L'album del giorno: Jamiroquai, Travelling without moving
Il disco più fortunato della band inglese, con 11 milioni di copie vendute, contiene le hit Virtual Insanity, Cosmic Girl e Alright, che hanno fortemente segnato gli anni Novanta
All'inizio degli anni Novanta, mentre il grunge dominava la scena rock con gruppi come Nirvana, Soundgarden e Pearl Jam, in Inghilterra si assisteva al boom dell'acid jazz, felice incontro tra il calore del soul, l'energia del funk e il virtuosismo del jazz, in cui i fiati, il basso e la chitarra giocano un ruolo predominante.
Una musica coinvolgente, ballabile ed emozionante, in grado di mettere d'accordo almeno due generazioni, in particolare chi ha amato il funk degli anni Settanta. I gruppi più rappresentativi dell'epoca erano (e sono ancora oggi) gli Incognito, i Brand New Heavies e i Jamiroquai (fusione tra i termini jam- e -iroquai, nome in inglese delle tribù native americane delle Sei Nazioni che vanno sotto il nome di Irochesi), anche se in molti pensano che quest'ultimo indichi un solista, il carismatico Jason Kay, e non una band, che negli anni ha cambiato diversi componenti. Il cappello con le corna, le scattanti movenze da breaker e l'inconfondibile voce hanno reso Jay Kay, leader dei Jamiroquai, una delle figure più iconiche e riconoscibili della scena inglese degli ultimi 30 anni, oltre che tra le più amate dai tabloid per le sue bizze, per le sue numerose conquiste femminili e per la sua notoria passione per le Ferrari.
Quest'ultima è plasticamente evidenziata nella copertina di Travelling Without Moving del 1996, il suo album più fortunato, con 11 milioni di copie vendute, che ha trasformato la band da next big thing dell'acid jazz inglese a fenomeno globale e mainstream. In un decennio ancora fortemente caratterizzato dalla cultura MTV, gli indimenticabili video di Virtual Insanity e Cosmic Girl hanno avuto un ruolo fondamentale per il successo del disco.
Virtual Insanity, vincitore di un Grammy Award per l'innovativo video, è un funk trascinante, sorretto da un coinvolgente riff di piano e da una batteria implacabile, in cui troviamo trattati temi distopici ed ecologisti, tutt'altro che banali per una canzone pop, fino al memorabile ritornello "Futuri fatti di follia virtuale/ sembrano sempre essere governati da questo immenso amore che abbiamo per cose inutili, contorte, tutta questa nuova tecnologia/Oh, adesso non c'è alcun suono, perché viviamo tutti sotto terra".
Jamiroquai - Virtual Insanity (Official Video)www.youtube.com
Sembra quasi una fosca profezia, proveniente dal 1996, di quello che stiamo vivendo tutti noi in questi giorni. Il video, diretto da Jonathan Glazer, consiste prevalentemente in un'inquadratura fissa su Jay Kay che esegue la canzone e balla in una stanza semivuota, dal soffitto grigio e dall'atmosfera asettica. Tre divani di colore nero, gli unici complementi d'arredo della stanza, si muovono da soli, mentre ogni tanto passano uno scarafaggio e un corvo, come a mostrare che la natura va comunque avanti, nonostante tutto.
Il pavimento dà l'illusione ottica di muoversi, mentre il resto della stanza è fisso, permettendo a Kay di eseguire passi e movimenti normalmente impossibili. Meno innovativo, ma altrettanto memorabile, è il video di Cosmic Girl, un'esaltazione quasi marinettiana della velocità e delle auto sportive, nel quale Jay Kay mette in mostra le tutte sue doti di pilota sportivo a bordo di una Lamborghini Diablo SE 30 di sua proprietà mentre tiene testa a una Ferrari F 40 rossa che apparteneva a Nick Mason, il batterista dei Pink Floyd, anche lui grande collezionista di supercar.
Da un punto di vista musicale, nella canzone troviamo tutti quegli elementi che hanno fatto la fortuna dei Jamiroquai: chitarra funky, un basso clamoroso, archi barocchi, cori black, e, soprattutto, tanto groove e "pancia". Il terzo singolo di Travelling Without Moving è la coinvolgente Alright, che ha allo stesso tempo il calore del funk e l'immediatezza del pop, con un refrain che si stampa in testa già dal primo ascolto.
Quarto e ultimo singolo estratto dell'album è High Times, non una hit come le altre, ma certamente una della canzoni più interessanti del repertorio della band inglese, che spazia con naturalezza tra funk, rock ed elettronica, toccando il suo vertice emotivo nel memorabile finale, in cui la voce di Jay Kay dialoga mirabilmente con gli scintillanti fiati. Il titolo High Times si riferisce neanche troppo velatamente al consumo di droghe, esattamente come la strepitosa Travelling Without Moving (Viaggiare senza muoversi), un funk al fulmicotone, con annessi rombi di motori 12 cilindri, che è un saggio delle qualità tecniche dei musicisti Toby Smith (tastiere), Stuart Zender (basso) e Derrick McKenzie (batteria).
Un altro picco artistico dell'album è il trascinante funk-samba Use The Force, perfetto anello di congiunzione tra Brasile e Inghilterra, le cui chitarre wah-wah e i fiati sono un chiaro omaggio al sound creato da Isaac Hayes per la colonna sonora di Shaft. Stupisce favorevolmente di trovare nell'album perfino un brano reggae, la riuscita Drifting Along, dove il cantante si mostra perfettamente a suo agio anche nelle ritmiche in levare. Le strumentali Dijital Vibration e Didjerama, che coniugano l'etnico dijeridoo di Wallis Buchanan con il basso di Stuart Zender, hanno un sound esotico e suggestivo, anche se a tratti un po' noioso, invitando molti ascoltatori allo skip verso brani più coinvolgenti.
Nella morbida e romantica jam Everyday, caratterizzata da splendidi arrangiamenti d'archi, Jay Kay mostra tutte le sue doti di raffinato cantante confidenziale, così come nella delicata Spend a lifetime, solo voce, piano e violoncello, che chiude nel migliore dei modi il disco (anche se in realtà troviamo dopo due ghost tracks). Travelling Without Moving ha rappresentato il punto più alto della carriera dei Jamiroquai, trovando un perfetto punto di equilibrio tra qualità musicale e accessibilità pop.
Il disco, che suona ancora oggi fresco e pulsante, va gustato con un impianto hi-fi che renda piena giustizia alla bravura tecnica dei musicisti coinvolti e alla voce "wonderiana" di Jay Kay, che si conferma qui un cantante con i fiocchi, in grado di abbracciare diversi registri vocali con la consueta naturalezza.