Beatles: la magia di Revolver rivive in una nuova Special Edition
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Beatles: la magia di Revolver rivive in una nuova Special Edition

L’album della svolta stilistica più matura e lisergica dei Fab Four verrà ripubblicato il 28 ottobre con le 14 tracce restaurate dal produttore Giles Martin e del sound engineer Sam Okell

In soli otto anni di carriera discografica, i Beatles hanno riscritto le coordinate della musica rock, trasformandola da artigianato a vera e propria arte. A partire da Revolver, pubblicato il 5 agosto 1966, i Fab Four iniziarono una rivoluzione copernicana nel modo di incidere gli album. Prima il disco era una raccolta di singoli, uguali in tutto e per tutto alle canzoni che il gruppo proponeva nei concerti dal vivo. Con Revolver lo studio di registrazione divenne esso stesso uno strumento, grazie a manipolazione di nastri, sovraincisioni e filtri. Le tecnologie non erano neanche lontanamente paragonabili a quelle di oggi, ma la creatività della band sopperiva ampiamente il gap tecnologico, grazie soprattutto al talento di George Martin, encomiabile nella sua capacità di tradurre in musica le geniali intuizioni di John Lennon e di Paul McCartney.

Anticipato dai nuovi mix stereo e Dolby Atmos della traccia di apertura dell'album Taxman già disponibili in streaming, Apple Corps Ltd./Capitol/UMe hanno annunciato una nuova edizione speciale di Revolver, che sarà disponibile nei negozi fisici e digitali dal 28 ottobre. La nuova edizione speciale segue le acclamate edizioni speciali remixate e ampliate di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (2017), The BEATLES (‘White Album’) (2018), Abbey Road (2019) e Let It Be (2021). Saranno disponibili le versioni Super Deluxe (5 CD più libro di 100 pagine con copertina rigida), Super Deluxe Vinyl in edizione limitata (4 LP, un EP su 7″, libro) o Standard (CD, digitale, vinile, picture disc in edizione limitata). In tutte le versioni, l'edizione speciale di Revolver avrà l'artwork dell'album originale creato dall'amico di lunga data dei Beatles, il bassista e artista tedesco Klaus Voormann. Le 14 tracce dell'album sono state mixate in stereo e Dolby Atmos e portate a nuova vita grazie ad un meticoloso restauro sonoro del produttore Giles Martin e del sound engineer Sam Okell. Le versioni Super Deluxe fisiche e digitali contengono anche il mix mono originale del 1966, 28 prime take dalle sessioni e tre home demos, e un EP di quattro tracce con nuovi mix stereo e mix mono originali rimasterizzati di Paperback Writer e Rain.

Il libro contenuto nelle versioni CD e vinile Super Deluxe, illustrato con foto rare e inedite, contiene la prefazione di Paul McCartney, un'introduzione di Giles Martin, un testo di Questlove e note dettagliate sui brani dello storico autore e radio producer Kevin Howlett. Revolver è considerato uno degli album più belli e importanti del Novecento, da molti ritenuto il migliore e il più completo dei Beatles. Il titolo venne trovato solo dopo aver completato le registrazioni ad Abbey Road. Originariamente doveva chiamarsi Abacadabra, ma Martin scoprì che esisteva già un album intitolato così. Furono presi in considerazione i nomi più bizzarri, tra cui Pendulums, Fat Man and Bobby e After Geography. John propose Beatles on Safari, Paul tirò fuori l’idea di Revolver, che piacque a tutti e quattro. I testi delle canzoni raccontano di solitudine e di mortalità, dell’insicurezza, dell’amore visto allo stesso tempo come esperienza paradisiaca e come prossimo a sfiorire, di temi sociali come le tasse e le esperienze con le droghe, esplicite ed implicite. Revolver è il primo album dei Beatles che si apre con un brano composto da George Harrison, autore di tre brani (solo il White Album ne ha di più), la corrosiva Taxman, in cui irride il premier Mr.Wilson, reo di aver alzato le aliquote delle tasse. Love you to ha la struttura orizzontale tipica della musica indiana, in cui spicca l'esotico suono del tablista Anil Bhagwat, mentre è più rock e occidentale I want to tell you, che conferma tutte le sue eccellenti qualità di chitarrista elettrico. Ideata da Paul nella cantina di casa della fidanzata Jane Asher, Eleanor Rigby, una toccante riflessione sulla solitudine di una donna anziana e dell’umile prete che celebra il suo funerale, è il primo brano in cui nessuno dei Beatles suona uno strumento. Il nome della canzone era ispirato a Eleanor Bron, l’attrice coprotagonista di Help!, e a un negozio della zona portuale di Bristol, Rigby & Evens Ltd.

Nel cimitero della chiesa di St.Peter a Woolton, vicino al sobborgo di Alerton dove abitò McCartney, si trova una lapide dedicata a una certa Eleanor Rigby (1895 - 1939), mentre Father MacKenzie doveva essere originariamente Father McCartney. Got to get you into my life, che originariamente doveva essere registrata negli studi della Motown e poi della Stax, rivela tutta la fascinazione di McCartney per il soul di Otis Redding e di James Brown e per il jazz. É la prima volta che in una canzone dei Beatles entrano i fiati, suonati dai musicisti di Georgie Fame, uno degli artisti preferiti da Paul.

Got to get you into my life, che verrà magnificamente coverizzata anni dopo dagli Earth, Wind & Fire, è in realtà un tributo alla marijuana. Il brano più innovativo e rivoluzionario di Revolver è la spiazzante Tomorrow never knows di John Lennon, che chiude il disco, un viaggio lisergico di tre minuti ispirato dalla lettura della versione di Timothy Leary del Libro tibetano dei morti. Tomorrow never knows ha un solo accordo, nastri ripetuti in loop, il folgorante assolo di Paul McCartney mandato al contrario e soprattutto la voce stralunata di Lennon, incisa come se “Il Dalai Lama cantasse dalla cima della montagna più alta”. Un brano che sembra provenire dal futuro, e che invece è stato inciso ben 56 anni fa.

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Gabriele Antonucci