Mentre a Londra volge al termine la London Fashion Week, dove gli occhi erano tutti puntati sul nuovo corso creativo di Burberry, è il momento di Milano dove da oggi si sono accesi i riflettori sulle più importanti passerelle della moda Made in Italy (e non solo) e gli showroom hanno aperto le porte a buyer e stampa internazionale per svelare le proprie collezioni pensate per il prossimo autunno-inverno.
Tenendo conto dell’eredità lasciataci dal 2024, un improbabile racconto in cui la narrativa creativa ha lasciato a desiderare in quanto le strategie di marketing si sono dimostrate più importanti per le aziende della creatività stessa mentre la pubblicazione dei bilanci denuncia inquietanti perdite, soprattutto da parte dei grossi gruppi del lusso. L’aumento dei ricavi di Bottega Veneta non compensa neanche lontanamente le perdite di Gucci e di Balenciaga (Kering), Dior denuncia una forte discesa così come il gruppo Ferragamo. A salvarsi, al momento, con dati positivi Hermès, Moncler e il gruppo Prada/Miu Miu. Per non parlare dell’incertezza di alcuni gruppi come Versace, di nuovo sul mercato in cerca di un “nuovo padrone”.
Malgrado questi dati economici preoccupanti, l’attenzione e le aspettative di questa fashion week saranno concentrate sulla creatività e sui nuovi percorsi di stile delle varie aziende rimaste orfane di designer o Direttori Creativi. Non dimentichiamo che il 2024 è stato anche l’anno dei licenziamenti e delle uscite delle menti creative dei più importanti brand del lusso, ultimo in termini temporali l’uscita di Sabato de Sarno da Gucci. Quella che si prospetta è una stagione decisamente di transito, dove diverse collezioni saranno soprattutto il risultato del lavoro dei vari uffici stile, da Gucci a Fendi, mentre le attese ottimistiche saranno per i debutti, primo tra tutti quello di David Koma da Blumarine. Ma la vera domanda ossessiva sarà “chi sostituirà chi?”