L'arte del mixology
La Rubrica - Chef in Camicia
Lo immaginereste che dietro il sorso di un cocktail ci sono ore e ore di studio?
Ormai siamo talmente abituati a bere cocktail che non immaginiamo quanto studio e quanta ricerca siano celati dietro ogni sorso. Eppure l’arte della mixology ha origini molto antiche, e in questo articolo ne diamo un po’ un’occhiata.
Che cos’è il mixology
La mixology è l’arte del bere miscelato, e racchiude tutta quella che possiamo definire la chimica dei drink (alcolici e non).
Infatti, rappresenta un profondo studio della storia della miscelazione e dell’innovazione con tecniche di avanguardia dei vari alcolici, il tutto messo insieme per ideare e creare cocktails perfetti sotto ogni punto di vista, che stuzzichino le papille gustative e l’immaginazione.
L’arte di creare bevande con queste qualità ha davvero origini antichissime, basti pensare alle miscele di vino e spezie all’epoca degli antichi romani o alle prime versioni della birra, perciò è un’attività con radici molto lontane.
Il primo libro di mixology, “The bartender’s guide” di Jerry Thomas, nasce nel 1862 ed è una vera e propria enciclopedia di bevande mixate. Ma l’arte del mixare, così come la conosciamo oggi, nasce dopo la rivoluzione industriale con l’arrivo di liquori e distillati.
Chi è il mixologist
In questo contesto il mixologist rappresenta un vero e proprio alchimista: in primis studia i distillati e gli alcolici per creare cocktail innovativi e soprattutto equilibrati - ma non solo questo.
Il mixologist, infatti, non solo inventa le ricette dei drink in base all’interazione tra gli ingredienti, ma anche per come risultano poi sul palato.
Uno dei mixologist di successo è senza ombra di dubbio Flavio Angiolillo, che tiene anche un corso su Acadèmia.tv, portando alla scoperta dei distillati del mondo e insegnando come utilizzarli in cocktail che lasciano a bocca aperta.