Lenny Kravitz: Blue Electric Light è il suo regalo ai fan per i 60 anni - Recensione
Il dodicesimo album della rockstar newyorkese, anticipato dai singoli Human, TK421 e Paralyzed, conferma il suo talento nel mescolare rock, funk e pop, qui arricchiti da inedite sfumature elettroniche
C’è un filo rosso che lega artisti di periodi diversi come Jimi Hendrix, Sly & The Family Stone, James Brown , Prince e Lenny Kravitz, ovvero l’incontro tra la sensualità del funky, il calore del soul e l’irruenza del rock. Una sintesi sorprendente tra categorie musicali apparentemente assai diverse che, grazie a loro, è diventato ormai un genere ben codificato e riconoscibile, anche se in continua evoluzione e ancora aperto a nuove influenze. Lenny Kravitz, a 60 anni (che compirà il 26 maggio) portati benissimo, è l’incarnazione vivente della rockstar del Terzo Millennio.
Fisico prestante, tatuaggi e piercing su tutto il corpo, una schiera di flirt da copertina per la quale non basterebbe l’elenco delle Pagine Gialle. Oltre all’apparenza, che di certo non manca, c’è però tanta sostanza, basti pensare che Kravitz, oltre a cantare, suona chitarra, basso, batteria, pianoforte, armonica e persino l’esotico sitar. Qualità che gli hanno permesso di aggiudicarsi 4 Grammy Awards e di vendere 40 milioni di album nel corso della sua trentennale carriera.
Il cantante e chitarrista è stato a volte criticato dalla critica rock più integralista per le sue concessioni al pop, un genere che non è una parolaccia qualora venga declinato con gusto e qualità, ma chi ha avuto la fortuna di vederlo dal vivo sa bene quanto, nei suoi live, Lenny privilegi la componente rock dei suoi brani, con lunghi e infuocati assoli di chitarra elettrica. Il suo status di icona globale è confermato, oltre che dal recente premio “Fashion Icon Award”, anche dalla sua partecipazione al Kick Off Show della finale di Uefa Champions League che si terrà il 1 giugno allo Stadio Wembley di Londra tra Real Madrid e Borussia Dortmund.
Uno stile ormai inconfondibile, tra rock, funk e pop, che si arricchisce di inedite sfumature elettroniche nel nuovo album Blue Electric Light, da oggi in streaming e nei formati fisici Cd e Vinile Deluxe. Il dodicesimo disco di inediti di Kravitz è stato anticipato nei mesi scorsi dai singoli Human e TK421, pubblicati rispettivamente ad aprile e ad ottobre 2023, e dal più recente brano Paralyzed. Human è un esaltante inno pop-funk alla vita e all'esperienza dell'essere umani, arricchito musicalmente da tubular bells e ritmiche meccaniche anni Ottanta. Un vitalismo evidenziato anche dal video, che proietta sullo schermo lo spirito audace e chiassoso del singolo, con una performance di Kravitz e della sua band che interrompe letteralmente il traffico con effetti sorprendenti.
TK421 è un adrenalinico brano rock'n'roll, da ascoltare a un volume sostenuto, con chitarre funk graffianti, synth analogici robotici, talkbox weezy, un ritmo da dancefloor, un assolo di sassofono infuocato e un'intelligente strizzata d'occhio sia a Boogie Nights che a Star Wars. Paralyzed è un accattivante rock midtempo, dalle atmosfere epiche e magniloquenti, scandito da un drumming prodigioso e con una grande apertura melodica del ritornello. Il brano d'apertura It's Just Another Fine Day(In The Universe of Love) è un sensuale funk-rock, ricco di positività, di armonie vocali e di chitarre ruggenti. Honey è un delizioso brano pop dal sapore vintage che ci proietta già nell'estate con le sue atmosfere spensierate, dolci e solari, da ascoltare preferibilmente mentre si è alla guida di una cabriolet diretta verso la costiera.
Let It Ride è un affascinante electrofunk notturno, minimalista e ipnotico, che suona quasi come un omaggio a Prince. La sensuale Stuck In The Middle evidenzia la grande duttilità vocale di Kravitz, abilissimo nell' alternare il falsetto a un timbro più scuro, mentre la giocosa Bundle of Joy è un'esplosione di elettricità, chitarre e tastiere anni Ottanta. Il rock dritto e solido di Love Is My Religion si riallaccia, come sonorità, ai suoi primi album di inizio anni Novanta, con un coro che sembra pensato per esaltare dal vivo le grandi platee, Heaven è un funk-rock con un grande tiro, tipicamente in stile Lenny e Spirit In My Heart è un soul moderno e avvolgente. L'album si chiude con le tastiere elettriche e i ritmi morbidi e cadenzati della title track Blue Electric Light, che acquista a poco a poco ritmo e chitarre, fino a diventare un brano yacht rock in cui Kravitz invita la sua lei a trascorrere un'indimenticabile notte d'amore sotto "un cielo blu elettrico".
A proposito del suo ultimo album, il cantautore americano, ai microfoni di una tv tedesca, ha dichiarato pochi giorni fa: «Penso che sia un album fantastico. È stato divertente produrlo e realizzarlo, è stato tutto estremamente naturale. Quindi per me questo è già un successo. Non ho idea di come andrà e se finirà in classifica o meno: io faccio la musica, la promozione e quelle cose è lavoro di altri. L'ultima parola in ogni caso spetta alla gente. Saranno gli ascoltatori a decidere se sarà buono o meno, io spero che piaccia». Non sappiamo come sarà accolto dal pubblico di oggi, sempre più atomizzato e condizionato dai trend su TikTok, ma sicuramente Blue Electric Light è un album composto, suonato e prodotto magnificamente, con una grande varietà di stili e di atmosfere, che coinvolge, diverte ed emoziona l'ascoltatore e che (cosa sempre più rara) si lascia ascoltare volentieri per tutti i suoi 55 minuti, senza che si avverta mai l'esigenza di skippare un brano.
L'album è l'ennesima conferma del talento di Kravitz come scrittore, produttore e polistrumentista, che ha scritto e suonato lui stesso la maggior parte degli strumenti di Blue Electric Light insieme al suo chitarrista di lunga data Craig Ross. Dodici brani che arricchiscono il già notevole canzoniere di Lenny e che il pubblico italiano potrà apprezzare dal vivo nei suoi concerti del 12 giugno al Lucca Summer Festival, del 13 luglio a Umbria Jazz e del 13 agosto al Lido di Camaiore.