I SETTE RE DA SEOUL
Courtesy of Big Hit Entertainment
Musica

I SETTE RE DA SEOUL

Kim Namjoon, Kim Seokjin, Min Yoongi, Jung Hoseok, Park Jimin, Kim Taehyung e Jeon Jungkook: quello che toccano i BTS diventa oro. Cruciale il sostegno degli Army, la fandom più potente al mondo

Quando leggerete questo articolo, le probabilità che abbiate sentito parlare di BTS e che siate in grado di identificare una delle loro canzoni, sono senza dubbio altissime.

I BTS, o Bangtan Sonyeondan il gruppo k-pop sudcoreano che in pochi anni è riuscito a scalare la classifiche musicali a livello globale, è letteralmente ovunque. La loro hit, Dynamite, prima canzone completamente in inglese del gruppo, ha infranto le barriere poste dalla musica e dalle charts internazionali posizionandosi al primo posto in tutto il mondo e, nonostante siano passati ormai mesi dalla sua uscita, non sembra avere intenzione di sparire dai radar dell'industria musicale mondiale tanto presto. In Italia, Dynamite si sente in ogni luogo. Dal supermercato alla televisione, dove ormai è utilizzata come soundtrack di programmi televisivi e pubblicità, fino alle radio nostrane che guardano con attenzione al fenomeno coreano e all'ascesa del k-pop nel nostro Paese.


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Quello compiuto dai BTS nel 2020 è un vero e proprio miracolo. In termini musicali ed economici. Nonostante i sette ragazzi da Seoul si siano visti costretti a rimandare il loro tour mondiale degli stadi in programma per la maggior parte dell'anno, organizzato a sostegno dell'penultimo album del gruppo, Map of the Soul: 7, la società di intrattenimento dietro BTS, la Big Hit Entertainment, ha riportato profitti record. E tutto nel bel mezzo di una pandemia globale. Come ha riferito il Presidente e CEO della società, Bang Si-Hyuk, durante il briefing aziendale «Abbiamo creato ricavi con la vendita di album, lo streaming, i concerti online, il merchandising e i contenuti video. Nonostante le difficoltà, ci siamo concentrati su ciò che abbiamo sempre apprezzato: i fan e i contenuti».

La potenza di questi sette ragazzi sta tutta nella loro personalità: carismatici ma educati, eleganti ma attenti alle ultime tendenze, quello che toccano diventa oro. Che siano libri, ammorbidenti, lattine di caffè o addirittura rotoli di carta igienica, quello che passa sotto le mani dei BTS registra immediatamente sold out o diventa oggetto del desiderio. Il motivo è semplicissimo: i Bangtan sembrano non fermarsi mai. Producono ore su ore di filmati, simil documentari, in cui mostrano la loro vita dal mattino alla sera e in cui svelano il loro essere ragazzi senza costrutti, dogmi o maschere. Ma non solo. Pur non avendo profili personali pubblici sui social network, sono sempre presenti in rete e conversano amabilmente con i fan sulla piattaforma Weverse e si mostrano live in ogni occasione su Vlive. Insomma, sono inarrestabili. E questo loro procedere a 300 km all'ora, senza pestare i piedi agli altri colleghi idol, ma anzi mostrando loro supporto e modestia e il loro punto di forza principale.

C'è di più. Dietro al segreto del successo dei BTS non c'è solo buona musica e tanto lavoro. A contribuire attivamente e a portarli sulla vetta del mondo è senza dubbio la loro fandom: gli Army. Gli Army non hanno età, sono ovunque sparsi in ogni angolo del pianeta e incarnano la filosofia del Love Yourself tanto cara alla boy band. La loro onda viola, come l'ultimo colore dell'arcobaleno, il già difficile a sparire, sta conquistando con una rapidità inaspettata tutto il mondo. Il potere degli Army è incalcolabile. Se i brand fanno a gara per affermare di essere "stan" dei BTS - Mattel, Samsung passando per Target, Hyundai e Pantene non hanno perso l'occasione di ripetere più volte quanto apprezzino il gruppo - i Bangtan e la loro fandom sono il perfetto case study di quella che è conosciuta come "fan economy", una sorta di universo parallelo nel mondo dell'economia in cui i consumatori sono invogliati a sostenere così tanto il proprio idol da essere pronti ad acquistare di tutto pur di mostrare il loro supporto. E non parliamo solo di gadget, accessori o cd in molteplici versioni. Gli Army, così come i BTS sono una delle fandom più votate ad aiutare gli altri al mondo. Un esempio su tutti? Quando i BTS hanno donato 1 milione di dollari al movimento Black Lives Matter negli Stati Uniti, i fan hanno immediatamente colto l'occasione e lanciato su Twitter una campagna di donazioni attraverso l'hashtag #MatchAMillion. Risultato? In sole 24 ore hanno superato il loro obiettivo, hanno raccolto un altro milione di dollari da donare e hanno persino convinto personalità come la superstar della WWE John Cena a partecipare.


Twitter @ResearchBTS


Folle? Non proprio. Perché sebbene a molti possa sembrare una follia, quello che il k-pop e la cultura coreana in generale vogliono trasmettere è che ognuno di noi, nel suo piccolo universo, è unico e indispensabile. E che, se uniti, si possono ribaltare le sorti di molte altre persone o spingere a dare di più e a fare meglio. Un messaggio di altruismo e speranza raro ormai nel mondo della musica che ci ha abituato a parolacce, ritornelli di dubbio gusto e a frasi con doppi sensi così scontati da non risultare nemmeno più categorizzabili come dissing.

Se gli Army sono la forza dei BTS, i BTS sono la forza degli Army. Questi ultimi, ben consapevoli della potenza della loro fandom, non perdono infatti mai l'occasione per ringraziarla dei loro successi. Che sia durante una cerimonia di awards, un'intervista o una diretta, un compleanno, la presentazione di un cd o una conferenza stampa ufficiale, il nome degli Army viene ripetuto costantemente dai ragazzi con estremo candore. «We were only Seven, but we have you all now» (Eravamo solo sette, ma ora abbiamo tutti voi, ndr) è solo una delle frasi che i BTS hanno inserito nelle loro canzoni, in questo caso We Are Bulletproof: The Eternal e che suona come una vera e propria dichiarazione d'amore agli Army.



E che dire del regalo ai fan per questo particolare dicembre? Jin, Jimin e Taehyung hanno pubblicato sulla piattaforma Soundcloud tre tracce esclusive. Se quella di Jin, Abyss, è arrivata in occasione del suo compleanno a inizio mese, Jimin e V hanno invece scelto di dedicare ai fan due canzoni natalizie: Christmas Love e Snow Flower. Due ballate che hanno immediatamente scalato le classiche dei trending topic in tutto il mondo e che hanno lasciato senza parole per la purezza dei messaggi. «Vorrei arrivasse un momento in cui anziché nascondere i nostri sentimenti potremo esprimerli liberamente tutti insieme» scrive Jimin, mentre il giovane Taehyung - per il cui compleanno a fine mese i fan cinesi hanno addirittura acquistato raccogliendo oltre 1 milione di dollari delle video proiezioni sul Burj Khalifa - si è scusato con la fandom per il ritardo nell'uscita del suo primo mixtape.

Ma torniamo per un istante al 2020. In un anno difficile in cui tutto sembra essersi fermato, l'onda coreana è avanzata prepotente. Life goes on. Per citare i sette ragazzi e il loro ultimo singolo. Spotify ha annunciato che gli ascolti di k-pop sulla sua piattaforma sono aumentati del 2000% nell'ultimo anno con i Bangtan che hanno raggiunto 271.2 milioni di ore di ascolto in 92 Paesi differenti. Un successo planetario che ha condotto irrimediabilmente i BTS a quello che è considerato il Sacro Graal della musica piazzandosi per ben tre volte al primo posto della Billboard Hot 100 e tre canzoni differenti, (tra cui Life goes on, la prima canzone in una lingua straniera arrivata sul gradino più alto del podio). Scalare questa classifica, per un cantante, è paragonabile alla vittoria di un Oscar per un attore. Nessuno ha capito quale sia la strategia esatta per arrivate al top della lista. Forbes aveva azzardato che la promozione di una canzone accompagnata da merchandise accattivante aumentasse esponenzialmente le possibilità di raggiungere l'obiettivo. Una scorciatoia che i BTS non hanno di certo seguito, arrivando al primo posto vecchia maniera: vendendo solo ed esclusivamente la loro musica.


Spotify


Il loro successo fa girare la testa. Come se non bastasse, infatti, i BTS sono anche il primo gruppo coreano nominato ai Grammy. Un traguardo incredibile, raggiungibile da molti nell'arco di un'intera carriera, e che i sette ragazzi hanno invece tagliato in 12 mesi non di certo comuni, come quelli appena trascorsi. Un miracolo.

E per rimanere in tema di missioni impossibili, che dire della capacità dei BTS di resuscitare il mercato della carta stampata? Nominati Entertainer of the Year dalla rivista Time, che gli ha dedicato una copertina, il gruppo è riuscito a far schizzare alle stelle le vendite del magazine. Stessa sorte per la copertina dedicata ai Bangtan da Esquire, Variety e WSJ magazine. Se Variety si è visto costretto a stampare il 30% in più delle copie del previsto e a creare una versione digitale da mettere in vendita, il WSJ magazine per la prima volta dal suo lancio, più di dieci anni fa, è andato in ristampa con l'edizione di novembre dedicata al gruppo. Miracolo che si è ripresentato anche per Esquire che di solito vende circa 20.000 copie negli Stati Uniti, costretto non solo a una ristampa per il Paese di ulteriori 20.000 copie ma ad aggiungerne 34.000 per la Corea del Sud (di solito ne vengono vendute solo 100) e ben 2.000 per il Giappone dove le vendite sono di solito inesistenti.

Il successo è certificato. E di certo i BTS non sono una cometa come qualcuno li aveva inizialmente appellati. E se ancora non ne siete convinti, vi basti sapere una cosa: in un Paese legato alle tradizioni come la Corea, i sette Boyscout a prova di proiettile sono riusciti a far modificare la legge che prevedeva l'arruolamento per il servizio militare al compimento del ventottesimo anno d'età inserendo una postilla, la cosiddetta «BTS law». Ma questa, è un'altra storia da raccontare.

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Italian Army, la fandom del nostro Paese che fa del bene

Sono un vero esercito. Di nome e di fatto. Viola, come i cuori del "we purple you", e in grado di smuovere l'ago della bilancia della musica italiana. Dietro il successo di Italianarmyfamily, un gruppo che conta oltre 50.000 persone attive, ci sono ragazzi e ragazze che ogni giorno raccontano all'Italia e alla fandom del nostro Paese il mondo dei BTS.

Lo fanno gratuitamente, con passione e dedizione. E negli anni sono arrivate a essere una delle voci più influenti sui social network (soprattutto Instagram e Twitter) del mondo dei Bangtan in Italia.

Nel nutrito gruppo di Army italiane, ci sono anche Albana (Haru), Morena (Moksori), Suad (Surple) e Alex (Lexi), admin della fandom, che con l'aiuto dei membri del gruppo di prodigano per creare ogni giorno nuovi contenuti, anche esclusivi, e nella "battaglia" per portare il gruppo in concerto in Italia.

Il gruppo Italianarmyfamily nasce nel 2017. Il team principale è composto da circa 22 persone e ognuno ha un suo compito. L'organizzazione è alla base di una fandom così ampia che cattura una fascia d'età che oscilla tra i teen e le over 30. A breve il team metterà online il suo primo sito e questo passo, importante per diventare ancora di più il cuore pulsante delle Army italiane, necessita di un lavoro lungo e costante. Nel team c'è chi si occupa delle traduzioni, una delle parti più importanti nella creazione di una fandom di un gruppo basato nel Sud della Corea. Articoli, curiosità, post sui social network e sulla piattaforma Weverse vengono accuratamente tradotti in italiano così da risultare di facile comprensione a tutti. Anche a chi l'inglese lo mastica poco. Poi c'è il team news che, oltre alla creazione di contenuti, si occupa di gestire i post su Instagram. Con loro il gruppo della grafica che lavora per rendere riconoscibile la fandom creando contenuti che saltano subito all'occhio nelle timeline ricche di post tutti uguali. La strategia, ovviamente, viene concordata internamente e modificata nel tempo, per non diventare mai troppo vecchia o noiosa. E poi c'è il team video, che si occupa di creare continuamente contenuti multimediali, base solida della fandom di un gruppo musicale.

Con il Covid e il conseguente stato di lockdown, Italianarmyfamily si è vista costretta a rinunciare a organizzare eventi dal vivo, come i famosi raduni nei bar che servono bubble tea per festeggiare i compleanni dei Bangtan o particolari anniversari. Ma gli Army italiani, impossibilitati dall'incontrarsi di persona, non si sono arresi. Ecco dunque comparire il virtuale. Per il compleanno di Jin, Italianarmyfamily si è riunita per festeggiare il World wide handsome con una videochiamata di gruppo.

Ma non solo. La fandom italiana fa anche del bene. Oltre ad aver partecipato alla raccolta di 1 milione per il movimento Black Lives Matter, le iniziative benefiche non si fermano mai.

L'ultima, partita negli scorsi giorni in occasione del ventiseiesimo compleanno di Kim Taehyung, prevede la raccolta di fondi attraverso la vendita di merchandise creato in esclusiva per il compleanno di V. Inner child, questo il nome dell'iniziativa, prende spunto da una delle canzoni di Tae, contenuta in Map of the Soul: 7 e, come ci raccontano «Tutti i proventi verranno devoluti all'Unicef».

Cosa significa essere Army? Lo abbiamo chiesto ai social

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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