Ogni anno gli X-Men organizzano un evento che celebra l’eleganza dei supereroi. Si chiama «Hellfire Gala» ed è una super fiera delle vanità, con tutte le celebrities del mondo Marvel che sfoggiano i loro costumi più glamour. È una tradizione importante: da sempre, infatti i personaggi dotati di superpoteri denotano anche un grande gusto per i loro costumi, degni di competere con le creazioni degli stilisti del mondo vero. D’altronde questa sinergia è stata sottolineata più volte, come nel 2008, nella mostra Fashion and Fantasy allestita al Metropolitan Museum di New York, incentrata sulle influenze del mondo dei comics sulle creazioni di moda, ideale per cogliere una serie di affinità elettive, per esempio tra l’abito-armatura di Thierry Mugler e il costume di Iron Man.
Oggi, sull’onda di una connessione vincente, Christian Louboutin, il brand delle scarpe dall’iconica suola rossa, presenta la Marvel limited edition, una collezione di calzature e accessori che rivisitano lo stile dei costumi di supereroi e supereroine. Sono creazioni che esaltano all’ennesima potenza la vocazione all’eleganza dei personaggi della Marvel, che non hanno mai perso occasione per dichiararsi maestri di stile.




Namor, Black Panther, Elektra, Scarlet Witch, Rogue, Mysterio, il Doctor Strange e il Dottor Destino hanno dalla loro anche un superpotere segreto, l’eleganza innata. «Quello dei superoi è da sempre un mondo alla moda» nota Alessandro Di Nocera, autore del libro Supereroi e superpoteri. «Agli esordi, alla fine degli anni Trenta, il look dei supereroi era ispirato agli artisti del circo. I costumi, che potevano riprendere quelli dei lottatori, dei maghi o dei prestigiatori, dovevano essere spettacolari. Più tardi, negli anni Cinquanta e Sessanta, si guardava anche al cinema e alla televisione: per il costume del Doctor Strange ci si ispirò agli abiti eleganti di Vincent Price nei film di Roger Corman e per quello di Vedova nera si presero come modelli gli abiti sexy di Emma Peel di Agente speciale».
È un continuo gioco di scambi reciproci. E se per qualche tempo l’immaginario dei fumetti si è indirizzato ad altre fonti mediatiche, è successo poi che fosse la moda a guardare ai comics per trarre nuove ispirazioni. L’importante,affinché l’esperimento funzioni, è creare cortocircuiti culturali. «L’aspetto più interessante di operazioni come questa è la commistione dei codici» spiega Francesca Interlenghi, scrittrice e docente di giornalismo di moda allo IED. «Si mettono in relazione il fumetto, che è molto pop, e il mondo di Louboutin, estremamente sofisticato e inaccessibile». Non si tratta solo di rileggere il mondo dei supereroi, ma di dar vita a un atto artistico, che travalichi l’uno o l’altro linguaggio. «Quello che Louboutin fa con l’immaginario dei fumetti è più un’operazione di ready made» conclude Interlenghi. «La funzione d’uso della scarpa in questo contesto di rivisitazione del fumetto si riduce tantissimo, è un’operazione immaginifica, di sogno».