Coco Chanel, Christian Dior, Cristóbal Balenciaga, Gianni Versace. Le loro vite sono diventate il copione di nuove serie televisive e di film. Ecco dove trovarli.
Parigi è occupata dai nazisti e in un bistrot Pierre Balmain e Christian Dior, entrambi designer per la maison Lelong, e Cristóbal Balenciaga, celebre couturier spagnolo che già da qualche anno ha portato la sua casa di moda nella Ville Lumière, si ritrovano a discutere animatamente se sia il caso di disegnare o meno abiti per le mogli degli adepti del Führer. Pochi chilometri più in là, Coco Chanel, la regina riconosciuta dello stile francese, è costretta suo malgrado a incontrare Heinrich Himmler che, nel celebrarla, desidera liberarla dai suoi soci ebrei e portare i suoi abiti a Berlino. In queste due scene di The New Look, la serie tv in dieci episodi in uscita il 14 febbraio su Apple TV+, sono presenti tutti i protagonisti, o quasi, del momento d’oro che la moda sta vivendo tra tv e cinema, dove in gennaio e febbraio gli appassionati e non solo potranno approfondire le storie di geni dello stile.
Dal 19 gennaio su Disney+ ha debuttato, infatti, la nuova serie spagnola in cinque episodi Cristóbal Balenciaga, sponsorizzata dall’omonima fondazione. Lo stilista (interpretato da Alberto San Juan), dopo aver conquistato la penisola iberica, presenta nel 1937 la sua prima collezione a Parigi, ma agli inizi stenta, non riuscendo a convincere né i giornalisti né i compratori. Dopo aver superato il periodo tetro dell’occupazione tedesca, che lo vede resistere con la sua azienda anche grazie alla decisione controversa di portare in città tessuti dalla Spagna, si affermerà come uno dei re dell’alta moda parigina. Ma il suo dominio viene presto messo in discussione dall’affermazione di Christian Dior. In una narrazione che non rinuncia a raccontare le pietre miliari della carriera, come quella degli abiti semi-aderenti e della linea midi, spiccano gli elementi personali come il sostegno alla carriera del giovane Hubert de Givenchy e la violazione della sua privacy, avvenuta quando Coco Chanel accennò in un’intervista all’omosessualità di Balenciaga, fino ad allora tenuta segretissima. I fatti più intimi e il loro disvelamento sono al centro anche di Coco Chanel – Senza segreti, in programma dal 28 gennaio su Sky Arte e in streaming su NOW.
Nel documentario in due puntate, raccontato con testimonianze dirette, non c’è solo la celebrazione del mito, la stilista che ha rivoluzionato il mondo della moda con la giacca di tweed, il tubino nero e altre iconiche creazioni come il profumo Chanel No. 5. Creazioni che sono diventate icona stessa di lusso e sensualità e hanno saputo affrancare le donne in un mondo ancora fortemente maschilista. Il docufilm racconta anche il privato di Coco Chanel, l’infanzia vissuta in povertà e in particolare la discussa storia d’amore vissuta all’hotel Ritz con il barone tedesco Hans Günther von Dincklage, che l’aiutò a far liberare il nipote imprigionato e in cambio della quale avrebbe ceduto i suoi servigi ai nazisti durante l’occupazione.
Proprio la storia tra Coco Chanel (interpretata da Juliette Binoche) e il barone (l’attore Claes Bang) è una delle sottotrame della serie The New Look, che ha al centro l’ascesa di Christian Dior nel mondo della moda, rievocando proprio il periodo in cui Parigi era invasa. A interpretarlo è Ben Mendelsohn, caratterista australiano di straordinaria bravura (Animal Kingdom, L’ora più buia) che in originale recita in inglese con accento francese così come gli altri attori, tenendo fede alla produzione americana del creatore Todd Kessler, già coinvolto ne I Soprano, che forse potrà far storcere il naso ai nemici dell’appropriazione culturale, come già accaduto con Ferrari di Michael Mann dove l’Enzo nazionale è interpretato da Adam Driver. Invitato alla Sorbona nel 1955 per essere celebrato come il couturier più importante di Francia, capace di rilanciare la moda con la sua celebre collezione del 1947 che dà il titolo alla serie tv, Dior partecipa a una lectio magistralis in cui una studentessa gli chiede conto dell’accusa mossagli dai suoi detrattori di aver collaborato con i nazisti.
È la scusa per avviare un flashback rivelatore in cui vediamo come lo stilista cerchi di sopravvivere nella Parigi in cui quasi tutte le boutique hanno chiuso. Da un lato accetta, suo malgrado, di disegnare abiti da sera per le mogli dei membri delle SS, convinto dal suo datore di lavoro, lo stilista Lucien Lelong (John Malkovich), che è preoccupato di essere ucciso in caso di diniego alle loro richieste. Dall’altro lato, cerca di aiutare con i relativi guadagni la resistenza francese, preoccupato oltretutto per le sorti della sorella, membro attivo e portalettere per l’organizzazione stessa, in una serie che racconta la rivalità con Coco Chanel e l’importanza della moda nella rinascita del dopoguerra. Spostandosi poi in avanti di qualche decennio, e muovendosi da Parigi alla Calabria, a febbraio è in arrivo al cinema anche Gianni Versace – L’imperatore dei sogni, il documentario che il suo concittadino Mimmo Calopresti (La seconda volta, Aspromonte – La terra degli ultimi) gli ha voluto dedicare: «Mi piaceva l’idea di capire come colui che per me è un genio, sia riuscito a partire da lì, da queste vie di Reggio Calabria, e a inventarsi una moda che è stata in grado di sfondare in tutto il mondo» spiega il regista. «Ha trasformato abiti, sfilate, scelte di vita in un’opera d’arte».
Il film parte dall’infanzia e scorre su due binari. La parte di fiction in cui si vede il giovane Giovanni Maria Versace (lo interpreta Leonardo Maltese, già visto in Rapito di Marco Bellocchio) apprendere dalla madre Franca i segreti della sartoria, per trasformarli in un’idea assoluta di bellezza che esalti la femminilità. In parallelo c’è la parte di documentario, fatta di filmati d’archivio in cui gli amici più cari raccontano l’uomo prima ancora del mito. Con l’approdo a Milano da Reggio Calabria, il lancio della propria maison e delle nuove linee piene di abiti audaci, la rivoluzione portata nelle sfilate nei primi anni Ottanta e l’invenzione delle top model (Carla Bruni, Naomi Campbell, ecc), Versace diventa uno dei simboli planetari della moda italiana, insieme agli eterni rivali Giorgio Armani e Gianfranco Ferré, mostrando quel connubio fra tradizione, cultura e stile che lo renderanno uno dei designer più amati di sempre, fino alla sua tragica morte, avvenuta nel 1997.