Elodie: le confessioni sulla pista da ballo della popstar romana
Il primo dei due concerti sold out al Palasport di Roma è stata una grande e ambiziosa festa dance, con luci strobo, abiti sgargianti e spettacolari coreografie, in cui non sono mancati alcuni messaggi sociali
Dopo il Festival di Sanremo 2023, in cui si è classificata solo nona con la convincente Due, era chiaro a tutti che Elodie fosse ormai pronta per il grande salto da cantante pop a popstar. Non è una differenza da poco, che indica la precisa volontà di proporre uno spettacolo ambizioso e di livello internazionale, sulla scia delle sue colleghe più blasonate (per intenderci, Madonna, Rihanna, Beyoncé e Dua Lipa), assai diverso dai concerti-karaoke, con cellulari accesi e cori cantati dal pubblico, a cui ci hanno abituato alcune cantanti pop italiane.
Dopo i trascurabili esordi discografici risalenti al periodo di Amici 2016 (un fabbrica di illusioni musicali che, al pari di X Factor, sta mostrando sempre più i suoi limiti), Elodie si è presa i suoi tempi e ha stupito tutti nel 2020 con This is Elodie, un progetto ambizioso, con 51 tra autori, produttori e ospiti, concepito come una vera e propria playlist, in cui il suo stile pop-soul si è contaminato con il rap, con l'r&b, con il reggae e con la dance. E proprio la dance ha caratterizzato maggiormente i suoi due ultimi progetti discografici, l'album Ok.Respira e il clubtape Red Light, sette brani da cub mixati uno con l'altro, pubblicato a ottobre.
Era chiaro che, con due pubblicazioni così orientate alla musica da ballo, il tour autunnale Elodie Show 2023 nei palazzetti dello sport (sold out praticamente ovunque), prodotto da Vivo Concerti, si sarebbe trasformato in una grande festa dance, con luci strobo, abiti sgargianti, spettacolari coreografie e un grande corpo di ballo. Detto, fatto. L’impianto scenico del concerto è costituito da un palco principale che si sviluppa su più livelli, e uno stage B dotato di lift ledwall, collegati da una lunga passerella. Lo spazio viene costantemente animato da un eccellente corpo di ballo, formato da 11 ballerini, guidati da Irma di Paola e Francesco Cariello. Alle spalle del corpo di ballo si colloca la band di 8 elementi composta da basso, batteria, chitarra, tastiere e quattro coriste. Uno show-kolossal, con un investimento economico importante, che forse Elodie avrà sognato tante volte quando era una cantante alle prime armi, cresciuta in un quartiere periferico di Roma Nord (Quartaccio).
Il primo, grande concerto nella sua città natale (si replica anche stasera al Palasport, sempre sold out) ha un sapore speciale per lei, che, mentre fa il suo ingresso con il corpo di ballo attraversando il parterre, appare visibilmente emozionata in volto. L'emozione, però, dura pochi secondi, perché Elodie, fin dal brano dal trascinante apertura Purple In The Sky, deve cantare mentre esegue anche una complessa coreografia insieme ai ballerini. La scaletta segue fedelmente la tracklist di Ok.Respira nei primi tre tiratissimi brani, Purple in the sky, Danse la vie e Strobo, mixati in modo da non interrompere mai il ritmo. Il live è composto da cinque blocchi, ognuno dei quali racconta alcune sfumature di Elodie, ma la componente clubbing è nettamente quella prevalente: insomma, un concerto che si apprezza al meglio in piedi nel parterre-discoteca che seduti in uno dei tre anelli del Palasport. Il mood cambia in Guaranà, che cita Vogue di Madonna e utilizza la parte rap de Il battito animale di Raf, per poi trasformarsi in Nero Bali: un mix apparantemente strano, che però, alla prova del palco, funziona bene. Si chiude il primo blocco e lo show si sposta sul palco principale, dove spiccano la band e un gigantesco maxischermo. La seconda sezione, in cui Elodie sfoggia un nuovo look con top e minigonna di pelle bordeaux, viene inaugurata dalla dance della title track Ok.Respira, prima della canzone che nel 2020 ha cambiato il corso della sua carriera: Andromeda. Un piccolo gioiello pop-dance, scritto da Dardust e Mahmood, con interessanti cambi di passo e di tono, che Elodie valorizza con la sua convincente interpretazione vocale.
Una delle caratteristiche delle grandi popstar è la continua voglia di imparare e di migliorarsi nonostante il grande successo (vedi Madonna e Beyoncé, due vere stakanoviste del music business). Mentre a Sanremo 2020 Elodie ci era apparsa un po' statica in Andromeda, adesso, tre anni dopo, la cantante romana appare molto più fluida nei movimenti, segno che ha lavorato duramente anche sul ballo. I ritmi si fanno leggermente più morbidi in Vertigine, avvolgente e ricca di pathos, mentre American Woman (che forse avrebbe bisogno di una voce più scura e black di quelle di Elodie) è un godibile momento di spettacolo e di rock, in cui l'artista viene affiancata nella parte rap da una corista.
Ci è piaciuta molto Pensar male di te, un pop-funk coinvolgente e notturno che nella versione originale viene cantato insieme a Stash dei The Kolors (qui sostituito bene da una corista), seguito dalla cassa dritta dell'ultimo singolo A fari spenti, accompagnata sul maxischermo dal sensuale video della canzone. Il concerto entra nella sua terza parte, quella più clubbing, con la riproposizione quasi integrale del recente clubtape Red Light, accompagnato sul maxischermo da alcuni messaggi sociali: “La guerra toglie la libertà. Oltre 449 milioni di bambini vivono in zone di conflitto.”; “Il genere non può determinare la libertà di una persona, ma 29,9 milioni di ragazze adolescenti vivono nei 10 Paesi con il più alto numero di matrimoni infantili.”; “La cultura rende liberi, ma nel mondo 244 milioni di bambini e giovani non vanno a scuola e 771 milioni di adulti sono analfabeti.”; “Tutti dovrebbero essere liberi di scegliere se vivere e costruirsi un futuro nella propria terra, eppure si stima che nel 2023 ci siano 108, 4 milioni di migranti forzati.”, fino a “ELLE. COME LA MIA LIBERTÀ”.
Onestamente, non capiamo il nesso logico tra questi messaggi sul maxischermo, assolutamente condivisibili, e il terzo blocco, quello più sexy del concerto, dove compaiono due pali della pole dance e i balletti si fanno sempre più audaci e provocanti: ma forse siamo noi troppo alpha, cisgender e "patriarcali" per cogliere certe sfumature.
Dopo La coda del diavolo, singolo invero non memorabile di Rkomi insieme a Elodie, il pubblico le riserva un lunghissimo applauso e intona il coro "Elodie!Elodie!", facendo commuovere la cantante, che ringrazia il pubblico della sua città natale per l'affetto dimostrato. Più coinvolgenti le ritmiche reggaeton e la chitarra latin di Boy boy boy e soprattutto di Tribale, con il suo basso pulsante e le sue percussioni indiavolate, che viene interpolata nella seconda parte con A far l'amore di Raffaella Carrà, suscitando l'entusiasmo del Palasport di Roma, che canta e balla tutto il brano della compianta artista emiliana che ci ha lasciato due anni fa. Elodie le manda un bacio al cielo e le dice: "Ciao Raffa!". Ciclone celebra il blockbuster di Pieraccioni con le sue atmosfere flamenche e con il celebre ballo sopra il tavolo che nel film rese famosa Lorena Forteza, mentre la sanremese Due, accolta con grande entusiasmo dal pubblico del Palasport, viene cantata da Elodie (con gli occhi lucidi) sopra a una pedana che si solleva dal palco di due-tre metri. Un piccolo omaggio a Michael Jackson, con una breve porzione dell'iconica Don't stop 'til you get enough suonata dalla band, introduce la scatenata Pazza Musica, la hit realizzata insieme a Marco Mengoni (non presente ieri a Roma), che trasforma il Palasport in una gigantesca discoteca indoor. Ci avviciniamo verso la fine del concerto con i coinvolgenti ritmi funky/reggae di Margarita, in cui una corista omaggia la grande Missy Elliot (recentemente entrata nella Rock and Roll Hall of Fame) con un pezzo rap di Work It, con i ringraziamenti di Elodie a tutte le persone che le sono state vicine e che l'hanno aiutata a realizzare il suo sogno e con la ballabile Bagno a mezzanotte, meglio conosciuta come "1,2,3, alza", che chiude lo show all'insegna della dance. Il concerto si chiude dopo un'ora e mezza, senza un attimo di pausa, con tutti i più grandi successi della cantante suonati uno dopo l'altro, spesso mixati tra di loro.
Elodie ha dimostrato ieri sera di avere voce, presenza scenica, capacità performativa, il sound giusto e i giusti collaboratori. Forse, per uno show così ambizioso e scintillante, servirebbe qualche canzone in più ai livelli di Andromeda e Due (non a caso entrambe portate sul palco di Sanremo), ma la cantante romana, in soli tre anni, è cresciuta esponenzialmente come performer e adesso, dopo il tour nei palasport, potrà concentrarsi su un nuovo progetto discografico, che magari la porterà a raggiungere, nei prossimi mesi, obiettivi ancora più ambiziosi (come gli stadi).