Dua Lipa: Radical Optimism è un dizionario pop
Tyrone Lebon
Musica

Dua Lipa: Radical Optimism è un dizionario pop

Un buon disco mainstream, formalmente perfetto, ma senza nessuna sostanziale novità. A giugno, lo show da headliner a Glastonbury

La prima cosa da fare dopo aver ascoltato Radical Optimism è non tenere cento di quel che Dua Lipa aveva detto prima dell'uscita, e cioè che questo album avrebbe avuto un approccio psichedelico e un'energia simile a quella dei primi lavori dei Primal Scream e degli Oasis. Beh, non è così. Radical Optimism è "solo" un bel disco pop, diretto e lineare senza quella quantità inutile di suoni sintetici ed effetti speciali che appesantisce molta della produzione mainstream di questo tempo. L'inizio è più che buono con End of an era, un'intrigante "tropical extravaganza".

Non c'è un singolo trainante che si stacca radicalmente dal resto delle canzoni, ma una discreta quantità di buoni pezzi che si insinuano ascolto solo ascolto, a cominciare da Houdini e These Walls che del sound del Brit Pop non hanno proprio nulla, ma che invece richiamano l'approccio degli Abba, quello delle canzoni dal tono triste nel testo, ma esplosive nella parte musicale, ovvero quelle che servono per fare da headliner a Glastonbury, come la cantante ha raccontato a Zane Lowe nell'intervista per Apple Music1: "Mi emoziono solo a parlarne. Glastonbury è il festival, ho amato andarci anche solo come fan. E salire su quel palco ed esibirmi... Ricordo che pochi istanti prima di salire sul palco ho guardato la folla. Mi sono esibita a Glastonbury due volte, e la prima volta avevo uno slot alle 12:15 o giù di lì, di sabato. Uno slot terribile, perché il venerdì la gente fa festa tutta la notte. E io pensavo: “Non so se si presenterà qualcuno”. Ricordo che la prima volta ho guardato fuori e c'erano delle persone, ma pioveva. E ho pensato: “Ok, non importa. Andrò là fuoano dal sound generale del disco.ri”. Quando sono salita sul palco, l'intero posto era pieno, la gente era fuori con gli impermeabili, che usciva dalle tende. E io pensavo: “Oh, questo è speciale. Sta succedendo qualcosa e alla gente interessa”. La seconda volta che ho suonato, quando è uscito il mio primo album, è successa la stessa cosa. Ho messo la testa fuori per vedere quanta gente c'era, e proprio quando stavo per iniziare non c'era nessuno. E ho pensato: “Oh cavolo, nessuno verrà a vedermi”. Ma ancora una volta ho pensato: “Sai cosa? Non importa. Uscirò, mi esibirò e mi divertirò”. E di nuovo, quando sono uscita, l'intero posto era pieno, sono saltata fuori e mi sono divertita come una matta. Ma sentivo che per il terzo album avrei meritato di fare da headliner o qualcosa del genere...".

Tra le cose migliori, French Exit impreziosita da chitarre spagnoleggianti, uno dei pezzi che si emancipano dal sound generale di Radical Optimism, come Maria, l'altro brano giocato su chitarre acustiche e una base dance potente ma non troppo invasiva. Piacevole e azzeccata dal punto di vista della produzione anche Watcha Doing.

In definitiva, non c'è nulla che non sia a fuoco in questo album, la voce è perfetta, i testi parlano d'amore, i suoni sono curati al dettaglio da Kevin Parker (Tame Impala) e Danny L Harlem e le canzoni sembrano uscite da un dizionario del pop. Manca solo il coraggio di osare. Ma quello verrà...




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Gianni Poglio