattica della Lazio che ha esaltato i propri punti forti andando a colpire il Milan nelle sue debolezze. La prima delle quali è la lentezza dei due centrali (Bonucci e Musacchio) che è stata terreno fertile per Immobile.
Il mercato ha consegnato a Montella una rosa quasi perfetta per il 3-5-2 in tutte le sue variazioni. La difesa a tre è stata però provata solo nel ritorno contro lo Skendija e con una squadra praticamente senza titolari e l'attacco a due rimane ancora sulla carta.
Il problema è che sono passati due mesi di ritiro e adesso il calendario diventa impegnativo, con gare ogni tre giorni tra campionato ed Europa League. Romagnoli sta tornando, ma il passaggio tra i due moduli rischia di trasformarsi in un azzardo non del tutto controllato.
Una panchina da... 80 milioni - Le critiche si sono concetrate anche sulle scelte di formazione. Davanti hanno giocato Cutrone, Borini e Suso con in panchina André Silva, Kalinic e Calhanoglu. Detto che Cutrone si è meritato fin qui le attenzioni di Montella, è chiaro che sia lecito attendersi il salto di qualità con titolari costati decine di milioni.
E per Calhanoglu c'è il problema della posizione in campo, essendo teoricamente un trequartista che si dovrà adattare o far adattare il resto della squadra. In ogni caso un mercato da oltre 200 milioni non può, dopo due mesi di lavoro, non trovare sbocco in formazione titolare.
Calendario, rischi e opportunità - Ora le scadenze si fanno ravvicinate e prima della nuova sosta nazionali il Milan gioca ogni tre giorni. Il calendario dà una mano in campionato: gare in casa contro Udinese e Spal consecutive per uscire dalla crisetta, poi Marassi con la Samp (difficile) e Milan-Roma (scontro diretto).
In mezzo trasferta a Vienna e poi Rjeka a San Siro per l'Europa League. L'obiettivo è restare attaccati al treno delle prime per evitare contraccolpi psicologici. L'ottimo avvio di stagione si fondava anche sull'entusiasmo che è da ritrovare in fretta dimenticando l'Olimpico traendone però le conseguenze.