Bruce Springsteen torna a San Siro per due concerti nel 2024
Il Boss si esibirà con l'inseparabile E Street Band l’1 e 3 giugno, uniche tappe italiane del suo nuovo tour europeo
Era nell'aria da qualche giorno, ma adesso è finalmente ufficiale: Bruce Springsteen and The E Street Band tornano a esibirsi in Italia il prossimo anno con due date allo Stadio San Siro di Milano l'1 e il 3 giugno 2024. Le date milanesi, le uniche due tappe italiane previste, faranno parte del tour mondiale “Bruce Springsteen and The E Street Band 2024 World Tour”. Dalle ore 11:00 di venerdì 3 novembre, i biglietti saranno disponibili in prevendita per gli utenti iscritti a My Live Nation: per accedere alla presale basterà registrarsi gratuitamente su livenation.it. La vendita generale dei biglietti, aperta a tutti, sarà aperta alle ore 12:00 di lunedì 6 novembre sui siti ticketmaster.it, ticketone.it e vivaticket.com.
Dopo che il tour europeo del 2023 di Springsteen and The E Street Band ha staccato oltre 1,6 milioni di biglietti e si è guadagnato ampi consensi come uno dei migliori spettacoli della sua carriera (come conferma anche la nostra recensione del memorabile concerto al Circo Massimo di Roma), il Boss e la sua straordinaria band torneranno a grande richiesta nel Vecchio Continente anche nel 2024 con una tournée di 22 concerti negli stadi.
Al via il 5 maggio a Cardiff, in Galles, Springsteen e la E Street Band porteranno il loro" estasiante e catartico" (USA Today) tour mondiale del 2024 in Irlanda del Nord, Irlanda, Inghilterra, Francia, Repubblica Ceca, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Danimarca, Finlandia, Svezia e Norvegia, prima di concludere nel Regno Unito con una data al Wembley Stadium di Londra il 25 luglio. Nessun cantautore americano, dopo Bob Dylan, ha raccontato le strade infinite, le angosce esistenziali e le contraddizioni dell’America degli ultimi quarant’anni come Bruce Springsteen. Tutta la poetica di Springsteen ruota intorno al tema dell’identità ed è questo uno dei segreti per capire lo straordinario senso di comunanza che si respira in un suo concerto, in cui il Boss non è vissuto come una rockstar lontana e irraggiungibile, ma un working class man del New Jersey che ce l’ha fatta e che vuole, attraverso la celebrazione sempre nuova di un rito esaltante quanto catartico, che ce la facciamo anche noi a trovare i nostri “glory days”.