Leonard Cohen: You want it darker, l'ultimo capolavoro - Recensione
A 82 anni il cantautore-poeta ha pubblicato, poco prima di morire, un album straordinario prodotto dal figlio Adam
Pochi giorni prima di morire, Cohen ha inciso il suo quattordicesimo album, stupendo ancora una volta con un disco magico, intenso e profondo.
Prodotto dal figlio Adam, il nuovo disco di Leonard vede nella title track il coinvolgimento di Cantor Gideon Zelermyer & the Shaar Hashomayim Synagogue Choir di Montreal, che con le loro voci evocano i suoni con cui Leonard è cresciuto. Chitarre, organo, e archi sono il tappeto sonoro su cui si muovono tutti i brani.
Il fulcro sono la voce ipnotica e avvolgente di Cohen e le background vocals delle coriste coinvolte nel progetto. La vita, l'amore, il viaggio e la morte sono invece i temi di You want it darker, titolo del disco, ma anche della canzone più emozionante e spirituale (c'è anche anche il coro di una sinagoga).
Allo stesso livello Travelling light, storia di un viaggio alla ricerca di qualcosa che si conclude con la gioia della solitiudine. Tra le highlight, On the level, un pezzo straordinario che parla dei desideri passionali visti con gli occhi di una persona anziana. Chiude il disco un'ispirata versione per archi di Treaty, il secondo brano della tracklist. Unanime il giudizio della critica musicale mondiale: capolavoro. Purtroppo l'ultimo.