Concerti e Green Pass
Ansa
Musica

Green pass e concerti: le reazioni degli organizzatori

Dal 6 agosto la certificazione verde sarà obbligatoria per accedere a tutti i concerti, sia all'aperto che al chiuso. Abbiamo domandato ad alcuni importanti organizzatori di festival che cosa cambierà concretamente nella gestione degli ingressi ai live

Da alcuni giorni in Italia il dibattito pubblico ruota intorno al tema del Green Pass, il certificato che, tramite un codice personale, permetterà dal 6 agosto l'accesso alla maggior parte delle attività culturali e ricreative ai maggiori di 12 anni. La certificazione verde, rilasciata a chi ha ricevuto la prima dose di vaccino contro il Covid, a chi ha ottenuto un risultato negativo al test molecolare/antigenico o è guarito dal Covid (per sei mesi dalla data dall'avvenuta guarigione), sarà necessaria per partecipare a tutti i concerti, sia al chiuso che all'aperto.

Oltre al biglietto fisico o digitale, per accedere a uno spettacolo dal vivo bisognerà mostrare all'ingresso il Green Pass insieme a un documento d'identità, come previsto dalle nuove normative anti-Covid varate dal governo Draghi. In caso di controlli dell'autorità pubblica, potrebbe essere elevata una sanzione pecuniaria da 400 a 1.000 euro, sia a carico dell'utente sprovvisto del Green Pass che dell'esercente, per omesso controllo. Qualora la violazione fosse ripetuta per tre volte in tre diversi giorni, l'esercizio potrebbe essere chiuso da 1 fino a un massimo di 10 giorni. Gli organizzatori dei concerti, che nell'ultimo anno e mezzo hanno subito perdite molto consistenti a causa dei lockdown e delle restrizioni alle attività culturali, saranno chiamati a un ulteriore sforzo organizzativo per far rispettare le nuove normative, assumendo nuovo personale per velocizzare le operazioni di controllo e di ingresso, che già oggi richiedevano l'identificazione e l'autocertificazione dell'utente.

Abbiamo interpellato alcuni organizzatori di importanti festival musicali estivi, in modo da ascoltare direttamente la voce di chi, ogni giorno, lavora alacremente dietro le quinte per garantire un divertimento sicuro agli spettatori. La prima domanda che abbiamo posto agli esercenti musicali è se l'obbligo di Green Pass può essere più un incentivo o un freno per gli spettatori, chiedendo loro se avevano notato un maggior numero di disdette negli ultimi giorni da parte di chi non aveva ricevuto la prima dose di vaccino. «Al momento non abbiamo ancora dati significativi al riguardo», sottolinea Daniele Pitteri, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, che gestisce l'Auditorium Parco della Musica "Ennio Morricone" e la Casa del Jazz, due delle più importanti realtà musicali italiane, con un ricco cartellone estivo, suddiviso tra pop/rock e jazz, che arriva fino alla fine di settembre . «Temo tuttavia che l'introduzione del Green Pass in maniera così parcellizzata e non diffusa a tutti i settori, sarà sicuramente un freno per i settori in cui diventa obbligatorio. Lo spettacolo dal vivo all'aperto è il settore con il sistema di sicurezza più elevato in assoluto: è previsto già ora il distanziamento, l'uso obbligatorio della mascherina durante il concerto, il divieto di introdurre cibi e bevande, il divieto di fumo. Non si capisce perché per lo spettacolo dal vivo all'aperto ci vuole il Green Pass e per i ristoranti all'aperto no, luoghi dove la sicurezza è per ovvi motivi decisamente inferiore».

«Al momento non abbiamo registrato nessuna disdetta e continuano allo stesso ritmo le prenotazioni», dichiara Vincenzo Bellini, responsabile organizzativo del Locus Festival di Locorotondo, in Puglia, festival tra i più attenti alle nuove tendenze musicali, che ospiterà nei prossimi giorni, tra gli altri, Niccolò Fabi, Kokoroko, Colapesce Dimartino, Samuele Bersani, James Senese, Willie Peyote, Coma_Cose, Diodato, M¥SS KETA e Frah Quintale. «Gli utenti ci scrivono chiedendo maggiori informazioni rispetto al green pass. È troppo presto per dire cosa comporterà la sua applicazione. C'è una gran voglia di tornare alla normalità e di allontanare la paura, ma per poter vivere momenti di socialità abbiamo bisogno in questo delicato momento di protocolli che ci permettano di svolgere spettacoli in totale sicurezza».

Poche disdette, ma una maggiore richiesta di informazioni, emergono anche dalle parole di Lisangela Sgobba, organizzatrice del Luce Music Festival - Approdi Musicali, rassegna artistica itinerante, giunta alla sua terza edizione, che si svolge nei comuni di Bitonto, Fasano, Gravina in Puglia, Melpignano, Lecce, Molfetta e il Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Dopo aver ospitato Francesco De Gregori e Gianna Nannini, il festival vedrà nei prossimi giorni i live di M¥SS KETA, Carl Brave, Ghemon, Colapesce Dimartino, Stefano Bollani e Niccolò Fabi. «L'entrata in vigore della necessità di green pass per la partecipazione ai concerti non ha al momento inciso sulle vendite e, in termini di disdetta, abbiamo ricevuto un'unica richiesta», sottolinea Lisangela Sgobba. «Numerose invece sono le richieste di informazioni, nelle quali si rileva costantemente quanto non sia affatto chiaro che la certificazione non è esclusivamente connessa alla vaccinazione, ma che può essere ottenuta anche da chi può presentare adeguata certificazione di guarigione dal Covid nei precedenti 6 mesi, o da chi, non vaccinato, ha la possibilità di scegliere di fare un tampone con risultato negativo entro le 48 ore precedenti l'evento».

Di parere diverso è Giuseppe Giannetti, direttore artistico di Villa Ada Roma Incontra il Mondo, una delle manifestazioni estive più longeve, con un cartellone che ha già visto i live di Subsonica, Enzo Avitabile, Negrita e Iosonouncane, mentre ad agosto sono attesi Donatella Rettore, Ernia, Kokoroko, Moltheni e tanti altri. «Ad oggi il green pass sembra essere un freno, nel senso che per alcuni spettacoli in particolare le prevendite sembrano bloccate», spiega Giannetti. «Forse molti utenti non hanno ancora la certezza di riuscire ad ottenerlo prima dell'evento interessato. Questo fenomeno infatti è molto più evidente sulle date proprio a ridosso del 6 agosto». Riguardo alla gestione degli ingressi nei concerti, appare evidente a tutti come la nuova normativa sul Green Pass richiederà controlli più lunghi e complessi a carico del gestore, che dovrà impiegare maggiori forze lavorative.

«Sarà più complicato, perché purtroppo l'applicazione del ministero che consente la lettura dei Green Pass non è integrabile con i sistemi di vendita on line», spiega Daniele Pitteri di Musica per Roma. «Questo significa che bisognerà predisporre un doppio filtro agli ingressi, anche perché oltre il Green Pass per entrare è valido anche il tampone negativo e quindi ci saranno diversi titoli abilitanti che richiedono diverse modalità di vendita e filtraggio del pubblico». «Come ogni nuovo modus operandi, il green pass richiederà un nuovo assetto organizzativo che inizialmente rallenterà gli ingressi e potrà sembrare più complesso», ci dice Vincenzo Bellini del Locus Festival. «In questo caso sarà fondamentale la sinergia tra organizzatori e spettatori, è un passaggio che richiede uno sforzo comune per poter godere dello spettacolo dal vivo». «Sarà necessario dotare il personale di smartphone dedicati alla scansione del QR, prevedendo almeno due operatori solo per tale operazione», sottolinea Lisangela Sgobba del Luce Music Festival.

«La verifica tramite QR potrebbe risultare più rapida della compilazione di un modulo cartaceo, ma dovendo contestualmente verificare la validità del certificato e l'identità di chi lo presenta, sicuramente non sarà semplice». «Ovviamente tutto si complica in fase di controllo la sera del concerto, si creeranno maggiori file, saremo costretti ad aumentare il personale di controllo accessi e probabilmente anche ad anticipare gli orari di apertura», ammette Giuseppe Giannetti di Villa Ada Roma Incontra il Mondo. «Ad oggi la prenotazione e l'autocertificazione allegata si gestiscono velocemente solo scannerizzando un QR che ne dimostra la validità. Con il green pass sarà tutto più lento almeno finché non sarà implementato un sistema di controllo rapido che dia anche garanzie di sicurezza». Abbiamo chiesto agli organizzatori di guardare avanti di alcuni mesi e se, secondo loro, il green pass aiuterà a risolvere il problema della sicurezza nei concerti al chiuso, che, di fatto, mancano dagli inizi di marzo del 2020. «Il Green Pass, assieme comunque a dispositivi di sicurezza individuale, potrebbe risolvere molti problemi se fosse applicato ovunque, nei negozi, nei supermercati, nei ristoranti, nei mezzi di trasporto a lunga percorrenza, nelle sale di spettacolo e nei luoghi di sport», afferma Daniele Pitteri.

«Solo nel settore spettacolo, sarà un deterrente e non un risolutore. Renderà le sale un luogo dove la fruizione è faticosa e difficile, al contrario di altri luoghi dove il pubblico è invece libero di agire liberamente». Gli fa eco Giuseppe Giannetti: «A mio avviso ad oggi il Green Pass non risolve molto, nel senso che non permette alle zone ad accesso esclusivo alcuna concessione sulle restrizioni, che restano le stesse identiche regole in vigore prima. In altre parole per noi è solo un'ulteriore restrizione, più limitante delle altre perché taglia fuori una fetta importante di potenziali utenti, in una situazione storica già molto complessa per gli operatori culturali. Spero però che questo convinca molti a vaccinarsi e vedo queste limitazioni come un modo indiretto per mettere gran parte della popolazione nelle condizioni di "cedere" al vaccino, senza il quale poco si può fare. In questo senso vedo un piccolo sacrificio, l'ennesimo del nostro settore, mirato ad una prossima soluzione forse definitiva».

Più ottimista la posizione di Lisangela Sgobba, che mette in evidenza, dati alla mano, la sicurezza delle sale da concerto: «I dati della scorsa stagione per tutti gli eventi che è stato possibile realizzare, anche al chiuso, parlano chiaro: nessun contagio derivante dalla partecipazione a eventi artistici! Il problema non sono le misure di sicurezza, indispensabili, ampiamente adottate e rispettate, sia dal pubblico che dagli organizzatori, con grandi sforzi e investimenti, quanto il cominciare a rivalutare dalle fondamenta l'idea che la cultura, l'arte, la bellezza sono beni indispensabili come non mai in un momento di paura, smarrimento e di conseguente imbruttimento dell'animo umano, quale quello che stiamo vivendo». «Recentemente è stato effettuato un test a Parigi ed è risultato che, su 4mila persone, solo 8 sono state contagiate, con un tasso di incidenza dello 0,2%. Parallelamente, c'erano 2mila persone che seguivano da casa lo spettacolo e di queste 3 sono state contagiate, con un tasso di incidenza dello 0,15%», ci racconta Vincenzo Bellini. «Effettuare concerti in location al chiuso per soli possessori di green pass è l'unica soluzione possibile per il prossimo inverno. Sappiamo di essere alla vigilia della quarta ondata, ma se si confermano i bassi tassi di ospedalizzazione, in autunno si dovrà rivedere il protocollo, aumentando le capienze».

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Gabriele Antonucci