Rifare The Dark Side Of The Moon: una pazza idea che divide i fan
La versione Redux del leggendario album dei Pink Floyd è l'ultima "follia" artistica di Roger Waters. Un atto estremo che rilegge in chiave minimal e dark un capolavoro da 45 milioni di copie, ancora nelle classifiche di tutto il mondo dopo cinquant'anni
L'intangibilità del capolavoro, in musica come nelle altri arti, è un confine che raramente qualcuno si prende la responsabilità di superare, principalmente perché c'è la quasi certezza dell'impossibilità di una replica adeguata. Figurarsi se ci si addentra nell'eterna bellezza di un opera che in cinquant'anni è diventata musica "classica".
È un atto creativo perfetto The Dark Side Of The Moon, una "scatola magica" di suoni, visioni, rumori e suggestioni che da cinquant'anni affascina e emoziona. Il lato oscuro della luna, come metafora dell'alienazione e dell'avidità umana, era stato messo in musica agli inizi degli anni Settanta in una chiave progressive rock con slanci e aperture sonore epiche, con arrangiamenti scintillanti e maestosi quasi a fare da contrappeso rispetto al concept del disco.
Detto questo, la pazza idea di Waters è, in fondo, il gesto "estremo" di un musicista ottantenne che sfida se stesso reinterpretando in un'altra chiave quel capolavoro. Non per sostituire quel che non è sostituibile, ma per constatare che effetto fa rimettere mano a quelle musiche e a quei testi dopo cinque decenni. In versione "redux", cioè per sottrazione, spogliando delle orchestrazioni ogni singolo brano, eliminando le parti soliste di chitarra e addirittura le pure la parte vocale di The Great Gig In The Sky. Una pessima idea, questa, anche perché la voce di Clare Torry è stata sostituita da uno speech dello stesso Waters in cui legge una sua lettera inviata al poeta americano Donald Hall in fin di vita.
In rete e sui social, da tempo, circolano commenti che gridano allo scandalo e alla profanazione preventivamente, peccato che il disco nella sua interezza sia uscito alla mezzanotte di giovedì 5 ottobre. Sarebbe stata un'operazione scadente, quella di Dark Side "Redux", se Waters avesse reinciso con altri musicisti che non fossero i Pink Floyd, il disco così com'era nella versione originale. Ecco quella sì che sarebbe stata una clonazione inutile quanto patetica.
Ma l'album che da oggi è disponibile in tutto il mondo è un'altra cosa (Waters stesso alla fine dello speech di Any Colour You Like si dà ironicamente del matto per aver deciso di riregistrare Dark Side): Redux è una nuova versione di uno dei più grandi album di sempre visto però da un'altra prospettiva, con un approccio più intimista e dark.
La voce sempre più tenebrosa di Waters, gli intrecci d'archi, il theremin, l'organo e un'atmosfera generale più cupa avvolgono l'intero album. Che prende il via con una lettura tratta da Free Four un brano dei Pink Floyd presente in Obscured By Clouds: "I ricordi di un uomo in età avanzata sono le azioni di un uomo nel fiore degli anni. Ti muovi nel buio della stanza del malato e parli a te stesso mentre muori".
In definitiva, The Dark Side Of The Moon Redux non è uno scempio e nemmeno un capolavoro, ma va preso per quello che è: un viaggio del suo autore dentro se stesso dopo mezzo secolo. Che è bello ascoltare senza pregiudizi, nella consapevolezza che il vero Dark Side è uno e uno solo.
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