Drake: For all the dogs alterna future hit e sbadigli
Il nuovo album del rapper di Toronto è un disco-playlist di un'ora e mezza, ricco di ospiti, in cui i brani più riusciti sono penalizzati dalla vicinanza con pezzi mediocri
Nessuno meglio di Aubrey Drake Graham, universalmente conosciuto come Drake, è riuscito a capire e a sfruttare al meglio i meccanismi della musica liquida di oggi, che si basa non sulle vendite "fisiche" di vinili e cd, ma sul numero complessivo degli stream, in cui giocano un ruolo fondamentale le playlist. Un mercato che richiede uscite frequenti, capacità di spaziare tra i generi, collaborazioni con grandi nomi e album "monstre", che superano spesso le venti canzoni e l'ora di durata. Basti pensare che Drake è l'unico artista ad aver superato su Spotify l'incredibile cifra di 80 miliardi di stream (il doppio del secondo in classifica, Eminem, che si ferma a poco meno di 40 miliardi), oltre ai 5 Grammy che ha in bacheca, per capire la sua importanza nel music biz di oggi. Dopo aver pubblicato negli ultimi due anni la bellezza di tre album, Certified Lover Boy, Honestly, Nevermind ed Her Loss insieme a 21 Savage, il rapper di Toronto ha sfornato il 6 ottobre l'atteso For all the dogs, annunciato come appendice del suo libro di poesie Titles Ruin Everything, che si muove intorno all’idea di una radio privata pirata.
L'album, già anticipato dai singoli Slime You Out e 8AM in Charlotte, contiene 23 brani per quasi un'ora e mezza di durata e, come sempre, vanta una schiera di ospiti di primo piano: Bad Bunny, SZA, J. Cole, Lil Yachty, Chief Keef, 21 Savage, Teezo Touchdown, Yeat e PartyNextDoor. L'album inizia in modo promettente con tre brani del valore di Virginia Beach, Amen e Calling for you, che ci fanno pregustare un lavoro ai livelli di Nothing was the same e Take care, universalmente considerati i migliori della sua ricca discografia: in particolare il rap-gospel di Amen, con la partecipazione del talentuoso Teezo Touchdown, è un brano emozionante, sincero e di grande qualità, un vero instant classic.
E invece già con Fear of heights e Daylight, due brani piatti e noiosi con sonorità quasi trap, subentrano gli sbadigli e iniziano gli alti e bassi dell'album, che alterna potenziali hit a pezzi trascurabili, ormai un topos degli ultimi album di Drake. In First Person Shooter si riforma la consolidata coppia artistica Drake e J.Cole, che anche qui, grazie alle sue barre infuocate e acute, conferma perché è considerato uno dei migliori rapper degli ultimi dieci anni. IDGAF è un brano oscuro e psichedelico, in cui il giovane rapper Yeat si prende la scena, senza riuscire, però, a risollevare un pezzo mediocre, in cui si salva solo l'intro. Lo spleen attraversa anche l'r&b destrutturato di 7969, in cui troviamo un breve intervento vocale di Snoop Dogg (non accreditato), mentre Slime you out è un gran pezzo, una lenta e appassionata jam in cui Drake e SZA raccontano i diversi punti di vista di una relazione che si è chiusa troppo presta e in modo conflittuale. SZA è bravissima anche in Rich Baby Daddy, effervescente tributo ai club di Baltimora, con il cameo di Sexyy Red e un riferimento a Dog Days Are Over, mentre siamo pronti a scommettere qualsiasi cifra sul successo di Gently con Bad Bunny, un brano latin rap che, siamo certi, farà furore su tutte le piste da ballo grazie alla sua incalzante ritmica reggaeton.
Merita una citazione, infine, la già citata 8AM in Charlotte, uno dei testi più taglienti dell'album che si appoggia a un loop di piano scordato e a voci soul "pitchate", come piacevano tanto al primo Kanye West. In conclusione, For all the dogs non è un album fatto per essere ascoltato tutto, dall'inizio alla fine, ma una lunga playlist in cui ognuno può trovare ciò che gli aggrada di più. Un meccanismo che funziona come un orologio svizzero per superare i record di streaming (e per rimpolpare le casse di uno degli artisti più ascoltati al mondo), ma che rende faticoso l'ascolto complessivo del disco, penalizzando i brani più riusciti con la vicinanza di pezzi noiosi e trascurabili. Se fosse stato composto da soli 10-11 brani, For all the dogs sarebbe un ottimo album, tra i migliori della sua carriera, grazie a una sapiente alternanza di brani rap e r&b: ma Drake non sembra interessato a realizzare un grande album, con una sua intima coerenza, quando a produrre il maggior numero di hit, in modo da distanziare i suoi agguerriti rivali Taylor Swift e Bad Bunny e diventare così l'artista più ascoltato al mondo. Un obiettivo legittimo, che però mal si concilia con la tradizionale forma-album, secondo la quale "less is more".