Duran Duran: Danse Macabre è l'ultimo capitolo di una band in evoluzione
Ansa
Musica

Duran Duran: Danse Macabre è l'ultimo capitolo di una band in evoluzione

Mentre alcuni gruppi che si sono affermati negli anni Ottanta basano i loro concerti solo sui successi del passato, la band capitanata da Simon Le Bon, in oltre 40 anni di carriera, ha dimostrato di sapersi rinnovare album dopo album

Una delle maggiori sfide, per un artista o una band con diversi lustri di carriera alle spalle, è quella di rinnovare il sound delle proprie canzoni senza scontentare troppo i fan della prima ora, conquistati da un determinato stile musicale. Una sfida superata brillantemente dai Duran Duran fino al loro ultimo album di inediti Future Past, pubblicato nel 2021, a quarant'anni esatti dall'uscita dell'omonimo album di debutto. Future Past è stato fortemente influenzato dal periodo di lockdown, che non solo ha ritardato l'uscita del disco, ma che ha costretto la band a riflettere sulla caducità del tempo, dando un significato più profondo all'intero progetto. «Guardiamo al futuro perché crediamo nel nostro futuro, crediamo nel futuro della musica e crediamo nel futuro della razza umana», ha dichiarato Simon le Bon nella presentazione via Zoom dell'album.

E in questo guardare al futuro si trova probabilmente il segreto dell'intatto successo della band inglese, che nel 2022 ha ottenuto meritatamente l'ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame, uno dei maggiori riconoscimenti per un gruppo con almeno 25 anni di carriera discografica. Negli anni Ottanta i Duran Duran e i loro rivali di sempre Spandau Ballett scatenarono fenomeni da isteria collettiva che non si vedevano, in modo così virulento, dai tempi dei Beatles e dei Rolling Stones.

Non c’era una ragazzina che allora non avesse in camera un poster con uno dei componenti delle due band, sempre curatissimi, truccati ad arte e vestiti con abiti all’ultimo grido. Mente quei vestiti dalle spalline ipertrofiche risultano oggi francamente grotteschi, la musica della band capitanata da Simon le Bon è ancora fresca e al passo coi tempi (a differenza dei rivali Spandau, che sono rimasti cristallizzati agli anni Ottanta), pur non rinnegando il suo inconfondibile sound tra pop, funk ed elettronica. La band inglese, il cui nome è ispirato al cattivo del film cult Barbarella, dopo aver creato canzoni che sono veri e propri inni generazionali (Wild boys, Hungry like the wolf, The reflex, Notorious, Rio e Save a prayer, solo per citarne alcune), non si è adagiata sul suo glorioso passato, crescendo anno dopo anno come live band e pubblicando costantemente nuova musica. Chi è già stato recentemente a un loro concerto, sa bene come il live sia la dimensione privilegiata per Simon Le Bon, Nick Rhodes, John e Roger Taylor, un gruppo di grandi professionisti che sanno come far divertire i loro fan con uno show impeccabile sia dal punto di vista musicale che scenografico. A proposito del segreto della loro longevità come band, il tastierista Nick Rhodes, durante un'intervista via Zoom, ci ha risposto: «Dopo tutti questi anni, lavoriamo ancora nello stesso modo: ci troviamo tutti insieme in studio e facciamo sempre del nostro meglio. Dipendiamo tutti gli uni dagli altri e il successo di un disco o di una performance dipende dall'essere sempre una squadra. Ci rispettiamo a vicenda e lavoriamo sodo insieme: per questo non ci siamo mai fermati e siamo ancora qui a parlare con voi».

Gli ha fatto eco il bassista John Taylor, che, parlando dell'immutato amore del pubblico italiano per i Duran, ha spiegato l'esigenza artistica di portare uno spettacolo sempre nuovo: «Ogni show in Italia è per noi un po' speciale, ci avete sempre accolto con grande affetto nel corso di tutta la nostra carriera. Siamo convinti che il vostro pubblico non voglia solo ascoltare vecchie canzoni, ma sia più appagato quando ascolta qualcosa di nuovo. Il concerto non è solo una retrospettiva e sia io che Nick vogliamo dimostrare di essere ancora in piena attività creativa». Un'attività creativa che, dopo soli due anni, si arricchirà di un nuovo capitolo: il 27 ottobre uscirà nei negozi fisici e digitali Danse Macabre, il sedicesimo capitolo della loro ricca discografia. Un album "ibrido", ispirato alle atmosfere noir della festa di Halloween, che si snoda attraverso 13 tracce, tra nuove canzoni, cover a tema e nuove versioni "spettrali" dei loro successi, ricchi di ospiti illustri, a partire da Nile Rodgers degli Chic, che con i Duran ha sempre avuto un rapporto speciale, dando il suo inconfondibile tocco a tanti successi della band inglese.

C'è grande curiosità di ascoltare le cover in stile Halloween di Bury A Friend di Billie Eilish, Psycho Killer dei Talking Heads (feat. Victoria De Angelis dei Måneskin), Paint It Black dei Rolling Stones, Super Lonely Freak ispirato a Rick James, Spellbound di Siouxsie and the Banshees, Supernature di Cerrone e Ghost Town degli Specials. C'è ancora più curiosità, da parte dei fan storici, di ascoltare di nuovo, all'interno di un album dei Duran, le chitarre di Andy Taylor e di Warren Cuccurullo, che tanto hanno contribuito al successo della band inglese. Andy Taylor si unì per la prima volta ai Duran Duran nel 1980, co-scrivendo e suonando la chitarra nei loro primi tre album in studio: Duran Duran (1981), Rio (1982) e Seven and the Ragged Tiger (1983), prima di lasciare il gruppo per intraprendere una carriera solista. Andy è tornato sedici anni dopo per suonare in Astronaut (2004), prima di separarsi ancora una volta dagli altri quattro membri originali nel 2006. Con la partenza di Andy, il talentuoso Warren Cuccurullo si unì alla band a tempo pieno nel 1989, contribuendo sia alla scrittura che alle chitarre degli album Big Thing (1988), Liberty (1990), The Wedding Album (1993), Thank You (1995), Medazzaland (1997) e Pop Trash (2000).

La presenza di Andy Taylor è tanto più gradita se si pensa al grave tumore alla prostata contro il quale combatte dal 2018: grazie a un innovativo trattamento medico, il chitarrista adesso sta meglio ed è tornato a suonare in studio, dopo quasi vent'anni, con i suoi amici e colleghi con i quali ha condiviso tanti anni di concerti. L'idea del nuovo progetto Danse Macabre prende corpo il 31 ottobre 2022 durante un concerto speciale a Las Vegas. Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes e Roger Taylor, sopra un palco allestito con scheletri alti 20 piedi, lapidi, ragnatele e bare, hanno suonato brani che non facevano da anni (Secret Oktober dal 2011, Love Voodoo dal 2017, Nightboat dal 2005), oltre a sorprendenti cover di Spellbound dei Siouxsie and the Banshees, Supernature di Cerrone e Ghost Town dei The Specials. La band e il pubblico si sono divertiti così tanto che hanno deciso di registrare quel set, creando un evento mondiale di Halloween per tutti i fan dei Duran Duran. Il nuovo progetto discografico è stato anticipato ieri dalla title track Danse Macabre, la prima delle tre canzoni inedite. Le percussioni ansiose impostano il ritmo contro un sintetizzatore distorto e ringhiante, mentre i versi spavaldi di Simon Le Bon lasciano il posto a un coro carico ipnotico. Oltre al produttore Mr Hudson, che tanto ha contribuito al sound di Paper Gods, in Danse Macabre ritroviamo anche l'ex compagno di band Warren Cuccurullo alla chitarra, nella sua prima collaborazione con la band dal 2001.

Per gli amanti della musica fisica (e del paranormale), Danse Macabre uscirà il 27 ottobre su Tape Modern per BMG con artwork con immagini adattate da una collezione di autentiche foto vintage di sedute spiritiche, acquistate all’asta da Nick Rhodes. L'album sarà disponibile su Black 2LP e CD, con un'edizione limitata smog 2LP disponibile attraverso i negozi indie, mentre lo store ufficiale della band metterà a disposizione pacchetti di merchandising esclusivi, tra cui un Translucent Galaxy 2LP limitato e una cassetta. Parlando di Danse Macabre, il tastierista Nick Rhodes ha dichiarato: «La canzone Danse Macabre celebra la gioia e la follia di Halloween. Quella serata del 2022 a Las Vegas ci ha ispirato a esplorare ulteriormente e a fare un intero album, usando Halloween come tema chiave. Il disco si è trasformato attraverso un processo puro e organico, e non solo è stato realizzato più velocemente di qualsiasi altra cosa dal nostro album di debutto, ma ha anche portato a qualcosa che nessuno di noi avrebbe mai potuto prevedere. L'emozione, l'umore, lo stile e l'atteggiamento sono sempre stati al centro del DNA dei Duran Duran, cerchiamo la luce nell'oscurità e l'oscurità nella luce, e sento che siamo riusciti in qualche modo a catturare l'essenza di tutto questo in questo progetto». John Taylor ha aggiunto: «Dopo tutti questi anni, Danse Macabre offre una visione interessante della personalità della band». Roger Taylor chiude con un auspicio: «Spero che tu faccia un viaggio con noi attraverso il lato oscuro delle nostre ispirazioni fino a dove siamo nel 2023. Forse, partirai con una comprensione più profonda di come i Duran Duran sono arrivati a questo momento nel tempo».

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Gabriele Antonucci