«Un couturier deve essere un architetto per la forma, un pittore per il colore, un musicista per l’armonia e un filosofo per la misura».
Nelle parole di Cristóbal Balenciaga è possibile trovare l’essenza della sua creatività e di quella che, a ragione, si può definire arte. Un’arte che ha permesso alla creatività dello stilista spagnolo di essere un punto di riferimento senza tempo. Un’ispirazione continua.
Ed è da un dialogo tra il DNA di Cristóbal Balenciaga e la creatività contemporanea del settore calzaturiero spagnolo, nato nella mente e nella volontà di Javier Echeverría Sola, che nasce il progetto della mostra milanese Cristóbal Balenciaga | Shoes from Spain Tribute.
«Questa mostra è un dialogo tra i valori di creatività, qualità, eccellenza, know-how e innovazione che definivano gli atelier di Haute Couture del maestro Cristóbal Balenciaga. Valori che sono vivi ancora oggi nell’artigianalità delle nostre aziende calzaturiere – come ci piace dire, viaggiando dalla tradizione all’innovazione», dichiara Rosana Perán, presidente della Federazione delle Industrie Calzaturiere Spagnole (FICE), promotrice del progetto.
Allestita da Elisa Ossino Studio, all’interno di Palazzo Morando in via Sant’Andrea a Milano, Cristóbal Balenciaga | Shoes from Spain Tribute occupa sia la grande area del piano terra dedicata alle esposizioni temporanee sia il prezioso Salottino dorato al primo piano, dove viene svelato l’ultimo abito di Balenciaga della mostra.
Cristóbal Balenciaga è noto per il suo approccio rivoluzionario alla silhouette femminile e proprio partendo da questo presupposto, FICE ha pensato di creare un percorso espositivo che unisse in dialogo due realtà dal DNA spagnolo: il mito del grande couturier e i più brillanti esponenti dell’industria calzaturiera spagnola di oggi. La mostra vuole essere dunque il ponte per presentare a Milano, prestigiosa capitale mondiale della moda nonché simbolo del Made in Italy, la tradizione di Marca España.
Venticinque sono i modelli di Cristóbal Balenciaga proposti, in esposizione inedita, provenienti da collezioni museali e private. A questi sono abbinate una serie di calzature, realizzate da altrettanti marchi spagnoli (per un totale di 25 aziende), attentamente selezionate da una giuria di professionisti italiani e spagnoli. In questo contesto, esemplare è inoltre il materiale d’archivio, che comprende giornali e fotografie risalenti ai decenni di attività del couturier.
Il percorso espositivo coinvolge il visitatore alla scoperta del mito Cristóbal Balenciaga, come spiega la curatrice Elisa Ossino. «Scale, basamenti, specchi e tendaggi mettono in evidenza le linee, le pieghe e i volumi degli abiti di Cristóbal Balenciaga, enfatizzandone l’aspetto architettonico. L’obiettivo dell’allestimento è esplorare i diversi aspetti della visione di Balenciaga: la tensione tra struttura e morbidezza, l’uso audace delle forme geometriche, l’equilibrio tra tradizione e innovazione che vengono narrati tramite elementi semplici dal significato simbolico».
La vetrina della mostra, che affaccia su via Sant’Andrea, rappresenta una prima finestra sul progetto. L’abito a palloncino in seta nera degli anni Sessanta in essa esposto può essere così scoperto anche dall’interno della mostra attraverso uno spioncino: per sentirsi Balenciaga stesso che, da dietro i tendaggi del suo atelier parigino, osservava i modelli sfilare davanti alle clienti estasiate.






