Franco Battiato: 15 canzoni bellissime che (forse) non conoscete
Una playlist di brani meno noti del grande cantautore di Jonia, in ordine cronologico, che mostra non solo il suo enorme talento, ma anche la sua incessante evoluzione musicale
«Franco Battiato è stato uno dei più grandi compositori d’Italia, ma anche uno dei più grandi divulgatori di cultura che il nostro paese ricordi, e ciò grazie al semplice uso di canzoni, che spesso non arrivano a cinque minuti di durata, e all’enorme capacità di condensare alto e basso, di mischiare profumi provenienti da terre vicine e lontane, di citare il più infimo programma televisivo insieme alle più alte opere filosofiche, mistiche e religiose, di divagare sull’esoterismo, di mescolare pop, rock, cantautorato, elettronica, dance, opera, musica classica e psichedelia», sottolinea il critico musicale Fabio Zuffanti che ha dedicato quattro libri a Battiato, l’ultimo dei quali è la biografia Sacre Sinfonie. Battiato: tutta la storia (Il Castello Edizioni, pagg.464).
Dopo il furore sperimentale degli anni Settanta e le collaborazioni con il violinista Giusto Pio, Battiato trova negli anni Ottanta, a partire dall'album La voce del padrone del 1981, un perfetto equilibrio tra accessibilità e raffinatezza in gioielli elettropop di grandissimo successo. Negli anni Novanta le riflessioni intellettuali del cantautore di Jonia, frutto delle sue lunghe conversazioni con l’amico-filosofo Manlio Sgalambro, si sono sposate con naturalezza alle tendenze della musica elettronica, coniugando in modo assolutamente originale pop e avanguardia. In occasione dei suoi 80 anni (che avrebbe compiuto il 23 marzo), abbiamo selezionato una playlist di 15 canzoni bellissime di Franco Battiato, in ordine cronologico, che non sono tra i suoi maggiori successi, quelli che tutti conoscono, e che, proprio per questo, meritano di essere (ri)scoperte e ascoltate con attenzione, poiché mostrano non solo il suo enorme talento, ma anche la sua incessante evoluzione musicale.
La Convenzione/Paranoia (1971)
Mettiamo insieme due brani, il lato A e lato B, di un raro 45 giri che precedette di qualche mese l’uscita dell’album Pollution, non presenti in alcuna compilation, che rivelano quanto la musica di Battiato fosse pura avanguardia all’inizio degli anni Settanta.
Il silenzio del rumore (1972)
Un altro grande brano del periodo avanguardista del cantautore di Jonia, tra elettronica e musica sperimentale, che mette insieme campionatori, sintetizzatori e testi nonsense.
Sequenze e Frequenze (1973)
La monumentale traccia d'apertura dell’album Sulle Corde di Aries è un viaggio psichedelico e ipnotico di ben 16 minuti, un perfetto esempio del minimalismo cangiante di Battiato, basato sul continuo intreccio tra sintetizzatori e strumenti organici.
Stranizza D’Amuri (1979)
Stranizza d’amuri, uno dei vertici emotivi dell’album L’era del cinghiale bianco del 1979, rappresenta una delle tre composizioni scritte completamente in siciliano da Battiato, insieme a Veni d’autunnu e Il cammino interminabile. Il cantautore tratteggia qui un dipinto impressionista della Sicilia più profonda, con la guerra che fa da cornice all’affacciarsi di un sentimento nuovo.
Venezia - Istanbul (1980)
Contenuto nel bellissimo Patriots del 1980, ma meno famoso di Up Patriots to Arms e Prospettiva Nevski, il suggestivo brano Venezia – Istanbul resta impresso nella memoria per il suo irresistibile riff di chitarra e per il suo testo raffinato ed enigmatico, in pieno stile Battiato.
Scalo A Grado (1982)
Una canzone a tema “pasquale”, che gli appassionati del cinema di Nanni Moretti conoscono bene per la celebre scena sulla spiaggia in Bianca: «Ho fatto scalo a Grado la domenica di Pasqua/gente per le strade correva andando a messa/ L'aria carica d'incenso alle pareti le stazioni del calvario/gente fintamente assorta/che aspettava la redenzione dei peccati».
La Musica è Stanca (1983)
Orizzonti Perduti del 1983 è un album famoso soprattutto per La Stagione dell’Amore, ma merita di essere conosciuta anche l’irresistibile La Musica è Stanca, un energico brano hi-nrg tipicamente anni Ottanta (che ricorda le prime produzioni dei Depeche Mode), con influenze mediorientali e un testo sferzante.
L’animale (1985)
Una magnifica canzone d’amore atipica, sorretta da archi ariosi, che riflette sulla lotta interiore tra ragione e istinto, tra solitudine e desiderio carnale: «Ma l' animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai, si prende tutto anche il caffè, mi rende schiavo delle mie passioni».
Zai Saman (1988)
L’album Fisiognomica è la degna conclusione di un decennio di straordinaria creatività per Battiato, quello che lo ha portato da artista sperimentale di nicchia a gigante del pop d’autore. Zai Saman è un gioiello musicale per i suoi cambi di tempo e per il suo suggestivo mix di sonorità occidentali e mediorientali, con un testo ancora attuale (si pensi a «vuoto di senso crolla l’Occidente»).
L’ombra della luce (1991)
Contenuta nell’album Come un cammello in una grondaia del 1991, L’ombra della Luce è una delle canzoni più emozionanti dell’intera discografia di Battiato, una preghiera laica di struggente bellezza che è arrivata al cantautore come una sorta di intuizione trascendentale, dopo sei mesi di intensa pratica meditativa.
Di Passaggio (1996)
Siamo nel pieno dell’epoca “sgalambriana” di Battiato, che trova il suo pieno compimento nel capolavoro La Cura, contenuta nell’album L’imboscata del 1996. Meno conosciuta, ma di grande interesse è anche Di Passaggio, un incalzante brano rock, cantato in due lingue, che riflette sulla caducità della vita umana e che ammonisce sul non considerare l’invecchiare come garanzia automatica di saggezza.
Il Ballo del Potere (1998)
«Il Ballo del Potere parla della sopraffazione e del predominio. Il potere così concepito mi fa semplicemente orrore. Dobbiamo sempre guardarcene dall’esercitarlo o subirlo, perfino quando andiamo a prendere un caffè al bar». Parola di Franco Battiato, che alla fine del Secondo Millennio, con il sorprendente Gommalacca, ben supportato dal meglio della scena alternative italiana, pubblicava il migliore album italiano del 1998.
Il Vuoto (2007)
Nell’ultima fase della carriera, i testi della premiata ditta Battiato & Sgalambro si concentrano sull’analisi e sulla comprensione della società e del mondo contemporaneo. Emblematico, in questo senso, è il brano Il Vuoto, tra archi avvolgenti, elettronica saltellante, inserti lirici e alternanza tra il cantato in italiano e in inglese: «Danni fisici psicologici collera e paura stress sindrome da traffico ansia stati emotivi primordiali malesseri pericoli imminenti e ignoti disturbi sul sesso».
Le nostre anime (2015)
Inserita tra gli inediti di un album che ripercorreva alcuni successi della carriera di Battiato, Le nostre anime è uno splendido brano intimista sull’amore perduto, sospeso tra nostalgia per il passato e la fiducia nella natura armonica delle cose, oltre i confini di spazio e tempo: «Le nostre anime cercano altri corpi in altri mondi/dove non c’è dolore/ma solamente pace e amore».
Torneremo Ancora (2019)
Chiudiamo questa lunga carrellata di perle nascoste della sua discografia con l’ultimo regalo di Battiato ai suoi fan, inciso insieme alla Royal Philharmonic Concert Orchestra, in cui la voce del cantautore appare stanca, ma ancora incredibilmente forte ed espressiva. Il testo della canzone suona come l’epitome della sua filosofia e della sua arte: «Molte sono le vie/ Ma una sola/ Quella che conduce alla verità/Finché non saremo liberi/Torneremo ancora/Ancora e ancora».