eminem disco
(ufficio stampa Emi Records Italy)
Musica

Eminem: The Death of Slim Shady alterna lampi e sbadigli - Recensione

Il dodicesimo album del rapper Premio Oscar segna la morte metaforica del suo alter-ego Slim Shady, ma non riesce a rinverdire i fasti dei suoi capolavori

Una delle maggiori sfide per un artista è quella di evolversi stilisticamente, senza però scontentare troppo i fan della prima ora, catturati da un determinato tipo di sound. Una sfida che risulta particolarmente ostica per i rapper, per i quali, molto spesso, l'album di debutto risulta poi il migliore della sua carriera (si pensi ai debutti folgoranti di Nas, Jay-Z e Snoop Dogg). Prima di tutto perché, per chi comunica prevalentemente con le parole, dopo anni ci sono sempre meno urgenza artistica e meno storie interessanti da raccontare. Il secondo motivo è la difficoltà, soprattutto per i rapper della cosiddetta old school, di tenere il passo con le ultime tendenze musicali, che oggi vedono trionfare le sonorità ipnotiche e "dopate" della trap, senza ripetere pedissequamente le sonorità di 10-20 anni fa. Un difficile lavoro di equilibrismo, che negli ultimi anni Eminem ha cercato di fare negli album Revival, Kamikaze e Music To Be Murdered By, lontani, però, dai fasti degli inarrivabili The Slim Shady LP, The Marshall Mathers LP 1, The Eminem Show e The Marshall Mathers LP 2.

C’era molta attesa per l’uscita oggi, a quattro anni dal precedente Music to Be Murdered By,del nuovo album The Death of Slim Shady (Coup de Grâce), il dodicesimo lavoro in studio del rapper più tecnico e influente di sempre. Eminem, inserito da Rolling Stone USA tra i "100 migliori artisti di tutti i tempi", può vantare oltre 250 milioni di dischi venduti nel mondo, un Premio Oscar e 15 Grammy Awards in bacheca. Numeri che parlano da soli, per questo le aspettative per il nuovo album The Death of Slim Shady (Coup de Grâce) erano altissime, anche perché il disco è stato presentato qualche mese fa, in un trailer enigmatico, come quello del commiato dal personaggio di Slim Shady, l'alter ego sboccato e oltraggioso di Eminem. Il breve video mostrava un collegamento live di un finto tg presso la scena di un omicidio: la morte di Slim Shady, l’alter ego di Eminem da quasi trent'anni. «Grazie alle sue complesse, spesso criticate rime da scioglilingua, l’anti-eroe noto come Slim Shady non è mai stato a corto di nemici», afferma il giornalista, a cui segue la sorprendente testimonianza di 50 Cent, da sempre amico di Eminem: «Non è un amico, è uno psicopatico». A quel punto il giornalista riprende la parola: «Le stesse liriche rudi e le sue controverse pagliacciate potrebbero alla fine aver portato alla sua morte. Seguitemi mentre ricostruiamo gli eventi che hanno condotto all’omicidio di Slim Shady». Il filmato si conclude con la testimonianza di un uomo col volto coperto dai pixel e la voce modificata: «Era solo questione di tempo per Slim Shady», dice un attimo prima di sporgersi in avanti, rivelando il suo vero volto: quello di Marshall Bruce Mathers III, universalmente conosciuto come Eminem.

Mentre in questi mesi Drake, J.Cole, Kendrick Lamar e Kanye West si stanno contendendo, a colpi incrociati di dissing e di stream, lo scettro di rapper numero uno al mondo, Eminem vuole dimostrare con il nuovo album di giocare un campionato a parte, anche per motivi anagrafici (51 anni), e per questo ha richiamato alle produzioni il suo mentore Dr.Dre, un autentico fuoriclasse dei beat. L’album è stato anticipato dai singoli Houdini, in testa a numerose classifiche internazionali, e Tobey con Babytron e Big Sean, corredati entrambi da un videoclip: se nel video di Houdini l’artista si travestiva da Robin e omaggiava gli esordi di Slim Shady, nella clip di Tobey arriva ad uccidere il suo “doppio” con una motosega. Le sonorità The Death of Slim Shady (Coup de Grâce) sono decisamente noir e cupe, quasi da film horror in alcuni pezzi, con ritmiche prevalentemente mid-tempo, il che, se da un lato conferisce una certa coerenza musicale, dall’altro rende l’ascolto dell’intero album (composto da 19 brani per una durata di un’ora e quattro minuti) piuttosto faticoso, per non dire noioso, anche per un appassionato di rap.

D’altra parte è stato lo stesso rapper, sui social, a consigliare di ascoltarlo dalla prima all’ultima nota: «Annuncio di servizio: Death of Slim Shady è un concept album e quindi sentire le canzoni in ordine sparso non avrebbe senso. Buon ascolto». L’album parte in modo promettente con il tris Renaissance, Habits e Trouble: il primo brano parla di critica e autostima nell'industria hip-hop moderna, sottolineando come i critici "troverebbero qualcosa di sbagliato in 36 Chambers” (capolavoro del Wu Tang Clan n.d.r.); Habits, sull’ampio tema delle dipendenze, è anche un attacco frontale alla Gen Z, di cui critica i pronomi di genere e i comportamenti sui social media; Trouble è poco più che un interludio ed è un peccato, perché, con quel beat, avrebbe meritato uno sviluppo maggiore. Brand New Dance è una sorta di autoparodia stralunata e surreale, che sembra fatta con la AI, dei brani di Eminem più ballabili e commerciali, mentre Evil è una suggestiva discesa negli inferi nella psiche e nei lati più spigolosi del rapper, con un testo e una capacità di storytelling da grande narratore urbano. In Lucifer Dr.Dre regala una delle sue produzioni più ispirate dell’album, mentre il rapper di Detroit si descrive come un provocatore, spesso vittima del suo stesso personaggio: «I miei seguaci sono come una setta satanica/Sì, mi ascoltano, come quando parlava Manson». Nella luciferina e corrosiva Antichrist il rapper torna a prendere i giro i coming out e l’uso dei pronomi della Generazione Z, mettendo così una pietra tombale su una fetta potenziale di giovani ascoltatori e facendo capire di rivolgersi a un pubblico più adulto di 30/40enni.

Fuel è un interessante duetto tra un rapper giovane e talentuoso come JID e un artista più maturo e disincantato, che riflette sulla sua longevità e la sua capacità di attraversare epoche diverse del rap. Guilty Conscience 2 è un aperto richiamo al suo vecchio successo Guilty Conscience del 1999, in cui si ripete lo stesso dualismo tra Marshall Mathers e Slim Shady, però non ha l’esplosività e la freschezza del suo predecessore. In Head Honcho mostra le sue qualità il rapper filippino Ez Mil, una delle ultime scoperte della Shady Records, mentre Eminem ricorda gli abusi e il bullismo che ha dovuto subire durante l’infanzia. Uno dei brani migliori dell’album, sia come testo che come strumentale, è la delicata Temporary, dedicata alla figlia Hailie (che si è recentemente sposata con Evan McClintock n.d.r.), nella quale il rapper di Detroit racconta con sincerità disarmante le sue fragilità e le sue mancanze di padre, come se avesse paura di non riuscire a dirle dal vivo tutto quello che vorrebbe.

Per quanto riguarda i singoli già pubblicati, nella folle Houdini, costruita sopra un beat ballabile che ricorda non poco Without me, Eminem manda esplicitamente a quel paese il suo manager Paul Rosenberg, Dr. Dre e i suoi figli, mentre Tobey (ispirata all’attore Tobey Maguire, famoso per aver impersonato Spider Man prima di Andrew Garfield) è un dialogo tra diverse generazioni di rapper insieme a Big Sean e BabyTron. L’album si chiude con Someone save me, che ha atmosfere celestiali grazie all’abbondante uso di archi e a un ritornello emozionante cantato da Jelly Roll, in cui Eminem confessa i suoi fallimenti come padre e l'impatto della sua dipendenza nei rapporti familiari. Non è facile dare un giudizio univoco su un album alterno come The Death of Slim Shady (Coup de Grâce): se da un lato il disco è migliore e più interessante rispetto ai deludenti Revival, Kamikaze e Music To Be Murdered By, dall’altro siamo lontani dall’impatto di album come The Slim Shady LP, The Marshall Mathers LP 1, The Eminem Show e The Marshall Mathers LP 2.

Eminem, con questo album, chiude definitivamente i conti con il discusso personaggio di Slim Shady, non facendo mancare provocazioni, rime corrosive e fuochi d'artificio verbali, però quel tipo di rime, mentre hanno avuto un impatto deflagrante all’inizio degli anni Duemila, adesso suonano come ingiurie fini a se stesse, come quelle di un adolescente in cerca di attenzione. The Death of Slim Shady (Coup de Grâce) è una discreta chiusura di una parentesi della sua carriera, anche se non è chiaro ora che direzione prenderà la musica di Eminem, senza più la presenza ingombrante del suo discusso alter-ego.

TUTTE LE NEWS DI MUSICA

I più letti

avatar-icon

Gabriele Antonucci