L'estate 2022 segna la crisi della trap e del reggaeton
La stagione delle vacanze è stata dominata da brani stile Sixties, dance e funky, mentre i due generi più ascoltati degli ultimi cinque anni sembrano essere meno graditi dal pubblico
Dopo almeno un quinquennio di dominio assoluto delle classifiche estive (il 2017 fu segnato indelebilmente dal tormentone Despacito), il reggaeton è sempre meno protagonista delle classifiche italiane e dei passaggi radiofonici. Anche la trap, da qualche mese, ha iniziato una lenta, ma costante parabola discendente e ha ormai più spazio sulle pagine di cronaca che in quelle musicali. L'estate 2022 ha, invece, decretato il successo del pop retro che strizza l'occhio agli anni Sessanta, della dance (in tutte le sue declinazioni) e della funky-disco. Questa, in sintesi, è un primo bilancio della stagione estiva, la più importante dal punto di vista dei singoli dopo la sbornia sanremese di inizio anno. Il tormento(ne) dell'estate 2022 è sicuramente Shakerando del rapper milanese Rhove (4 dischi di platino), che, con la sua cassa dritta e il suo ritmo coinvolgente, è decisamente più dance che trap. Sul podio dei tormentoni, quasi a pari merito, c'è anche La dolce vita di Fedez feat Tananai e Mara Sattei che, con le sue sonorità vintage, è ben più che un omaggio agli anni Sessanta, così come gli ultimi brani di Myss Keta (Finimondo, che campiona Il Capello di Edoardo Vianello per poi trasformarsi in un brano dance), Madame (L'eccezione) e Carl Brave e Noemi (Hula-Hoop). Vanno molto forte anche Don't you worry dei Black Eyed Peas, Shakira e David Guetta, I love you baby di Jovanotti e Sixpm, No stress di Marco Mengoni, Tribale di Elodie, Stelle di Fabri Fibra feat Maurizio Carucci, Camera 209 di Alessandra Amoroso, Nostalgia di Blanco, 5 Gocce di Irama feat Rkomi, Diva de La Rappresentante di Lista, Contrabbando di Tropico feat Cesare Cremonini e Fabri Fibra: tutti brani caratterizzati da un forte impronta dance, per non parlare degli album di due pesi massimi del music biz come Drake e Beyonce, Honestly, Nevermind e Renaissance, interamente votati alla cassa dritta e alle atmosfere clubbing.
Ritmi più morbidi e funky caratterizzano i godibili singoli About damn time di Lizzo, Litoranea di Elisa feat Matilda De Angelis, Potion di Calvin Harris feat Dua Lipa & Young Thug, Superstar di Darin, Disco (I love it) di Ditonellapiaga, La ragazza del futuro di Cesare Cremonini e Tienaté dei Nu Genea, segno che le sonorità disco anni Settanta, benché modernizzate con un pizzico di elettronica, sono ancora attualissime. Il motivo del successo delle sonorità anni Sessanta/Settanta è probabilmente dovuto alla nostalgia per un periodo ormai lontano, ma ricco di energia e di ottimismo, a differenza di oggi, dove il prossimo futuro, tra guerra e crisi energetica, appare decisamente dai contorni cupi. Due anni di pandemia hanno lasciato danni incalcolabili, sia dal punto di vista sanitario-psicologico che economico, ma, come reazione uguale e contraria, quest'estate c'è una grande voglia di aggregazione e di lasciarsi alle spalle un biennio infausto: e cosa c'è di meglio della musica dance per divertirsi e per riappropriarsi della propria fisicità? Pare, invece, che il reggaeton e la trap, accomunati da ritmi fin troppo monotoni e dall'assenza quasi totale di musica organica, dopo anni di grandi successi abbiano iniziato la loro china discendente.
Sono davvero pochi i brani di questi due generi che hanno avuto successo nelle classifiche italiane e nelle radio: Pampampampampampampampampam di Irama, Caramello di Rocco Hunt, Elettra Lamborghini e Lola Indigo, Titi me pregunto di Bad Bunny, Mamma Mia di Sfera Ebbasta e Rvssian, s!r! di thasup feat Lazz e Sfera Ebbasta, Gasolina di Anna e Toca di Aka 7even feat Guè. Curioso che anche tre specialisti del reggaeton come Takagi & Ketra, Boomdabash e Baby K abbiano pubblicato quest'estate brani decisamente dance come Bubble (feat thasupe e Salmo), Tropicana (feat Annalisa) e Bolero (feat Mika): segno che neanche loro credono più molto alle potenzialità di questo genere, nato negli anni Novanta in Centro America dall'incontro del reggae con il rap. Per quanto riguarda la trap, essa è sempre più un lifestyle basato su criminalità (vera o presunta), grandi marchi di moda e sostanze psicotrope, in cui la musica fa quasi da sfondo o da pretesto a una condotta di vita "deviante".
Prendiamo, ad esempio, Jordan Jeffrey Baby e Traffik, finiti alcuni giorni fa in carcere dopo aver rapinato e minacciato un cittadino nigeriano: che cosa resterà delle loro "canzoni"? Qualcuno si ricorderà dei loro brani tra qualche anno? Domande ovviamente retoriche. Anche negli anni Novanta, un periodo in cui le classifiche erano dominate dal cosiddetto gangsta rap, l'hip hop finiva spesso nelle pagine delle cronache, ma nessuno può negare il talento di N.W.A. Dr.Dre, Snoop Dogg, 2Pac e Notorious B.I.G., sicuramente non degli stinchi di santo, ma comunque artisti in grado di esprimere il disagio del ghetto e della vita di strada con canzoni crude e dirette, addolcite da melodie e da hook memorabili, che ancora oggi sono classici del rap. Insomma, sembra che il buon, vecchio rap (basti ascoltare gli ultimi eccellenti album di The Game e Black Thought & Danger Mouse) sia pronto a riconquistare la centralità della scena a scapito della trap, che ha sempre avuto ben poco da dire, sia dal punto di vista musicale che dei testi. E che oggi, passato il suo periodo di massima fortuna, non è più in grado di nascondere i suoi evidenti limiti.