Green Day, Revolution Radio: la recensione
Un grande ritorno tra punk e citazioni dal pantheon del rock and roll: Clash, Who e Ramones
Viene immediato pensare ai Clash di Police on my back quando la chitarra a sirena inaugura la title track del nuovo album dei Green Day dopo quattro anni di silenzio. In tutto 12 canzoni con qualche reminiscenza del punk anni 90, quello del loro best seller Dookie. In questo mood è il singolo Bang Bang. ma Revolution Radio non è un disco di autocitazioni, anzi.
In questa canzoni Armstrong e soci mettono ancora più a fuoco il loro approdo verso un suono rock che tiene conto delle origini, ma che al tempo stesso si evolve album dopo album. Un'evoluzione che appare chiara in una power ballad riuscita come Outlaws. Say goodbyerichiama i Ramones di Do you remember Rock'N'Roll Radio. Un gran pezzo, catchy quanto basta per diventare un hit radiofonico.
Nell'insieme un ottimo disco che ha il marchio dei fabbrica del gruppo, ma che al tempo stesso cita con gusto e rispetto grandi nomi del rock (dai R.E.M. ai Clash passando per Beach Boys e Cars) e persino i Beatles nell'ottima Troubled Times. Tra le vette del disco Forever Now, sette minuti di riff, cori e cambi di tonalità. Ha ragione il critico del New York Times che per questa canzone si è spinto a un paragone con gli Who delle opere rock. Chiude Ordinary World nel segno del folk. Perfetto.