Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore: Wes Anderson fa il Wes Anderson
L'ironia e la poesia si intrecciano in un nuovo film da manuale del regista del cult I Tenenbaum
Con quei colori un po' caramellati, un po' acidi pistacchio, con la rievocazione dettagliata dello stile anni '60 accompagnata da un registro narrativo al contempo poetico e ironico, Wes Anderson fa quello che sa fare meglio: seduce, solletica, fa sorridere pur nel piccolo dramma inscenato.
Film d'apertura dell'ultimo Festival di Cannes, Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore (dal 5 dicembre al cinema) è una storia di bambini per adulti, ironica, croccante e dolce, che conferma le doti stilistiche del regista americano, tra i più amati da critica e pubblico, già autore del cult I Tenenbaum.
Il cast poi è quello delle grandi occasioni: ecco Bruce Willis poliziotto dalla quotidianità piuttosto vuota di tensioni, Bill Murray e Frances McDormand sono coniugi algidi di un'ampia e colorata famiglia tutt'altro che sorridente, Edward Norton è un pignolo capo boy scout in ridicoli pantoloncini color cachi, Tilda Swinton è semplicemente "servizi sociali", efficienti quanto cinici.
Ma i veri protagonisti sono due piccoli dodicenni sconosciuti, Kara Hayward, che interpreta la figlia aggressiva e insoddisfatta Suzy Bishop, e soprattutto Jared Gilman, ovvero il piccolo orfano Sam, talvolta esilarante nella sua inutile e buffa meticolosità da boy scout, altre volte tenero e quasi affascinante nella caparbietà da innamorato. In un'isola al largo delle coste del New England, nell'estate del 1965, tentano una fuga d'amore, per andarsene lontani da tutti gli altri che non sanno capire e penetrare le loro diverse solitudini.
In questa fuga ardita e ostinata, tanto improbabile quanto pianificata, ci sono tutte le contraddizioni e l'incanto di un'età dove il coraggio non manca, e c'è tutta la magia trasognata del solito valente Wes Anderson.