Carole King: la regina delle cantautrici compie 80 anni
La vita e la carriera della grande artista newyorchese, a cui dobbiamo (You Make Me Feel Like) A Natural Woman, You’ve Got A Friend e l'album-capolavoro Tapestry
Qualche giorno fa, quando sono state annunciate le canzoni della serata cover di Sanremo, è scoppiata una polemica sui social su alcune imprecisioni nell'infografica della Rai, tra cui l'errata attribuzione di (You Make Me Feel Like) A Natural Woman ad Aretha Franklin. La regina del soul è stata certamente la sua interprete più famosa, ma la canzone è tutto merito della coppia Gerry Goffin e Carole King, quest'ultima una delle cantautrici viventi di maggior successo, che oggi taglia il ragguardevole traguardo degli 80 anni. Carole King è diventata il modello di riferimento, insieme a Joni Mitchell, per le cantautrici degli anni Settanta, con uno stile caldo, confidenziale e malinconico, ravvivato da un sapiente tocco jazzy e soul. «Dicono tutti che le mie canzoni hanno contribuito all’emancipazione femminile, ma all’epoca non ne ero consapevole. Nella mia carriera non ho mai percepito che essere donna fosse un ostacolo, ma nemmeno un vantaggio. Ho sempre pensato di essere accettata o respinta solo per quello che facevo». Parola di Carole King, nome d’arte di Carol Klein, nata il 9 febbraio 1942 a New York da una famiglia ebraica della classe media e cresciuta a Flatbush / Midwood di Brooklyn.
Talento precoce, che a quattro anni sapeva già suonare discretamente il pianoforte, Carol si diploma al liceo a quindici anni e si iscrive subito dopo al Queens College, stregando con la sua vitalità perfino Neil Sekada, che le dedicò la celebre Oh Carol. «Il primo mobile nella casa dei miei genitori è stato un pianoforte», ha detto la cantautrice in una recente intervista a Tavis Smiley. «Era evidente che avevo una specie di dono, quindi per me è stata una grande opportunità. I miei genitori mi hanno supportato, mi hanno fatto conoscere le arti e la musica. Mia madre mi ha portato a decine di spettacoli a Broadway: penso che vivere a New York mi abbia introdotto a un mondo di grandi opportunità». Carole conquista prima il cuore di Paul Simon e poi quello del compositore Gerry Goffin, con cui si sposa a soli 17 anni, mentre era incinta della prima figlia, Louise. Insieme al marito ha formato un tandem di autori di grandissimi successi per altri cantanti: basti citare Will You Love Me Tomorrowdelle Shirelles, Chains e I Can’t Say Goodbye To You degli Everly Brothers, The Loco-Motion di Little Eva, Don’t Bring Me Down degli Animals, Hi-De-Ho dei Blood, Sweat & Tears, Oh No Not My Baby di Rod Stewart, Up On The Roof di Laura Nyro, Some Kind Of Wonderful dei Drifters, It’s Going To Take Some Time dei Carpenters, e, naturalmente, (You Make Me Feel Like) A Natural Woman di Aretha Franklin, che la Regina del Soul le ha dedicato il 6 dicembre 2015 in occasione della sua ammissione al Kennedy Centers Honour, applaudita dai coniugi Obama.
Carole, dopo essersi separata nel 1968 dal compagno d’arte e di vita Gerry Goffin, ha trovato il coraggio di mettersi in gioco in prima persona cantando le sue canzoni, nonostante la sua proverbiale timidezza. L’album di debutto, l’acerbo Writer del 1970, fu un mezzo flop, nonostante mostrasse in nuce anche il talento interpretativo dell’artista. Il successivo Tapestry del 1971, invece, fu un successo trionfale, con 24 milioni di copie vendute e 4 Grammy Award vinti come miglior album dell’anno, migliore canzone (You’ve Got A Friend), migliore composizione dell’anno (It’s Too Late) e migliore interprete femminile.
L’album arrivò al numero uno delle classifiche Billboard e restò nelle chart per oltre sei anni, grazie a canzoni magnifiche, divenute poi standard, come It’s Too Late, So Far Away, You’ve Got A Friend, Home Again, I Feel The Earth Move, Way Over Yonder e (You Make Me Feel Like) A Natural Woman.
Un album perfetto, al 36esimo posto tra i 500 migliori album di ogni tempo nella classifica di “Rolling Stone”, il cui segreto va cercato nella sua capacità di stabilire una connessione immediata e, al tempo stesso, profonda, con l’ascoltatore. Le utopie comunitarie dell’estate dell’amore, delle manifestazioni del 1968, di Woodstock e della psichedelia appaiono ormai sbiadite, cedendo il posto a una dimensione più intima e personale, decisamente più congeniale al carattere schivo della King. Emblematica, in questo senso, la copertina dell’album, di straordinaria normalità, con la cantante ritratta nella sua stanza, a piedi nudi e con una piccola tapestry in mano, insieme al suo gatto Telemachus che fissa anche lui l’obiettivo. Il compositore Jimmy Webb ha sottolineato la capacità della King di innovare la canzone popular, troppo spesso schiava dei suoi stessi stilemi: «É stata una delle prime cantautrici ad attingere a questioni sociologiche come nel brano Will You Love Me Tomorrow. Ha superato gli ovvi temi dell’amore e del sesso, era in anticipo sui tempi». La qualità di Tapestry non è più stata replicata nei lavori successivi, tra cui Carole King Music (1972),Rhymes And Reasons (1972), Fantasy (1973) e Wrap Around Joy (1974), che segnò un’inaspettata svolta jazz. Nel 1988 la cantautrice ha ricevuto il Premio alla carriera dell’Accademia Nazionale dei Songwriters ed è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1990. Il 19 marzo 2004, Il Consiglio nazionale per la conservazione delle registrazioni della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America ha inserito Tapestry nel registro nazionale delle incisioni sonore “culturalmente, storicamente, ed esteticamente significative”.